Essere madri è un’impresa. Non è semplice godere le gioie della vita in mezzo a tutta la confusione della giornata tipo: fare la spesa, accompagnare i figli agli allenamenti di calcio, lavare i piatti… In questo incoraggiante libro per “mamme indaffarate” Gloria Furman ci aiuta a riorientare la nostra concezione del ruolo di madri incentrandola sugli insegnamenti biblici.
A prescindere dalla mole di lavoro da sbrigare, è possibile per le mamme (e non solo) costruire una relazione viva e sempre più piena con Cristo. Anche se sono prese dallo sconforto e la biancheria è in attesa di essere lavata, hanno sempre la possibilità di rimodulare la monotonia della quotidianità, sperimentare vera gioia in Dio, nei propri figli e nel vangelo.
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Imprimi l’eternità nei miei occhi
Le mie mani erano già occupate quando ero incinta del nostro primo figlio.
Erano piene di libri, vasetti, maniglie di porte, manopole della doccia, sedie, ruote motrici, bottoni, forchette e tastiere.
Ero incinta del nostro primo figlio quando mio marito cominciò a soffrire di un dolore cronico causato da una disfunzione della nervatura in entrambe le braccia. In un arco di tempo brevissimo il dolore pungente e il bruciore limitarono fortemente la capacità di azione delle braccia di Dave. “È incredibile quanto si abbia bisogno delle mani” – sottolineò una sera Dave – mentre io, ricurva sul mio pancione di nove mesi, cercavo di aiutarlo a mettere i calzini e gli allacciavo le scarpe. Allora avevamo un’idea davvero vaga su come la sua malattia avrebbe influito sulla nostra vita quotidiana da genitori. Adesso sono trascorsi circa otto anni da quando i suoi dolori ebbero inizio. Nel corso degli anni ha subito diversi interventi chirurgici, ma il dolore permane ancora adesso. Dave lo descrive come un dolore intermittente ma intenso.
Alcuni anni fa, Dave ebbe un’infezione che si sviluppò in una grande bolla sulla nervatura della sua mano. Secondo il parere dei medici dell’ospedale dove Dave fu curato, in Medio Oriente dove viviamo, le bolle sono un disturbo molto comune. Fu ricoverato per tre giorni, in quell’occasione eseguirono una cura speciale per salvargli la mano. “Com’è essere sposata con Giobbe?” scherzò Dave quando fu dimesso dall’ospedale. Era bello vederlo sorridere nonostante quel calvario. Ciò mi ricordò la dichiarazione di fede di Giobbe: “Ecco, mi uccida pure! Oh, continuerò a sperare” (Giobbe 13:15) e fui immobilizzata dalla povera dimostrazione di fede della moglie di Giobbe che disse: “Ancora stai saldo nella tua integrità? Ma lascia stare Dio, e muori!” (Giobbe 2:8-9). L’impatto di mio marito, consacrato a Dio nella sua lunga sofferenza, ha avuto un’influenza determinante nel mio essere madre.
Persino in uno scenario di dolore, vedo numerose prove della grazia di Dio all’opera nelle nostre vite. Attraversando i problemi quotidiani abbiamo diverse opportunità di testimoniare che “è una grazia del Signore che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite” (Lamentazioni 3:22).
Ho voluto condividere questo evento della mia vita con voi perché rende meglio l’idea di cosa significhi per me avere fisicamente ed emotivamente “le mani piene”. Diventare mamma e avere più lavoro fisico di quello che mi aspettavo mi costringe a guardare al Signore per avere forza e conforto. Sto imparando, in prima persona, quanto rivolgersi al mondo per avere conforto e forza mi lasci così debole e insoddisfatta. Dio ha usato le condizioni fisiche della mia famiglia per indicarmi la grande circostanza permanente che conti davvero nella mia vita, il vangelo di Gesù Cristo. Sono ansiosa di condividere di più di questo con voi e di come si riferisca alla maternità.
Le mie mani sono piene di duro lavoro, aiutare mio marito e allevare i nostri quattro bambini. Anche le tue mani sono piene, nonostante le tue circostanze come mamma possano essere differenti dalle mie. Nel nostro lavoro interculturale siamo stati privilegiati nel viaggiare per il mondo e adesso viviamo in una città globale dove convivono persone provenienti da più di cento nazionalità diverse. Le madri hanno situazioni diverse, ma credo che la seguente affermazione sia universalmente vera: le mani di una madre sono sempre piene.
