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Il gioco dei frammenti (Gaetano Piccolo, San Paolo, 2020)
5 Marzo 2020, ore 18:30
Questo libro vuole interrogarsi sul perché la modalità comunicativa del racconto funzioni da secoli. La realtà si lascia raccontare, ma soprattutto siamo noi che in questo modo riusciamo a condividere con altri una porzione di mondo da commentare insieme o su cui scontrarci. Il racconto è dunque il luogo in cui la filosofia e la letteratura si incontrano e interagiscono in maniera feconda. Questo libro vuole prendere in considerazione non solo il modo in cui i racconti ci fanno riflettere, ma anche provare a indagare perché questo sia possibile: perché un racconto è capace di farci pensare, cosa avviene quando raccontiamo, come può un racconto riferirsi alla realtà? I racconti possono persino prendere il posto della realtà. Da un lato, essi ci aiutano a preservare la memoria: il racconto è un modo per rivivere o addirittura ritornare laddove non possiamo più essere. D’altra parte, però, possono anche sostituire la realtà nel senso di occultarla, di impedirci di vedere le cose così come sono. La manipolazione della comunicazione consiste appunto nel tentativo di proporre una narrazione delle cose che non è la realtà. L’efficacia del racconto non è una scoperta recente. Il mondo antico ha intuito subito il potere della narrazione: in primis sant’Agostino, in particolare nelle sue Confessioni, ma prima di lui, Aristotele, qui indagato nella sua Poetica. Il percorso del volume ci conduce significativamente laddove in qualche modo è stata posta la domanda, sul rapporto tra pensare e poetare. E coerentemente ci ritroviamo, alla fine, in dialogo con un filosofo e con un poeta, Heidegger e Leopardi: un pensatore che parla di poesia e un poeta che aiuta a riflettere. E di fronte ci siamo noi, immersi come siamo nell’era della comunicazione globale.