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Graphic novel: dinamiche e approfondimenti

I dati relativi al quadro complessivo degli ultimi sei anni si prestano ad alcune considerazioni

Tempo di libri ha dedicato un incontro (a cura di Nielsen) per esaminare l’andamento del genere “graphic novel”(esclusi i libri a fumetti e il graphic novel per bambini).  Rinviando alle slide della presentazione, Giovanni Peresson sul Giornale della Libreria analizza i dati relativi al quadro complessivo degli ultimi sei anni e tira alcune conclusioni.

La prima è il peso in termini di quota di mercato che il settore è venuto ad assumere. Nel 2012 (escludendo Amazon e Gdo) rappresentava lo 0,3% delle copie vendute e altrettanto a valore. Lo scorso anno lo 0,7% a copie e lo 0,8% a valore. Tendendo presente che – oltre ai canali non rappresentati da Nielsen – restano escluse le vendite fatte in occasione di fiere e festival di settore (dove diversi mercati si sono attrezzati e organizzati per rendere più efficiente la loro presenza), e quelle nelle fumetterie . Soprattutto vediamo crescere il mercato dell’80,6% negli ultimi sei anni a copie e ben del 93,0% a valore.

Se osserviamo i dati, vediamo soprattutto che quello del graphic novel è stato uno dei segmenti che è andato sempre in controtendenza rispetto alla media del settore: sia a valore, ma soprattutto a copie. Anzi, la crescita di questo mercato consiste soprattutto in un allargamento del mercato in termini di copie. Sia pur sottodimensionato siamo passati da 279 mila copie vendute nel 2012 a 504 mila nel 2017.

Le ragioni di questa crescita – su cui più volte siamo tornati su queste pagine del Gdl – sta nella capacità delle case editrici di far crescere la dimensione autoriale, nella promozione, nella capacità del genere di confrontarsi ormai con il linguaggio narrativo vero e proprio. Tanto che pesa – nonostante non abbiamo dati sulle vendite dirette in occasione di eventi fieristici, o su Amazon – sulla fiction (italiana e straniera) il 2,2% a valore (probabilmente sfiorerebbe il 4% considerando le vendite aggiuntive).

Si è assistito – e sono anche le classifiche a indicarcelo – a una progressiva «concentrazione» del mercato (anche se è naturalmente improprio definirla così): nel 2012 l’1% degli editori rappresentava circa il 27% del mercato. Cinque anni dopo, questa percentuale sfiora il 45%. E questo lo si vede bene con la «mediona» che rappresenta il calo della tiratura media. Nel 2012, quando venivano pubblicati e distribuiti poco più di 3 mila titoli, era di 91 copie; oggi (con più di un raddoppio di titoli immessi sul mercato) si è scesi a 68!

Ma i dati mostrano una novità di grande interesse lin grado di favorire l’internazionalizzazione del settore. Gli autori italiani crescono di più di quelli stranieri! Questi ultimi tra 2012 e 2017 fanno segnare un + 45,8% a copie e un +53,4% a valore. Quelli italiani – certamente condizionati dal fenomeno Zerocalcare segnano crescite a tre cifre: +124,8% e +143,6% a valore e una più che significativa crescita in termine di quota.
Un’indicazione importante e di estremo interesse in una logica di internazionalizzazione di tutto il settore.

Sempre sul Giornale della Libreria, Antonio Lolli ha analizzato la “tendenza graphic novel” confrontandosi con Maurizio Villotta della Borsa del Fumetto di Milano.

Se fino a qualche anno fa il graphic novel era considerato un genere «di nicchia» destinato unicamente al pubblico degli appassionati, negli ultimi tempi è riuscito a conquistare fasce di pubblico sempre più trasversali, grazie anche all’aumento di popolarità di alcuni dei suoi autori più amati. Questo ha portato il segmento a crescere in termini di vendite anche negli anni in cui la crisi ha fatto sentire i suoi effetti con più forza. Un successo che ha incentivato le case editrici ad ampliare la propria offerta e a puntare sempre di più su tematiche e autori di qualità. Il risultato è quello di segmento editoriale che consente, sia al lettore appassionato sia a quello semplicemente curioso, di scegliere in vasta gamma di storie, che uniscono il valore della narrazione all’importanza dell’illustrazione e degli elementi grafici.