Ma di cosa sono piene?
A volte quel giocherellone di mio figlio prende delle caccole o del cibo non meglio identificato da sotto il seggiolone porgendomeli come regalo. Le mie figlie mi porgono dei messaggi segreti scritti
con i glitter e perciò pieni di brillantini. Fa parte del mio lavoro di madre accettare con entusiasmo questi gesti d’amore (e a volte col disinfettante tra le mani).
Il vecchio detto: “Il lavoro di una madre non finisce mai” risulta veritiero. Durante le sue giornate frenetiche una mamma si prende cura dei suoi figli, se li carica in braccio, si ritrova a raccogliere le stoviglie lasciate qua e là per la casa, lavora per contribuire al sostentamento dei propri figli, si ritrova a dover separare due fratelli che bisticciano, a sfogliare le pagine di un libro di storie, a passare l’aspirapolvere sui pop-corn calpestati.
Le mamme hanno anche le mani piene di abbracci e “batti cinque”. Si potrebbe anche andare oltre e non dire che molte volte al giorno (o all’ora!) una mamma si ritrova anche a contorcere le mani dalla frustrazione e ad alzarle in preghiera invocando l’aiuto Dio.
Qualunque sia il modo col quale le tue mani sono impegnate – benedizioni o difficoltà, o entrambe le cose – la Parola di Dio contiene l’incoraggiamento adatto a te.
C’è molto altro da dire riguardo al lavoro di una madre, a parte il fatto che è duro e che non finisce mai, c’è bellezza e splendore, e vi è una dignità attribuita da Dio. In questo libro affronterò alcuni di questi argomenti.
La cosa però che più mi preme comunicare in queste poche pagine, è che le mamme possono apprezzare una realtà persino più grande del loro ruolo di madri. Non importa da dove vieni o quali siano le tue circostanze, la realtà più grande di cui una madre può essere grata e nella quale può trovare riposo, è l’opera che Gesù ha compiuto sulla croce al posto nostro.
- L’opera purificatrice del sangue di Cristo attraverso il sacrificio del suo corpo sulla croce è più importante dei panni sporchi da lavare che minacciano una valanga se non tolti via subito.
- La risurrezione vittoriosa di Gesù dai morti e il suo trionfo sulla morte sono preminenti sul caos lasciato in casa da tutti i membri della famiglia durante la preparazione per i rispettivi impegni giornalieri.
- La sovranità e il controllo che Gesù ha sul cosmo e sul porre escatologicamente tutto sotto i suoi piedi (cfr. 1 Corinzi 15:27) sono preminenti sui tuoi piani per la serata, sul tuo programma per il week-end e sull’idea che hai per il futuro dei tuoi figli.
Le mani di una madre cristiana sono piene di ogni benedizione spirituale in Cristo (Efesini 1:3) e il compito di educare i figli nel timore del Signore è la sua partecipazione privilegiata nell’opera di Dio di raccogliere tutte le cose in Gesù (Efesini 1:10). Questo Gesù, che serviamo gioiosamente, offre riposo alle madri e riempie le nostre mani con le sue benedizioni. Giorno e notte, momento dopo momento, dobbiamo scegliere di riposare in Gesù. Questo è ciò che significa fare tesoro di Cristo quando le tue mani sono piene, sia che tu abbia un figlio o una dozzina di figli.
Una madre che è nata di nuovo ha una speranza viva tramite la risurrezione di Cristo, ha un’eredità inalterabile, incorruttibile e immacolata, conservata in cielo per lei (1 Pietro 1:3-4). Anche se e mani di una madre possono essere piene di problemi, di lavori usuranti e di spaventose incognite, lei è custodita con la potenza di Dio attraverso la fede, per una salvezza che sta per essere rivelata nel futuro (1 Pietro 1:5).
Per via del vangelo noi madri possiamo rallegrarci, mentre ci ritroviamo le mani piene di benedizioni in Gesù, perché conosciamo la grazia. Il teologo Herman Bavinck disse che sulla base del sacrificio di Cristo Gesù per i nostri peccati sulla croce “Dio può strappare il mondo e l’umanità fuori dalla morsa del peccato ed espandere il suo regno”. Questa è una notizia molto, ma molto buona. Ho bisogno che mi si ricordi ciò spesso, decine di volte al giorno.
