Di fronte all’esperienza di una malattia che l’ha obbligato a lasciare per qualche tempo l’esperienza pastorale e alla riflessione sul fatto che molti credenti vanno a messa la domenica e si rifugiano nel reiki il lunedì… don Diego Goso propone una riscoperta del vangelo come “self help” migliore di ogni altro, perché offre la chance unica al mondo di poter “vivere da Dio”!
Con il solito stile ironico e provocante, l’autore conduce il lettore attraverso cinquanta meditazioni ispirate alla Bibbia, come risposta a cinquanta malesseri e comportamenti “deviati” del nostro tempo e del nostro “io”: nella consapevolezza che «la Parola di Dio non invecchia mai. E sempre sa dispiegare il cuore dell’uomo».
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Introduzione
Quella pagina in cui l’autore dice perché ha scritto il libro al posto di andarsene al cinema…
Carissimi Amici, Gentilissime Amiche, questo libretto è frutto dell’ultimo periodo della mia vita in cui ho dovuto fare pace con me stesso, i miei progetti, il senso della malattia e della cura.
E non solo. È nato anche da un fastidio che alcuni parrocchiani mi procuravano senza volerlo: venivano a messa (e fin qui chiederete: che cosa c’è di strano?)… ma poi cercavano pace e serenità per la propria vita con il Reiki, lo Yoga e affini. E tutto con quello stesso entusiasmo che hanno i ragazzi a scuola di religione cattolica, quando alzano la mano e risvegliano il torpore dell’aula chiedendo all’insegnante di parlare di buddismo e religioni orientali, perché credono di trovare lì qualcosa di positivo e utile per la loro vita.
In questo mondo pazzo, sempre più pazzo, è solo a Oriente che dobbiamo guardare? Non esiste nella rivelazione cristiana, senza dover per forza cedere a forme di meditazioni “alla tisana” o a psicologismi troppo americani, un’antropologia schietta e pratica che possa essere una guida sicura nella vita ansiosa
di oggi?
Davanti alla ricchezza e alla profondità della Parola di Dio, mi viene da rispondere: sì senza alcun dubbio.
E qui ci sono 50 consigli che vogliono dimostrarlo. Con semplicità, umorismo, fatti personali concreti. Per poter dire che il Vangelo, come sosteniamo noi preti in ogni predica la domenica, è la Strada per la nostra felicità e realizzazione: il Vangelo, insomma, ti insegna anche a vivere… da Dio.
Seconda introduzione
Come vedi, questo libro è davvero speciale: ha addirittura due introduzioni!
Leggi questo libro se…
Se perdi la pazienza e ti vien voglia di mollare tutto.
Se sei convinto che nulla mai cambierà perché tanto la gente è fatta così.
Se ci sono momenti in cui vedi tutto nero e hai paura.
Se ti senti solo e pensi che nessuno ti ami.
Se sei nauseato dalla maleducazione delle persone, della tv, di internet.
Se pensi che meditazione e quiete interiore siano un’esclusiva delle religioni orientali e non del vecchio, caro, cristianesimo.
Se non ti fidi delle persone e credi che non si potrà mai dare a nessuno totale fiducia.
Se sei intollerante verso qualcuno o qualcosa (la cosa non ti piace, ma non puoi farne a meno).
Se ti danno fastidio le critiche e ti senti ferito, perché ti accorgi che non sei compreso.
Se davanti al male e al dolore non sai davvero che cosa pensare.
Leggi questo libro per…
Scoprire che dentro di noi esiste un “passeggero oscuro” che vuole privarci della Luce di Dio.
Scoprire che con il Vangelo in mano abbiamo tutti i consigli e l’esempio di Cristo per sapere come sconfiggere questo nemico subdolo.
Scoprire che la Grazia di Dio è capace di distruggere ogni forma di Male.
Scoprire che questo lavoro può anche farci sorridere, seppur nella fatica del cambiamento.
Scoprire che questo testo è una confessione a cuore aperto del sottoscritto perché non volevo regalarti regolette precotte, ma raccontarti la mia esperienza nella lotta contro il passeggero oscuro.
Scoprire che cambiare, convertirsi è possibile, anche se il passeggero oscuro ci dice: «Non cambierai mai, perché sei fatto così».
Scoprire che ci si può ancora stupire per fatti semplici, eppure unici e incredibili.
Scoprire che siamo tutti sulla stessa barca. E che, per questo, insieme possiamo navigare via dalla tempesta.
Scoprire che non sei matto, anche se questo mondo lo sta diventando sempre di più.
Scoprire che comprando questo libro hai contribuito a pagare le vacanze all’autore (forse, dopo tu non sarai felice, ma lui ti assicuro che lo sarà… e per questo ti è già molto grato).
