40 anni dall’uccisione di Vittorio Bachelet
Un breve percorso di lettura sul giurista, politico e presidente di Azione Cattolica
Il 12 febbraio 1980, 40 anni fa, veniva ucciso dalle BR Vittorio Bachelet.
Nato a Roma nel 1926, si laureò in giurisprudenza nel 1947.
Divenne redattore capo e poi vicedirettore della rivista di studi politici “Civitas”, diretta da Paolo Emilio Taviani.
Gli furono conferiti diversi incarichi presso il Comitato Italiano per la Ricostruzione e la Cassa per il Mezzogiorno.
Nel 1957 ottenne la libera docenza in diritto amministrativo e in istituzioni di diritto pubblico; insegnò presso le Università di Pavia e di Trieste e, dal 1974, divenne professore ordinario nell’Università “La Sapienza” di Roma.
Fu nominato Vicepresidente dell’Azione Cattolica nel 1959 e ne assunse la carica di Presidente generale nel 1964 fino al 1973: si adoperò perché l’associazione si conformasse allo spirito e al dettato del Concilio Vaticano II, promuovendo una maggiore democratizzazione della sua vita interna e un progressivo distacco dall’impegno politico diretto.
Fu esponente della Democrazia Cristiana e nel 1976 divenne consigliere comunale a Roma.
Nello stesso anno, fu eletto Vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Il 12 febbraio 1980, nella facoltà di Scienze politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, fu ucciso da terroristi delle Brigate Rosse.
Per un approfondimento, “Vittorio Bachelet, testimone del dialogo” su Rai Storia.