Ho bisogno di ricordarlo perché potrei difendere e annunciare la teologia biblica della grazia divina alle mamme e nonostante ciò non vivere nell’identità e nella speranza che Dio mi dà.
La buona notizia per ogni giorno
Jonathan Edwards era solito pregare e chiedere a Dio “voglia tu imprimere l’eternità sulle mie pupille”. Questa preghiera è diventata anche la richiesta del mio cuore.
Quando i tuoi occhi sono fissi sull’orizzonte dell’eternità, ciò ha un effetto anche sul tuo concetto di maternità. Abbiamo bisogno di avere occhi pronti a vedere le cose dal punto di vista di Dio, che è così grande e così glorioso che trasforma la nostra prospettiva di maternità. Nel contesto dell’eternità, dove Cristo è impegnato a regnare sul cosmo, abbiamo bisogno di vedere i nostri momenti terreni per ciò che sono realmente: opportunità di adorazione. Nel lavoro quotidiano (e notturno) di una mamma, ci vengono forniti decine e decine di inviti ad adorare Dio perché egli ci ricorda la speranza che abbiamo a motivo del vangelo. La mia preghiera è che tu possa vedere che il vangelo è una buona notizia per le madri, non solo il giorno del nostro “compleanno spirituale”, ma in ogni singolo giorno.
Il ministero dello Spirito Santo comprende anche quello di portare le nostre insicurezze soggettive come madri, in linea con la realtà oggettiva della nostra sicurezza eterna in Cristo. Come madri abbiamo bisogno di allenare noi stesse a focalizzare l’attenzione sulle cose invisibili ed eterne (2 Corinzi 4:18). Mentre lottiamo per mantenere questa prospettiva e anche se falliamo nella lotta, indulgendo alla tentazione verso l’apatia, dobbiamo osservare la parola di Dio e crederci, anche quando non sentiamo di farlo. Abbiamo bisogno di essere donne di Dio la cui richiesta quotidiana è: “O Signore, insegnami la tua via; io camminerò nella tua verità; unisci il mio cuore al timor del tuo nome” (Salmo 86:11). Durante il nostro cammino nella verità di Dio, avvertiamo anche l’invito dello Spirito a pregare. Le parole della preghiera di Martyn Lloyd-Jones sebbene rivolte a pastori, risultano importanti anche per noi:
Rispondete sempre ad ogni impulso che vi spinge a pregare […] Da dove viene? È l’opera dello Spirito Santo […] (Filippesi 2:12-13) […] per cui non contrastate questo impulso, non rimandatelo mai per il solo fatto di essere occupati […] Una tale chiamata alla preghiera non deve essere mai considerata come una distrazione; rispondete a questa chiamata sempre e comunque, e ringraziate il Signore se vi accade di frequente.
Il lavoro di una madre è santo davanti al Signore.
Come madri guardiamo a Gesù non solo come nostro esempio, ma vediamo anche che egli è la nostra risorsa per amare Dio e i nostri figli. Siccome Cristo ha fatto per noi ciò che non avremmo mai potuto fare per noi stessi, per mezzo della sua potenza possiamo chiedere perdono ai nostri figli quando pecchiamo nei loro confronti, perché Dio in Cristo ha perdonato noi (Matteo 6:12-15, Marco 11:25, Colossesi 3:13).
Per mezzo della sua potenza possiamo umiliarci nel nostro lavoro di madri, perché nessun altro ha mai dimostrato tanta umiltà come il nostro redentore che ha rinunciato al suo diritto di stare in cielo ed ha preso su di sé la morte che meritavamo noi (Filippesi 2:3-8). Per mezzo della sua potenza possiamo sostenere la nostra famiglia con un amore che si sacrifica, perché il Figlio si è sottomesso di buon grado alla volontà del Padre (Giovanni 5:20, 23; 14:30-31). Anche se falliamo nell’amare come ama lui, egli è la nostra giustizia. Gesù ha fatto per noi ciò che non avremmo mai potuto fare per noi stessi. Gesù è la nostra àncora e ci ha ancorati nel suo amore; niente, niente, niente potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù nostro Signore (Romani 8:39).
