Itaca Edizioni: una passione educativa
Itaca è una società editrice e di promozione culturale fondata circa trent’anni fa. Il nome dato alla società è stato suggerito da una frase di Mircea Eliade. Egli afferma che Ulisse è emblema dell’uomo il quale nel viaggio della vita rischia di smarrirsi come in un labirinto, ma se riesce a ritrovare la casa, il focolare, allora egli diventa un altro essere.
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L’aspetto più importante – e quasi obbligato – quando si incontra un editore, è collocarne il catalogo: linea editoriale, pubblico di riferimento, esperienze passate e ipotesi per l’immediato futuro. Come presenterebbe, per linee essenziali, la Vostra mission e la Vostra esperienza editoriale ai lettori di «Pensare i/n Libri»?
Ciò che da 30 anni ci muove è il desiderio di selezionare, pubblicare e diffondere libri e prodotti culturali capaci di risvegliare il cuore. Papa Francesco ha definito il nostro tempo un “cambiamento d’epoca” dove ciò che in passato era evidente è messo in discussione, un tempo in cui crescono paure e incertezze. Il nostro cuore però è pronto a ridestarsi ogni volta che incontra storie e persone che testimoniano un sorprendente amore a sé e agli altri, una tenace costruttività e una commovente coscienza della positività del vivere. Perciò, attraverso i libri che pubblichiamo, vogliamo raccontare esperienze che documentano l’esistenza del bene, del vero, del bello, certi che la vita può sempre rinascere e fiorire. Il senso del nostro lavoro, dunque, è contribuire a tenere vivo il desiderio di bene e di felicità di ogni persona.
Quali sono le vostre pubblicazioni “storiche” e quali quelle in preparazione?
La nostra produzione editoriale spazia dall’arte alla poesia, dalla saggistica alla narrativa fino alla scolastica per la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo grado.
Abbiamo alcuni long seller come Il Vangelo secondo Giotto, che narra a piccoli e grandi la vita di Gesù attraverso gli affreschi della Cappella degli Scrovegni e che nel corso degli anni ha venduto oltre 30.000 copie; La Rosa Bianca, la storia dei fratelli Hans e Sophie Scholl che diedero vita al movimento di opposizione al nazismo così denominato; Dante, poeta del desiderio, tre volumi di Franco Nembrini su Inferno, Purgatorio e Paradiso, i romanzi La Promessa, adottato come libro di lettura da molte scuole, come pure Viteliù. Il romanzo della libertà, di cui è in uscita la riduzione per ragazzi, col titolo Viteliù. Il viaggio di Marzio; Marcellino Pane e Vino (sia libro che libro abbinato al dvd). Altri libri di grande successo sono i tre volumi intitolati Le domande grandi dei bambini, itinerario di Prima Comunione scritto a quattro mani da don Andrea Lonardo e padre Maurizio Botta. Tra le pubblicazioni più recenti merita segnalare Giacomo Biffi, Lettere a una carmelitana scalza e Mina sul davanzale, premio selezione Bancarellino 2018.
Particolare rilievo nel nostro catalogo hanno le storie di vita e le testimonianze. Quest’anno abbiamo pubblicato un libro con allegato un docufilm su Bisagno, nome di battaglia del partigiano cattolico Aldo Gastaldi, e uno su Andrea Mandelli, Ti regalo la mia molla, un ragazzo morto in odore di santità.
Freschi di stampa sono due romanzi, I quattro leoni, ambientato nel mondo etrusco, e La stella di Myriam, opera di una monaca clarissa, con prefazione di Dacia Maraini, e Uomo, natura, cultura, una raccolta di interventi di Fiorenzo Facchini.
Tra le pubblicazioni in preparazione segnaliamo una nuova edizione de Il Vangelo secondo Ravenna, di André Frossard, e un saggio su Giobbe e l’enigma della sofferenza.
Qual è il rapporto tra la produzione editoriale strettamente legata alla “vita cristiana” e quella che si occupa di arte, poesia e scolastica?
Tutto quello che pubblichiamo contribuisce alla diffusione di una educazione culturale basata sull’attrattiva della bellezza e sulla ricerca del senso. Per questo parliamo di libri e prodotti culturali capaci di risvegliare il cuore. Per noi i libri sono compagni di viaggio nel cammino della vita. Che si tratti di un libro di pastorale e spiritualità, di testimonianze di vita, di poesie, di romanzi, di arte, di scolastica: tutto concorre al bene.
