Quale futuro per le librerie cristiane in Gran Bretagna?
Disaffezione alla lettura e acquisti on line pesano sul futuro degli spazi fisici
Quale futuro si prospetta per le librerie cristiane? Prova a dare una risposta un post della newsletter Evangelici.net che prende spunto dall’articolo comparso il 16 giugno 2022 sul sito di informazione cristiano britannico (Premier Christianity).
Nel servizio in questione si parla della Gran Bretagna, ma in fondo le cose in Italia non sono molto diverse, per cui l’analisi ci riguarda: « … Da tempo la situazione, complice la disaffezione per la lettura, non è particolarmente florida per le librerie, ma negli ultimi anni, spiega l’articolo, gli acquisti online ne hanno compromesso ulteriormente l’equilibrio economico. Il confinamento pensato per arginare la pandemia ha fatto il resto, dando un ulteriore scossone al settore: anche gli over 50 – fascia privilegiata per le librerie britanniche e non solo per loro – hanno cominciato a utilizzare le piattaforme online rinunciando alle loro visite periodiche tra gli scaffali. A causa di questi fattori i librai hanno visto una riduzione significativa del loro giro d’affari, tanto da rendere i bilanci perfino più precari di prima; vale per le librerie indipendenti ma anche per le catene, che non riescono più ad assorbire i costi a fronte di ricavi sempre più risicati.
Chi prosegue l’attività è spesso mosso da passione più che da un riscontro economico, e per questo ci si interroga sul futuro degli spazi fisici, chiedendosi se la presenza strategica di questi locali non possa venire utilizzata in maniera diversa, per quanto collegata allo spirito del servizio cristiano. Nella cittadina inglese di Eastbourne la libreria locale, una volta sospesa l’attività, ha deciso di donare i propri spazi a un’organizzazione di beneficenza che si occupa di accoglienza ai senzatetto. “La loro missione era praticamente la stessa che avevamo noi: essere Gesù per strada”, ha spiegato uno dei responsabili della libreria. Lo stesso percorso è stato seguito da una libreria cristiana a Oxford, dando credito alla tesi di chi sostiene che il focus degli spazi dovrà venir rivalutato distogliendo lo sguardo dai credenti per concentrarlo verso l’esterno.
Secondo altri addetti ai lavori, tuttavia, le librerie cristiane non sono né saranno mai superflue: Internet non offrirà mai un rapporto personale con il cliente né sarà in grado di conoscerlo bene a tal punto da suggerirgli che cosa leggere in base ai suoi gusti. Non solo: le librerie cristiane hanno il vantaggio di venire viste come punti di primo contatto o veri e propri terreni neutri; questo permette loro di testimoniare la fede a chi ha bisogno di una parola di conforto spirituale ma non ha il coraggio di entrare in una chiesa, e la dinamica che si viene a creare in questo modo non andrebbe sottovalutata.»