Il vangelo sta al di sopra e va ben oltre tutte le filosofie pratiche, familiari o i vari approcci costi-benefici sulla maternità. La buona notizia di Gesù Cristo è superiore alla nostra lista di cose da fare e, metaforicamente parlando, al trofeo di “mamma dell’anno”. Lo dico perché il più grande problema che una madre può avere non è la mancanza di creatività, abilità o realizzazione, ma la sua incapacità di amare Dio e gli altri come Gesù fa con lei (Giovanni 13:34). Senza un mediatore che parli per noi, i nostri peccati ci separerebbero sicuramente dal nostro Dio santo, sia adesso che per l’eternità (Romani 3:23). Se questo pensiero non ti ha mai messo in allerta prima, e di conseguenza non sei mai stata confortata dalla croce di Gesù Cristo, allora ti esorto a continuare a leggere.
Guida per mamme indaffarate non fornisce un elenco di indicazioni per divenire una buona madre, ma parla del nostro buon Dio e di ciò che egli ha fatto. La grazia irresistibile di Dio lega a sé il nostro cuore errante e ci rende libere di amarlo a sua volta e di traboccare d’amore per il nostro prossimo. Siamo stati riscattati dal peccato e dalla morte e ci è stata data la vita eterna per mezzo del prezioso sangue di Cristo (1 Pietro 1:18-19) e grazie alla sua opera sulla croce possiamo vivere secondo l’amore di Dio, nelle nostre case e nel mondo, anche se le nostre mani sono piene (Galati 5:16-26; Efesini 4:17).
Nonostante io non mi avventuri nel dare “saggi consigli” sul come fare le mamme (il mio primogenito frequenta ancora la scuola primaria) l’applicazione del vangelo alla maternità è fondamentalmente pratica. Tengo presente un appunto sulla mia scrivania mentre scrivo queste pagine. La nota dice: “Resisti alla tentazione di ridurre la Parola di Dio a bei suggerimenti per una bella vita: piuttosto fornisci loro il vangelo”. I suggerimenti basati sulla Bibbia non hanno mai salvato l’anima di qualcuno dalla distruzione o portato con sé tracce di vita eterna nella loro esistenza terrena. Gesù salva e il frutto dello Spirito è molto più dolce dei fiori infruttuosi di meri consigli morali. Dio ci trasforma prima dal di dentro e poi esternamente. Come asserisce il puritano Jeremiah Burroughs “L’appagamento è una dolce sensazione interiore che coinvolge il cuore. È un’opera intima dello Spirito”.
Le circostanze della tua maternità potrebbero essere difficili, problematiche e confuse. Nonostante ciò, c’è una circostanza che soppianta tutte le complicanze della nostra vita. La semplice verità è che l’unica grande circostanza permanente in cui si vive è che ci è stato permesso di camminare in novità di vita, poiché siamo unite a Cristo per fede mediante la grazia. La nostra gioia non può essere circoscritta alla maternità, ma soltanto in Dio. Tutti noi abbiamo bisogno di consentire allo Spirito di “operare al nostro interno” e di meravigliarci mentre il Signore fa crescere dolcezza e appagamento interiore nel nostro cuore, nella misura in cui impariamo a fidarci di lui.
Forse oggi ti sei svegliata prima dell’alba così da godere la comunione con il Signore e portarti avanti con qualche lavoro e ora ti sembra che la giornata non finisca più. Sono con te. Non so quante volte mi sono chiesta: “È già ora di andare a letto?” In giorni come questi, dobbiamo ricordare che ogni giorno è come un sospiro che è troppo breve da misurare, ma è pieno zeppo di significato eterno. In questo breve sospiro di un giorno qualunque, lo Spirito Santo prorompe e straripa nel nostro cuore con l’amore di Dio in Cristo. Questo è sorprendente. Gesù ci invita a prendere parte in qualcosa di ancora più tenace e duraturo della strisciata di pennarello indelebile viola, che il tuo bambino ha usato per decorare gli armadietti color avorio della tua cucina. A causa del suo amore, Gesù ci invita a sé. Egli dice in Giovanni 15:9: “Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore”.
La mia preghiera è che quanto leggerai in questo libro possa orientarti a far tesoro di Cristo, poiché egli ha riempito le tue mani del buon lavoro della maternità. Ho bisogno anch’io di ricordare ciò, pertanto queste meditazioni sul vangelo potrebbero costituire una lunga “nota a me stessa”. Che la grazia di Dio rinfreschi il nostro cuore e rinnovi la nostra mente attraverso la sua Parola e il suo Spirito, così da poter ammirare “le virtù di colui che ci ha chiamate dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1 Pietro 2:9).
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