“Il lungo ‘68 in Italia e nel mondo”
Il nuovo libro di Marco Boato per i tipi di ELS-La Scuola
Questo libro non è né nostalgico, né celebrativo. Marco Boato, più volte parlamentare, sociologo e giornalista, ricostruisce in queste pagine, senza rimpianti e con rigore analitico e storico-critico, non solo cosa fu il ’68 in Italia e nel mondo, ma da cosa nacque, come si caratterizzò il movimento in quell’anno “epocale” ed anche che cosa resta a cinquant’anni di distanza.
Un’analisi critica, che si avvale di una cospicua documentazione anche inedita, e, senza mitologie o demonizzazioni postume, si rivolge sia alle generazioni adulte o più “anziane”, sia alle nuove generazioni. Lo fa prima delineando lo sfondo storico e sociale del ’68 italiano (la situazione politica dalla rivolta contro il governo Tambroni alle stagioni di Moro presidente del consiglio e il ministro della Pubblica Istruzione Gui, l’omicidio di Paolo Rossi, o i primi morti del centro-sinistra ad Avola e Battipaglia, ma anche il processo Braibanti, l’alluvione di Firenze o il terremoto del Belice, don Milani e le riviste del dissenso), poi passando dall’analisi sociologica della condizione giovanile in Italia all’interpretazione dei movimenti studenteschi negli Stati Uniti e in Germania. Quindi ricomponendo , tessera su tessera, l’ampio mosaico della rappresentanza universitaria, del Movimento studentesco e operaio, dei movimenti sessantottini dall’Europa all’Asia, passando per l’America, anche in relazione ai partiti (specie il Psiup e il Pci).
Largo spazio è dato ai protagonisti, ai testimoni, ai poeti e agli intellettuali di fronte al ’68, non senza qualche rimando autobiografico (ora affidato ad una lettera inedita di Curcio, ora al resoconto di una lezione di “geopolitica” da parte di Marcello Boldrini, o degli incontri con Herbert Marcuse e Carlos Franqui a casa di Luigi Nono). Chiude il volume un’appendice utilissima di “materiali” che documentano anche gli intrecci con il “dissenso cattolico” e la “contestazione ecclesiale”, oltre ad una lucida riflessione conclusiva sul movimento. Insomma: molto più della testimonianza di un protagonista di quel periodo.
Il movimento del ’68 – come spiega Boato – in realtà nasce prima e finisce dopo: per questo il libro si intitola Il lungo ’68 in Italia e nel mondo. Ecco il senso di una ricostruzione storica che risale all’inizio degli anni ’60 e si conclude negli anni ’70. Ma il ’68 fu l’anno cruciale, diventato poi la data “periodizzante” anche per gli storici, a segnare la linea di demarcazione (o la “frattura”) tra il prima e il dopo. E nulla è stato più come prima. Nel movimento del ‘68 ci sono stati anche errori ideologici e contraddizioni politiche, ingenuità e slanci utopici, che poi non si sono realizzati. Mauro Rostagno, uno dei leader del ’68, in occasione del ventennale, nel febbraio 1988, disse: «Per fortuna non abbiamo vinto». Ma pochi mesi dopo, il 26 settembre 1988, venne assassinato a Trapani mentre combatteva la mafia e la corruzione politica. Anche questo suo sacrificio fu un’eredità del movimento del ’68, del suo impegno politico e civile.