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Editori e libri ai tempi del Covid-19

Report ISTAT con una analisi statistica dello stop di librerie causato da Covid19 e lo sviluppo del digitale

Nello scenario del Covid-19 il settore editoriale italiano presenta due forti elementi di polarizzazione: dimensionale e geografica. I grandi editori coprono quasi l’80% della produzione in termini di titoli e il 90% della tiratura: se i piccoli editori nel 2018 pubblicano in media quattro titoli all’anno, stampando ciascuno poco più di 5.500 copie, le grandi case editrici producono mediamente 254 opere librarie, con una tiratura di oltre 600 mila copie.

Oltre la metà degli editori attivi è localizzata nel Nord. In Lombardia e nel Lazio opera il maggior numero di editori attivi, in particolare, a Milano e Roma si concentra circa un quarto degli editori attivi e il 39,7% dei grandi marchi.

Le librerie indipendenti rappresentavano – prima del Coronavirus – il canale maggiormente utilizzato dagli editori per la commercializzazione dei titoli pubblicati (con lievi differenze tra grandi, medi e piccoli editori), seguite da e-store italiani e librerie di catena.

Accanto alla chiusura delle librerie, stabilita per tutto il territorio nazionale dal 12 marzo al 13 aprile, seguita dalla riapertura parziale a seconda delle indicazioni regionali, il divieto ancora in corso di organizzare manifestazioni pubbliche e quindi fiere, eventi e presentazioni letterarie, contestualmente alla chiusura di biblioteche, scuole e università, ha privato il settore di una importante opportunità di promozione dei prodotti editoriali.

Gli eventi culturali costituiscono per gran parte degli editori un canale di commercializzazione non trascurabile.

Negli ultimi anni gli editori hanno investito in misura crescente nell’offerta di titoli in formato e-book: la percentuale di opere pubblicate a stampa disponibili anche in versione digitale è passata infatti in soli due anni dal 35,8% nel 2016 (circa 22 mila titoli) a quasi il 40% del totale delle opere librarie stampate nel 2018 (più di 30 mila titoli).

Sul sito Istat si può leggere l’indagine completa

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