Rebecca libri

47 anni fa veniva abrogato l’Index librorum prohibitorum

Il 4 febbraio 1966 fu abolita la lista di testi condannati dalla Chiesa perché rei di contaminare la fede e corrompere la morale

A decretare la cessazione dell’Index è stato Paolo VI, dopo il Concilio Vaticano II. Era stato invece Paolo IV a promulgarlo e a farlo affiggere a Roma il 30 dicembre 1558. Il decreto paolino era ben chiaro, e diceva: “Che nessuno osi ancora scrivere, pubblicare, stampare o far stampare, vendere, comprare, dare in prestito, in dono o con qualsiasi altro pretesto, ricevere, tenere con sé, conservare o far conservare qualsiasi dei libri scritti e elencati in questo Indice del Sant’Uffizio”.
Nel corso dei suoi quattro secoli di vita l’Index è stato modificato diverse volte, per lo meno una ventina, è ha incluso non solo testi religiosi (come per esempio tutte le edizioni della Bibbia non in latino e a tutte le opere di Calvino e Lutero), ma anche l’opera omnia di Machiavelli, il “Dialogo sopra i massimi sistemi” di Galileo, il “Decamerone” di Boccaccio, filosofi come Cartesio, Bacon e Spinoza, e scrittori del calibro di Leopardi, Hugo, Flaubert e Moravia.

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