Quale spazio e senso occupa nella vostra attività la pubblicazione di testi per la scuola? Sono rivolti solo all’IRC o coprono anche altri ambiti disciplinari? Quali canali seguite per la loro diffusione?
In realtà non abbiamo testi per l’IRC, ma testi per diverse fasce di età e discipline. Tutto è nato dall’avere raccolto la proposta che ci ha fatto un gruppo di docenti appassionati di pubblicare degli strumenti didattici che potessero far emergere tutte le potenzialità e i talenti dei loro alunni. È nata così la collana di libri scolastici La Cetra. Sono volumi che nascono sul campo e sul campo vengono costantemente verificati, oggetto di un’attenta ricerca iconografica e di cura nel progetto grafico. Nel nostro catalogo si trovano i libri per tutto il percorso della scuola primaria oltre che i libri di storia, di grammatica, di antologia e l’Iliade e l’Odissea per la scuola secondaria di primo grado.
In comune hanno questa idea forte: le discipline scolastiche sono occasioni preziosissime offerte ai giovani per addentrarsi consapevolmente nella realtà. Per questo occorrono strumenti utili a favorire il dialogo tra insegnanti e studenti, così da mettere in moto la ragione e favorire l’esercizio del giudizio e della creatività.
Libri così, che nascono da una passione educativa, non possono essere veicolati da una rete commerciale tradizionale. Abbiamo scelto come strada per la loro diffusione l’incontro. Organizziamo incontri degli autori con i docenti, andiamo noi stessi a incontrare i docenti nelle scuole. Sempre più accade che chi li utilizza ne consigli l’adozione ai colleghi.
L’ampia varietà di temi del vostro catalogo sottende da parte vostra un’attenzione precipua alla divulgazione. In che modo è possibile, secondo Lei, coniugarla con “l’educazione alla vita buona del Vangelo”? Quali errori non bisognerebbe commettere?
Annunciare il Vangelo è portare a pienezza l’umanità e quindi seminare cultura e civiltà. Ognuno di noi, come membro della Chiesa, ha su di sé questo compito educativo. “La cultura è ciò per cui l’uomo in quanto uomo diventa più uomo, «è» di più, accede di più all’«essere»”, disse Giovanni Paolo II nel celebre discorso all’Unesco. Nonostante il mutato contesto in cui ci troviamo rispetto a qualche decennio fa, ogni uomo continua ad avere una forte domanda di verità, di senso, che può trovare risposta in un libro, una canzone o un film. Ciò che ci muove è andare verso le persone, ridestare queste domande, essere compagni nel cammino della vita. Così come la Chiesa di oggi deve andare verso le periferie, anche l’editoria, in special modo quella cattolica, deve andare incontro alla gente. Ci sono tante realtà che hanno qualcosa di buono da raccontare, così come in tanti c’è una grande sete di verità. Il nostro compito di editori è quello di raggiungere queste persone là dove esse sono.
Con quali criteri avviene la scelta dei titoli da pubblicare? Avete dei consulenti esterni oppure le scelte sono frutto della progettazione editoriale della redazione?
I nostri libri e CD nascono dall’incontro con persone e realtà associative che hanno qualcosa di vero, di buono, di bello da raccontare. Ogni proposta che riceviamo viene valutata da un “comitato scientifico” interno che decide circa la pubblicazione o meno dell’opera. Inizia poi un grande lavoro editoriale fatto di impegno, cura del dettaglio e dialogo costante con l’autore, perché al testo iniziale “venga messo il vestito della festa”, come ci scrisse una volta una nostra autrice.
Un editore vende un prodotto: esiste una definizione di “prodotto culturale” nella quale vi riconoscete di più? Che cosa intendete proporre soprattutto al nuovo pubblico?
Per noi resta insuperata la già citata definizione di cultura di san Giovanni Paolo II. Il prodotto culturale deve servire a far crescere l’umano, comunicare la tensione dell’uomo alla verità, alla bellezza, alla giustizia, al bene, così da alimentare in lui, attraverso l’incontro con la ricerca e la testimonianza di altri uomini, la tensione a tutto ciò che è giusto, nobile, umano. L’attività commerciale è uno strumento perché il bene, costituito dal contenuto del libro, possa raggiungere il maggior numero di persone. È un mezzo, non il fine in funzione di un fatturato. Se un libro non lascia nulla in chi lo legge, perché pubblicarlo? Potrebbe avere successo, ma provocherebbe un danno in chi lo legge. Come un cibo avariato.
