Rebecca libri

Cosa è successo all’e-reader nel 2017?

Alessandra Rotundo fa il punto della situazione sul Giornale della Libreria

L’e-reader non è morto. E nel 2017, dopo tre o quattro anni piuttosto stagnanti, ha ripreso la sua evoluzione, scrive su Goodereader Michael Kozlowski. Ma quali sono le tappe salienti che il device ha affrontato durante l’anno appena concluso?

Sembra che i contenuti editoriali siano ancora alla ricerca di una loro piena espressione digitale e, proclami apocalittici a parte, è probabilmente giusto così. Il Kindle ha creato e aperto un mercato che in questi dieci anni non ha mancato di popolarsi di nuovi soggetti, e svariati passi avanti sono stati mossi, sebbene in un clima di sostanziale mancanza di «picchi».

È pur vero che il simultaneo arrivo e la successiva popolarizzazione degli smartphone (e poi dei tablet) ha avuto un impatto importante sui dispositivi specifici di lettura, così come l’ha avuto su fotocamere e riproduttori di musica portatili (chi usa ancora l’iPod?). E se i device monofunzione si sono affermati in target più specialistici e appassionati, fino quasi a saturarli, i consumi più morbidi e saltuari abbiamo cominciato a soddisfarli – con crescente naturalezza e facilità, e complice uno spettro del «tempo libero» sempre più mobile e frammentato – attraverso i dispositivi che abbiamo più frequentemente tra le mani. Dispositivi che nel frattempo sono cresciuti in capacità e performance, facendoci avvertire sempre meno lo stacco qualitativo rispetto alle «soluzioni dedicate».

Continua a leggere l’analisi di Alessandra Rotundo sul Giornale della Libreria…

 

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