«Zerocalcare è stato senza dubbio l’autore di maggiore successo in Italia per questo genere di fumetti – commenta Maurizio Villotta della Borsa del Fumetto di Milano – perché è riuscito a raggiungere, anche grazie alla sua presenza in rete, una grossa fetta di pubblico in genere poco interessata a questi prodotti. Tanti però sono gli autori che hanno avuto recentemente buoni risultati di pubblico e di vendita, da Jeff Lemire a Bastien Vivés, da Charles Burns a Igort».

Quali sono state le principali tendenze che hanno caratterizzato il graphic novel nel 2017?

Nel 2017, come negli ultimi anni, il graphic novel si è indirizzato sempre di più su tematiche di tipo autobiografico e personale, con gli autori che illustrano, in modo più o meno romanzato o filtrato, momenti di vita vissuta, ricordi, gioie e delusioni. Questo vale anche e soprattutto per gli autori italiani, da Zerocalcare in giù, che sembrano trovarsi a loro agio in questo tipo di storie. Si tratta di un genere che raggiunge in modo efficace i lettori tra i 20 e i 40 anni di età.
Un altro genere che sta funzionando bene è quello del reportage storico e giornalistico, con opere che ripercorrono avvenimenti e figure importanti della storia italiana ed estera (ad esempio con collane come Historica di Mondadori Comics, i cui ultimi titoli hanno avuto a oggetto episodi della seconda guerra mondiale, dell’antica Roma e dell’Inghilterra del Seicento).

Rapporto carta/digitale. Come sta evolvendo l’attenzione per la lettura di graphic novel su supporti digitali?

Anche se i lettori più giovani si dimostrano molto aperti alla lettura dei fumetti in formato digitale (anche perché sono facilmente recuperabili gratuitamente), la maggior parte degli appassionati di fumetti sembra piuttosto restia al passaggio dal fumetto «fisico» a quello digitale. Probabilmente su questo influisce molto, oltre all’abitudine, il fatto che gran parte dei fumetti abbia bisogno di una visione di insieme della tavola per essere apprezzata pienamente, e che gli strumenti digitali (sia per problemi di dimensione dello schermo, sia per l’orientamento dello stesso, nel caso del pc) non riescono ancora a garantire un’esperienza di lettura paragonabile a quella classica. È ovvio che, nel caso venissero realizzati degli strumenti di lettura più adatti ai fumetti, la situazione sarebbe destinata a cambiare.

Quali saranno le tendenze che potremo aspettarci nei prossimi mesi?

A meno di nuovi fenomeni editoriali che potrebbero nascere, nel breve periodo probabilmente assisteremo all’uscita di nuove opere sulla scia dei successi attuali. C’è da dire, comunque, che stiamo osservando sempre di più l’arrivo sulla scena editoriale di editori che cercano di proporre un tipo di fumetto meno canonico e più imprevedibile (ad esempio la Hollow Press e la Eris), e sembra esserci più interesse, rispetto al passato, per questo tipo di opere.
D’altro canto negli ultimi anni sono stati ristampati diversi titoli di classici del fumetto in edizioni di lusso, che hanno riscosso un buon successo. Se consideriamo che l’età media dei lettori di fumetti si sta spostando senza dubbio verso l’alto, è facile prevedere che questo tipo di volumi conquisterà nei prossimi anni una fetta di mercato sempre più ampia, dato che si tratta di iniziative editoriali che puntano molto da una parte sull’effetto nostalgia e dall’altra su lettori consapevoli che cercano di costruirsi una biblioteca che comprenda le opere riconosciute dalla critica come pietre miliari del settore.

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