Rebecca libri

Il panorama editoriale e librario in Italia dopo Mondazzoli

Giorgio Raccis, direttore del CEC, riflette sull'acquisizione della Divisione Libri di RCS da parte di Mondadori

Sono passati pochi giorni dal CdA di RCS che ha accettato l’offerta di Mondadori per l’acquisto della Divisione Libri ed è già partito il ballo delle poltrone. Dileguatosi consensualmente verso lidi meno procellosi (e-commerce Banzai, un nome un programma) l’AD Pietro Scott Jovane, per la modica cifra di 750mila euro, in via Rizzoli arriva direttamente dal vertice di Cartasì l’ingegner Laura Cioli. È evidente cosa si ritiene prioritario: gestire un indebitamento netto atteso a fine anno di 350 milioni e i rapporti con le banche creditrici vogliose di rientri, per evitare a una compagine societaria in affanno finanziario e strategico di aprire i cordoni della borsa e sottoscrivere un altro aumento di capitale. E siccome con i soli tagli non si va da nessuna parte e tantomeno si fanno utili per ripagare i debiti, occorrerà trovare anche qualcosa d’altro da cedere. E così via, a meno di miracoli.
Se da una parte è rientrato in pompa magna nel palazzo di Niemeyer Gian Arturo Ferrari, il quale, pur dopo l’esilio trascorso a dirigere il ministeriale e squattrinato Centro per il Libro e la Lettura, rimane sempre un guru narciso che di libri e budget insieme ne capisce, dalla porta d’uscita sono appena transitati pezzi della storia di Segrate come l’ex direttore letterario Antonio Riccardi, il responsabile narrativa Antonio Franchini e l’art director Giacomo Callo.
Su tutta l’operazione, in attesa del solitamente pilatesco verdetto dell’Antitrust nei prossimi mesi, per ora tace il coro di proteste e si chiudono così i taccuini con le raccolte di firme e di distinguo. Vediamo allora di sintetizzare alcune questioni che ci riguarderanno nei prossimi mesi.

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