Di libri e lettura. Note a margine del Salone del libro di Chişinău (Moldavia)
La Repubblica di Moldova (Moldavia), tra la Romania e l’Ucraina, è conosciuta da noi più per essere una sorta di badantificio, che per i suoi aspetti culturali. Difficilmente sapremmo dire il nome di una scrittrice o uno scrittore moldavo: al massimo conosciamo qualche romeno (Elie Wiesel, Mircea Eliade, forse Mihai Eminescu), magari ci ricordiamo che Herta Müller, Nobel per la letteratura nel 2009, in Romania ci è nata. Ma per quel che riguarda la Moldavia, vuoto assoluto, complice anche un sistema di informazione che scodinzola dietro alle news americanocentriche (ma dell’America del Nord) e si dimentica di tutto il resto.
Io stesso fino a qualche anno fa non ne sapevo nulla della cultura della Moldavia. Poi, l’Associazione di promozione sociale Italia-Moldavia onlus mi ha proposto la pubblicazione in italiano delle poesie di Grigore Vieru (1935-2009) e ho cominciato a scoprire qualcosa di più di questa varia e affascinante cultura. Quest’anno poi, sempre grazie alla stessa associazione, la mia casa editrice ha pubblicato in italiano il romanzo Compito per domani di Nicolae Dabija. Il romanzo in questione è il libro più letto in Moldavia negli ultimi sessant’anni e racconta la tragedia del popolo moldavo che a seguito del patto Molotov-Ribbentrop (23 agosto 1939) si vide violentato e deportato nei gulag sovietici.
Un grande amore per i libri
C’è un aspetto particolare in questo romanzo: tutta la vicenda – che l’autore romanza sotto forma di una storia d’amore – prende l’avvio da un libro di poesie di Eminescu che deve essere riconsegnato. Un aspetto che consideravo di contorno fino a quando non sono stato a Chişinău, capitale della Moldavia, in occasione del Salone del libro, per il lancio della traduzione italiana del testo. Ho scoperto, così, che, a differenza di quanto accade da noi, la passione per il libro e per la lettura è molto viva in quella terra.
Un esempio: a Chişinău ci sono decine di chioschetti lungo le strade, quelli che da noi potrebbero essere dei baretti nei parchi, che in realtà sono librerie. L’idea è quella di far sì che ci siano quanti più punti vendita possibile di libri, in modo che tutti possano leggere.
In aeroporto si ha libero accesso a circa centomila eBook in varie lingue (tra l’altro, la connessione WiFi è libera in moltissime zone della città) e sugli aerei della compagnia Air Moldova i bambini hanno la possibilità di leggere libri gratuitamente.
Le biblioteche, poi, sono veri e propri templi del sapere, con tutta la liturgia che questo comporta: abbiamo presentato l’edizione italiana del romanzo Compito per domani nella Biblioteca Nazionale della Moldavia, in una sala gremita all’inverosimile, e alla fine si è ballato su musica tradizionale. Ha ballato l’autore, Nicola Dabija (una vera autorità in patria, tanto che le persone lo fermano per strada per salutarlo e di lui ha scritto anche Gorbačëv nelle sue memorie); ha ballato la direttrice della Biblioteca come anche il Rettore dell’Università di Oradea (Romania) lì presente: tutti sotto braccio con la gente comune, per celebrare il libro.
Nei giorni del Salone del libro di Chişinău, si celebrava anche la giornata della lingua romena e ho notato che venivano organizzati pellegrinaggi sulla tomba di Grigore Vieru, nel cimitero monumentale della città, per omaggiare un uomo che ha fatto tanto per la lingua e la cultura del suo popolo. Le persone, di qualunque età e ceto sociale, si scattavano delle foto ricordo con alle spalle il monumento funebre di Vieru. In Italia non abbiamo una giornata dedicata alla nostra lingua e mi sono chiesto quanti siano i pellegrinaggi sulle tombe di Dante o Manzoni in occasione delle nostre feste nazionali.
Ripartire dai piccoli lettori
Dal punto di vista grafico bisogna ammettere che i libri non sono bellissimi, ma confesso che mi sono vergognato un po’ di questa riflessione quando mi sono trovato a Costeşti, comune alle porte di Chişinău, per celebrare la lingua romena e l’inizio dell’anno scolastico. Lì, alla presenza della sindaca, i bambini della prima elementare hanno ricevuto in dono l’abbecedario (che, tra l’altro, è opera di Grigore Vieru) e il pope ha prima incensato e poi benedetto i libri, i bambini e tutti i presenti. Forse è proprio da qui che dovremmo ricominciare: dai bambini. Dall’insegnare loro ad amare la lettura e i libri. Forse solo così potremo ribaltare le sorti della lettura in Italia: saremo anche bravissimi a mandare in libreria libri di fattura eccelsa, che poi se non vengono letti diventano meri soprammobili.
* Didascalia foto: Omaggio al busto di Grigore Vieru nel Parco Stefano il Grande di Chișinău. Da sinistra: Nicolae Dabija, Raissa Vieru (vedova di Grigore), Olga Irimciuc (Scuola europea di Varese), Roberto Russo (editore Graphe.it), Gian Luca del Marco (presidente dell’Associazione di promozione sociale Italia-Moldavia onlus).
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