Tutto questo per dirti che…
In queste pagine troverai 50 risposte bibliche 50 ad alcuni malesseri del nostro tempo.
La Parola di Dio non invecchia mai.
E sempre sa dispiegare il cuore dell’uomo.
A commento di Essa poi ci sono le mie parole e le esperienze che ti racconto.
Non ce ne sarebbe stato bisogno, ma ci tenevo ad avere il nome in copertina…
1 – SE LA VITA VA STORTA… TIENI IL COLLO DRITTO!
Un piatto di verdura con amore… è meglio di un bue grasso con l’odio (Proverbi 15,17)
Ho davanti una bella giornata per fare cose che amo insieme a persone che adoro. C’è anche il sole che invita a incorniciare questa mattinata come fresca e ricca di opportunità. Ma, quando arrivo, i miei amici sono in ritardo. E io non sopporto il ritardo. Appena sceso dall’auto, ecco che arriva uno che deve passare proprio da lì, da lì dove nessuno passa mai!, e allora devo risalire e spostarmi. Ma non ci sono altri parcheggi e comincio a girare con l’auto per la piazza, in attesa dei miei amici. Decido, alla fine del secondo giro, di mandar loro un messaggio.
Una vecchietta attraversa fuori dalle strisce e io inchiodo, facendo scivolare il cellulare che, con precisione assoluta, si infila tra la fodera e il supporto laterale in plastica. Mentre accendo le doppie frecce per sostare e recuperarlo, la vecchietta di prima si avvicina e mi rimprovera per la guida da sconsiderato battendo con il bastone sul mio vetro laterale. Mi sgrida. In quel momento arriva una telefonata da una persona importante, che proprio non mi aspettavo e che riconosco dalla suoneria dedicata: a fatica ridiscendo dall’auto e mi immergo nella riconquista del dispositivo, spostando con delicatezza il sedile; come sottofondo, gli ultimi improperi della anziana nonnina. Perdo la chiamata ma ripesco il cellulare. Il vigile del paese intanto mi ha visto e mi invita in malo modo a sloggiare. Rimetto in moto e incrocio miei amici, che sono arrivati e mi stanno a loro volta aspettando. Vorrei decapitarli entrambi, mentre salgono in auto scusandosi; si sono fermati a comprarmi la colazione, quella pizza che mi piace tanto appena uscita dal forno. Sono entusiasti della bella giornata che ci aspetta. Io sono passato dalla gioia alla rabbia e ora alla confusione in solo tre minuti. Afferro la pizza, li ringrazio e mi metto a ridere dandomi dello stupido.
A volte lasciamo che le piccole cose assumano un potere esagerato sulla nostra vita. Mentre se imparassimo a gestirle con calma e umiltà non diventerebbero i condizionatori del nostro umore. Sapere affrontare bene i piccoli problemi fa da cartina di tornasole anche per la nostra capacità di reazione davanti alle cose grandi. Chi sa sopportare pesi piccoli può misurarsi infatti su quelli più impegnativi.
Non lasciamoci rovinare la vita dalle piccole cose che vanno storte.
2 – DELL’ESSERE PERFETTI. (TRANQUILLO, NON STO PARLANDO DI TE…)
Siate perfetti, come è perfetto il Padre Vostro che è nei cieli (Matteo 5,48)
“Aspetta. Fermati. Scusa. Torno indietro. No, non ho dimenticato acceso nulla. Devo solo controllare una cosa…”. Non ho mai detto al mio compagno di viaggio che stavo tornando indietro per cambiare di un grado e mezzo l’inclinazione di una scritta per un manifesto che stavamo preparando. Le oblique erano tutte a 13 gradi. Quella ero sicuro di averla lasciata a 11 e mezzo. Potevo sistemarla il giorno dopo, ma io, su questo tipo di lavori, ci perdo il sonno. Per fortuna, quello è uno dei pochi aspetti dove divento perfezionista: diversamente, la mia vita sarebbe davvero triste.
Non ho mai conosciuto un “malato di perfezione” capace di trasmettere l’immagine di serenità. Ci deve essere un contrasto vincolante tra le due cose.
Chi cerca la perfezione sa che non potrà mai trovarla: dunque, che gusto c’è a giocare una caccia al tesoro che sai non ti porterà mai a nessun forziere? Il perfezionista, così, rimane solo. Perché la qualità che impone con sacrificio onorevole a se stesso, inizia poi a cercarla anche negli altri.
Ci sono utili i perfezionisti. Senza di loro, la nostra vita sarebbe meno bella e meno sicura: ci hanno regalato grandi intuizioni e scoperte, ci garantiscono che tutto funzioni al meglio delle possibilità disponibili. Ma, alla fine dello spettacolo, non si sono goduti nemmeno una nota e forse hanno cominciato anche a odiare un poco la musica.
