Intelligenza Artificiale in casa editrice. Intervista ad Andrea Angiolini, delegato AIE all’innovazione
Da quest’anno l’Associazione Italiana Editori si è arricchita di due nuovi delegati alla presidenza su temi di primaria importanza nel settore editoriale: Andrea Angiolini per l’innovazione, diventata centrale con il diffondersi dell’Intelligenza Artificiale, e Florindo Rubbettino per il sud, per la differenza dei tassi di lettura nelle diverse regioni d’Italia.
Come delegato all’innovazione, Angiolini ha creato un gruppo di lavoro per venire incontro alle esigenze degli editori con varie attività di informazione e formazione, in particolare sulle tematiche connesse all’Intelligenza Artificiale (proprio domani, 3 luglio, si terrà un’importante seminario dedicato). Già consigliere del gruppo accademico-professionale dell’associazione, è direttore editoriale della Società editrice il Mulino – costituita nel 1954 e attiva nel campo della saggistica e della manualistica –, dove è anche responsabile delle attività di digital publishing.
Negli ultimi tempi, il tema dell’IA sta acquisendo sempre più importanza nel settore editoriale e sono numerose le possibili applicazioni di questa tecnologia in casa editrice. «Tra gli usi più promettenti al momento, uno riguarda sicuramente le descrizioni alternative delle immagini: fra circa un anno sarà attivo il Digital Accessibility Act, che richiede a chiunque proponga edizioni digitali di corredare le proprie immagini con descrizioni alternative che ne illustrino il contenuto, uno sforzo non da poco per gli editori. Ci stiamo attrezzando a tal proposito e credo che un’IA opportunamente supervisionata possa essere di grande aiuto» spiega Angiolini.
«In più, nel segmento trade del mercato editoriale, l’Intelligenza Artificiale può essere impiegata per la creazione e il monitoraggio di key word sempre aggiornate legate ai libri, in grado di aggiornarsi, ad esempio, rispetto ai trend topic dei social media e proporre quindi contenuti editoriali inerenti alle discussioni più frequenti in rete» continua.
Per quel che riguarda, invece, l’editoria per la formazione superiore, «un ambito di applicazione dell’IA molto promettente concerne la ricerca e la possibilità di proporre, scavando in grandi masse di dati, accostamenti inconsueti e originali che vanno nella direzione di quella interdisciplinarità tanto richiesta dalle università». «Interessante è anche la creazione di ambienti di studio personalizzati che possano analizzare i comportamenti degli studenti per proporre stili di apprendimento o percorsi – tramite l’utilizzo di testi e altri apparati a corredo – individualizzati e personalizzabili, sia per gli studenti che per i docenti» afferma il delegato all’innovazione.
Gli editori universitari stanno intraprendendo varie strade per andare oltre la forma libro. «La carta, in questo segmento, è maggiormente protagonista, ma la direzione è piuttosto chiara: se vogliamo che il sapere progettato, quella cosa che oggi chiamiamo manuale, resti ancora centrale in questo contesto, dobbiamo affiancarlo ad altri linguaggi, contenuti e servizi che accompagnino chi insegna e chi studia in percorsi, come dicevamo, personalizzati» continua Angiolini.
«Da questo punto di vista, le piattaforme di e-learning non sono dei semplici store online che immagazzinano e distribuiscono contenuti in versione epub o pdf, ma sono dei contesti di apprendimento, dove la responsabilità editoriale si esprime anche nel favorire il rapporto tra studenti e tra quest’ultimi e i docenti» conclude.
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