Presentato il rapporto sullo stato dell’editoria in Italia
Alla Buchmesse con i dati consolidati del 2021 e il primo semestre 2022
Alla recente Buchmesse, durante l’inaugurazione dello Spazio Italia stand collettivo italiano organizzato da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle
imprese italiane in collaborazione con AIE, è stato presentato il Rapporto sullo stato dell’editoria, che fotografa il mercato 2021 nel suo complesso.
L’editoria del post pandemia non solo ha retto l’onda d’urto, ma ha segnato lo scorso anno una forte crescita in tutti i settori con vendite complessive pari a 3,429 miliardi di euro (+10,7%). Si conferma così prima industria culturale del Paese, quarta industria editoriale europea dietro solo a Germania, Regno Unito e Francia. I dati comprendono, oltre il mercato trade (libri a stampa di fiction e non fiction venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione), il comparto educativo, il professionale (libri, e-book, banche dati e servizi Internet), l’export di libri.
Il mercato trade nel 2021 valeva 1,701 miliardi, in crescita del 16% rispetto l’anno precedente. Il comparto educativo (solo libri scolastici di adozione) 780,1 milioni di euro, in crescita del 5,1%. Banche e dati e servizi Internet hanno segnato un giro d’affari pari a 335 milioni euro, in crescita del 6,1%.
Sul lato della produzione, il boom dell’e-commerce ha spinto gli editori a valorizzare ancora di più la propria offerta puntando soprattutto sul catalogo. I titoli in commercio, autopubblicati esclusi, sono stati nel 2021 1,331 milioni, in crescita del 5,3% rispetto l’anno precedente. Il nostro Paese, infine, investe ogni anno oltre un milione di euro in contributi per le traduzioni e negli ultimi vent’anni la forbice tra diritti comprati e venduti all’estero si è ridotta: nel 2020, ultimi dati disponibili, sono stati venduti 8.586 titoli e comprati 9.127 titoli.
Così l’Italia muove i primi passi verso il proprio ruolo di ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, come ha spiegato Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE)
il 2024 dovrà essere per l’Italia un’Expo della cultura e della creatività che permetta al Paese di farsi conoscere ancora meglio in tutto il mondo, non solo in Germania. Siamo già al lavoro: metteremo il libro italiano al centro, ma è un evento che dovrà riguarda non solo l’editoria, bensì tutta l’industria culturale. I numeri che presentiamo oggi testimoniano la solidità dell’industria editoriale italiana, ma non possiamo nemmeno nascondere che il continuo aumento dei costi della carta e il peso dell’inflazione sui consumatori ci fanno guardare all’immediato futuro con preoccupazione