Ci sono ruoli professionali dove questi sacrifici sono necessari. Ma esistono anche tanti altri ambiti dove basta saper fare bene le cose: senza strafare, senza pretendere oltre ogni ragione. Senza dover salire tre piani, riaprire uno studio chiuso, riaccendere i computer e i programmi per modificare di un grado e mezzo la rotazione di una scritta, quando si poteva farlo il giorno dopo; e tutto ciò per la paura – ebbene sì, patologica – di un disagio che non ti lascia dormire la notte.
Che i figli siano liberi dalla disgrazia di un genitore perfezionista! Soprattutto se questi vive insoddisfatto già dei propri successi personali. Non ci saranno voti, diplomi, corsi di nuoto, recite, prove vinte (anche sulla pelle altrui) atti a placare la fame di chi, dal figlio, pretenderà anche le gratificazioni che a lui la vita non si è degnata di concedere. O che, forse, erano anche arrivate, persino al momento giusto: bastava coglierle e non passare il tempo a rifare scale per tornare a inclinare una scritta con il mouse, al posto di gustarsi una buona birra con un amico alla fine della giornata di duro lavoro.
Fare bene sempre. Puntare alla perfezione, quando si può, è importante e a volte doveroso. Pretenderla su tutto e tutti, è solo l’anticamera del fallimento e dell’insoddisfazione.
3 – CALMATI. FAI UN BEL RESPIRO. HO DETTO: FAI UN BEL RESPIRO! CALMATI. CALMATI. CALMATI!!!
Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo (1 Tessalonicesi 5,23)
Ti sento respirare quando arrivi. Sembri un cane idrofobo. Che succede? Calmati. Certo che non è successo nulla di grave! Ma, a vederti, sembra che tu stia vivendo il tuo ultimo giorno su questa terra. Devi fare un’infinità di cose vero? E sei agitato per questo. Devi fare tutto, ottenere il massimo risultato, giungere alla fine dell’incombenza lavorativa il prima possibile.
Non stai vivendo. Stai correndo attraverso la vita. E non stai bene. Perché poi rabbia e stanchezza ti invadono il cuore. Fermati. Calmati. Beviamoci un bicchiere d’acqua insieme. Ok?
Ecco adesso dovresti davvero andare a prenderlo, il bicchiere d’acqua… ti aspetto dai, io non ho fretta di vivere, a differenza di te. Fai con… calma. Bene, adesso bevi. E senti che piacere. Ci voleva, non è vero? Dio poteva creare il mondo schioccando le dita, ma ha voluto metterci sette giorni (o forse milioni di anni) per fare le cose con calma e bene. Perché tu devi risolvere tutto oggi?
Certo ci sono le scadenze, il capo che aspetta, la consegna che non può ritardare, le ore che sembrano sempre più corte… e di sicuro non puoi lasciare tuo figlio ad aspettarti davanti a scuola… Ecco, di nuovo stai ansimando già solo a elencare le cose che devi fare.
Il problema non è il troppo carico che ogni giorno devi affrontare: certo, bisogna non strafare, questo è sicuro. Ma il cuore della questione è un altro: anzi, è una questione di cuore. Di pace del cuore. Alcuni dei più grandi professionisti che ho conosciuto posso annoverarli tra le persone più calme, felici e tranquille che esistono. Eppure hanno centinaia di impegni, e sono sottoposti alla pressione di dover essere sempre all’altezza della loro fama. Ma la cosa sembra non toccarli. Sanno gestire il tempo e hanno collaboratori in gamba che li aiutano? Ci puoi scommettere. Ma il loro segreto lo scopri quando li incontri personalmente e vedi persone contente di quello che sono, non tormentate da ciò che fanno. Hanno i loro affetti sicuri, sono certi di quali siano le loro potenzialità; convivono con i loro limiti con serenità perché, sapendo che vi sono cose che non si possono cambiare, si concentrano su quelle su cui possono fare (anche con leggerezza e divertimento) la differenza.
Sono persone libere. Anzitutto da loro stesse: ecco perché si occupano delle altre vicende con tranquillità; tutto risulta marginale, rispetto alla pace interiore che hanno saputo costruire, là dove vive il loro vero “io”.
Madre Teresa affrontava tutto il peso della giornata senza stanchezza. La forza gliela dava un’ora di Adorazione Eucaristica ogni mattina: quella era la sua pace interiore, la casa sicura dove era protetto il suo “io”. Il resto erano solo “cose”, che affrontava senza farsi schiacciare: la sua gioia era sempre intatta.
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