Rebecca libri

Storie di titoli tradotti o traditi

Da "Il giovane Holden" a "Il buio oltre la siepe", la ricognizione di Ludovica Lugli sul Post

Ludovica Lugli sul Post passa in rassegna alcuni bestseller i cui titoli sono stati tradotti con scelte “molto particolari”.

Scegliere il titolo di un libro è sempre un’operazione complicata […] e può diventarlo ancora di più quando si tratta del titolo di un testo tradotto. In passato si tendeva a cambiarli radicalmente, mentre adesso le case editrici cercano di rispettare il titolo originale, soprattutto quando si tratta di testi letterari; per quelli più commerciali invece c’è più libertà, visto che per ragioni di marketing è più importante che il titolo sia efficace e intercetti subito i potenziali lettori.

Oggi i titoli tradotti in modo non letterale sono espressioni e modi di dire che non hanno un corrispettivo italiano, oppure neologismi nella lingua originale del testo (per esempio Herztier del premio Nobel Herta Müller, tradotto con Il paese delle prugne verdi, è una parola inventata che significa “la bestia nel cuore”), oppure perché un titolo diverso potrebbe funzionare e vendere di più.

Un altro fenomeno che sta prendendo piede (quando la lingua originale è l’inglese) è quello di non tradurre i titoli: casi famosi sono Fight Club di Chuck Palahniuk e Underworld di Don DeLillo. Questa tendenza è frequente anche per i film e le serie tv, e dipende dal fatto che conosciamo meglio l’inglese che in passato e che anche chi non lo parla bene conosce le parole comuni. Sempre grazie alla maggiore conoscenza dell’inglese, i lettori italiani sono diventati più sensibili alle traduzioni e spesso si aspettano che i titoli tradotti siano fedeli agli originali (e i dibattiti sui titoli tradotti male sono all’ordine del giorno).

 

Continua a leggere sul sito del Post…

Prossimi eventi
Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter
Accesso utente