“Falling Man” di Don DeLillo (Scribner) era atteso come il romanzo dell’anno. Costruito intorno all’11 settembre da un autore che aveva anche altrove riflettuto sul terrorismo (“Mao II”), nelle previsioni dei critici avrebbe dovuto rappresentare il più autorevole romanzo dell’attacco agli Stati Uniti. Un anno fa era uscito “Good Life” (Bompiani) di Jay McInerney, il proseguimento di “Si spengono le luci” sullo sfondo delle torri gemelle, che aveva registrato un buon successo di critica. “Falling Man” avrebbe dovuto superarlo. DeLillo, secondo la classifica del «New York Times», è alla posizione numero 34 delle 35 presentate. Alcune recensioni sfavorevoli, forse dovute ad un eccesso di aspettativa, hanno rallentato gli acquisti. Fonte della classifica: “The New York Times”. Nell’immagine: uno dei quaderni utilizzati per la stesura di “Underworld”.

• Il sito della “The Don DeLillo Society” (in inglese)
• “Mao II” (Einaudi)
• “Underworld” (Einaudi)

Gran parte dei lettori non anglofoni sono in attesa delle traduzioni del nuovo romanzo di Don DeLillo, “Falling Man” (Scribner), che ha come scenario i fatti dell’11 settembre e compare nella classifica dei romanzi più venduti pubblicata sul New York Times. Pubblicare dopo “Underworld” è sicuramente difficile, ed infatti il mondo letterario si è interrogato a lungo circa questo nuovo lavoro. Più breve del precedente (256 pagine), “Falling Man” comincia a ricevere il favore della critica e dei lettori. Celebre oramai il giudizio dell’autorevole critico Harold Bloom: «Non ho ancora visto un romanzo adeguato a quegli eventi: mi sembra un ennesimo segno che la cultura è ormai anestetizzata». Non resta che leggere DeLillo. Fonte della classifica: The New York Times.

• La scheda di “Falling Man” (Scribner)
• La scheda di “Underworld” (Einaudi)