“Nulla di più arduo che amarsi” (Giorgia Pinelli, Marcianum Press, 2021)

EROS, AFFETTI, EDUCAZIONE AL TEMPO DEI SOCIAL

L’accesso al seminario è libero e gratuito ed è possibile richiedere un attestato di partecipazione

Ne discutiamo con la Prof.ssa Giorgia Pinelli, Docente di ruolo di Storia e Filosofia e Assegnista di ricerca all’Università di Bologna e autrice del volume: “Nulla di più arduo che amarsi. Eros, affetti, educazione al tempo dei social” (Marcianum Press, 2020).
Discussant:
Prof.ssa Maria Teresa Moscato, già Professore ordinario di Pedagogia generale all’Università di Bologna
Prof. Andrea Porcarelli, Professore Associato di Pedagogia generale e sociale all’Università di Padova (e presidente del CIC)
Introduce e coordina:
Prof. Alberto Spinelli, Presidente UCIIM di Bologna
Interventi
“Le “ragioni” storiche e culturali di una “Paideia costituzionale” – Prof. Luciano Corradini, Emerito di Pedagogia generale e sociale Università Roma Tre, co-autore del volume: “Una convivenza civile. Itinerari di Educazione civica” (SEI, 2020)
“La nuova Educazione civica tra disciplinarità e trasversalità” – Prof. Andrea Porcarelli, Professore Associato di Pedagogia generale e sociale Università di Padova, co-autore del volume: “Una convivenza civile. Itinerari di Educazione civica” (SEI, 2020)
“Percorsi didattici tra musica e cittadinanza a partire dal Canto degli Italiani (Inno di Mameli)” -Prof. Alberto Spinelli, docente di pianoforte e Coordinatore del Liceo Musicale “A. Bertolucci” di Parma, Presidente UCIIM di Bologna

Questo volume muove dalla convinzione che sia possibile (e urgente) ripensare un’educazione all’amore, ripartendo dalle domande fondamentali.
Chi è l’uomo? Cos’è l’amore, cos’è il desiderio? Qual è il vero volto di Eros? Che cosa significa educare? Tali interrogativi sono affrontati in un itinerario che prende avvio dalla viva voce dei giovani e attraversa gli impliciti antropologico-pedagogici oggi prevalenti nell’educazione affettiva a scuola, assieme alle immagini e ai miti di Eros/Amore che popolano il nostro immaginario.