La nostra esperienza ci dice che questa scelta alla lunga premia, rende credibili.
Quante novità e ristampe pubblicate ogni anno?
In un anno pubblichiamo circa una cinquantina di novità e una decina di ristampe.
Ultimamente si parla spesso e volentieri di editoria digitale: qual è la vostra posizione di fronte alle “nuove tecnologie”?
Di alcuni nostri titoli esiste la versione e-book. Noi crediamo nell’evoluzione tecnologica e digitale e cerchiamo sempre di essere aggiornati con tutte le novità. Crediamo però anche nell’esperienza multisensoriale di lettura, che è fatta non solo di parole da leggere, ma anche del profumo della carta, dell’emozione delle pagine da sfogliare tra le mani e del rumore delle stesse. Siamo forse romantici, ma a questa esperienza crediamo che l’uomo non rinuncerà mai!
Sul vostro sito è presente uno shop on line per l’acquisto dei vostri libri. Oltre alla scelta di essere presenti sul portale Rebeccalibri.it avete in programma altre iniziative di marketing on line?
Sul web siamo presenti con lo shop on line, ma anche con siti dedicati ad attività specifiche: scolastica (lacetra.it), mostre ed eventi (itacaeventi.it), edizioni Itaca (itacaedizioni.it). Siamo attivi su Facebook e Youtube e stiamo entrando anche su Instagram. Comunichiamo molto attraverso la nostra newsletter, che è il primo strumento per comunicare ai nostri clienti le novità e le proposte che costruiamo con grande cura!
Il 2018 ha segnato un punto di svolta organizzativa per il circuito virtuoso dell’editoria cattolica: la filiera verticale che legava editori, distributori e librerie religiosi parrebbe sulla via del tramonto. È un modello superato o ci sono possibilità di recupero in futuro?
Il contesto è molto cambiato; i confini tra editoria cattolica e laica sono stati ampiamente abbattuti. Sicuramente c’è, anche nei giovani, l’esigenza di libri che comunichino una speranza, un modo vero e positivo di vivere la vita, i rapporti affettivi. Recentemente un romanzo edito da Itaca, Mina sul davanzale, è arrivato alla finale del premio Bancarellino.
Su 80 libri proposti, la giuria ne ha scelti 20 che sono stati inviati alle scuole per la lettura. E i ragazzi hanno largamente votato un testo che ne riflette le esperienze, gli interrogativi, le inquietudini, ma nell’ottica della speranza. Quindi c’è per gli editori cattolici una grande responsabilità, ma occorre essere consapevoli del cambiamento d’epoca, dove le appartenenze sono sempre meno avvertite. Al tempo stesso ci sono meno barriere ideologiche, più apertura a ciò che attrae umanamente.
Per questo noi crediamo molto nei rapporti umani e professionali. Più che modelli, cerchiamo di costruire una rete di relazioni in cui ci si possa vicendevolmente supportare e trovare opportunità di collaborazione. Per quanto riguarda le librerie cattoliche crediamo debbano essere spazi di incontro e di dialogo con la grande domanda di senso che c’è nelle persone. Spazi non asserviti a logiche commerciali, ma spazi di cultura che devono essere sostenibili: questa è la grande sfida.
Per un osservatore esterno vi è quasi sempre la tendenza a soffermarsi sulle affinità anziché sulle differenze, e quindi immaginare il pubblico dell’editoria religiosa come omogeneo. Quale è la sua opinione in proposito?
Più che di un vero e proprio pubblico dell’editoria religiosa si potrebbe parlare del singolo lettore di libri cattolici: e non ci troviamo affatto difronte ad una omogeneità. Anzi… si va da persone consacrate a laici frequentanti, fino a giovani non credenti che si accostano al libro con una domanda di contenuti nuova, magari semplicemente per pura curiosità rispetto ad un certo argomento, salvo poi restarne colpiti per il significato che ne traggono per la loro quotidianità.
I nostri libri non sono solo per cattolici frequentanti, ma per tutti, perché chiunque abbia un cuore desideroso di trovare compagni di viaggio.
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