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Intervista a Edizioni Frate Indovino

di Rebeccalibri

Edizioni Frate Indovino, realtà dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, si colloca nel carisma francescano, con la missione di offrire, attraverso le proprie pubblicazioni e il proprio operato, una risposta alla ricerca di senso dell’umanità.
Frate Indovino, inoltre, raccoglie fondi e promuove attività a favore delle popolazioni più svantaggiate del Sud del mondo, come in Amazzonia, in Madagascar, nel Benin, ma anche più vicino a noi, nelle diverse azioni in Italia, intervenendo nelle situazioni di disagio e sofferenza, come nei luoghi terremotati, nelle parrocchie o nelle cappellanie d’ospedale.
Frate Indovino caratterizza le proprie molteplici attività con uno stile semplice, francescano, proponendo la purezza di una vita imperniata sulla fraternità evangelica, suggerendo uno stile di vita sobrio e nel rispetto di una dimensione ecologica integrale.

 

L’aspetto più importante – e quasi obbligato – quando si incontra un editore, è collocarne il catalogo: linea editoriale, pubblico di riferimento, esperienze passate e ipotesi per l’immediato futuro. Come presenterebbe, per linee essenziali, la Vostra mission e la Vostra esperienza editoriale ai lettori di «Pensare i/n Libri»?

La nostra “avventura editoriale” nasce nell’immediato dopoguerra, con la pubblicazione dell’almanacco dell’anno 1946 spedito in omaggio agli abbonati della rivista che, da Assisi, teneva collegati i benefattori e le missioni cappuccine della Provincia dell’Umbria.
Questo legame inscindibile con le missioni e l’evangelizzazione è certamente il trait d’union che lega tutto quanto facciamo. Questo fa sì che il nostro pubblico di riferimento sia molto vasto ma, se da una parte ci lascia liberi nella programmazione, dall’altra ci costringe alla semplicità e ad un costante lavoro di sintesi tra le mille sfumature che ritroviamo nel carisma di Francesco. A testimonianza dell’affetto cresciuto negli anni è l’entità dei rapporti che abbiamo costruito: il vero cuore della nostra attività è infatti la relazione personale con ciascuno dei nostri lettori, che si riflette anche nei numeri di quanti sono collegati ai nostri social.

 

La storia di Edizioni Frate Indovino è strettamente legata al celeberrimo Almanacco, vero e proprio segno distintivo. Che rapporto c’è tra l’Almanacco e le diverse proposte editoriali della casa editrice?

Il Calendario, con la sua ciclicità annuale, guida gran parte delle nostre proposte editoriali. Il comitato editoriale proprio con la scelta del tema dell’almanacco in qualche modo indica anche tutte le attività corollario e le pubblicazioni di approfondimento, che poi si riflettono e trovano forma in libri, web e social. A fianco dell’almanacco dedicato al Cantico delle Creature, abbiamo dato vita ad una serie di piccoli volumetti, scritti da personaggi noti non solo nel mondo francescano o cattolico, i quali sviluppano ciascuno una parola che appare nel Cantico. Per questo progetto abbiamo chiesto un contributo che scaturisse dal vissuto personale, dall’intimo, e dalla propria competenza professionale per offrire un libro dalla lettura gradevole ma ricca spiritualmente e culturalmente.
E similmente nel mensile, dedicando in ogni numero l’articolo di prima ad una sorta di lavoro a più mani, in un continuum tematico, coinvolgendo i nomi più diversi, da Michele Serra a Erri De Luca, da Daniele Mencarelli a papa Francesco, tutti con una lettura diversa dello scritto del Poverello di Assisi.
Ora ovviamente stiamo lavorando alle uscite del 2023: il Calendario è già dal tipografo… assieme alle bozze dei libri.

 

Come si colloca la presenza di Frate Indovino nella grande famiglia francescana?

Gli editori dell’area cattolica, generalmente nati da un carisma e sulla scorta di una forte spinta iniziale, corrono più degli altri il rischio dell’autoreferenzialità e dell’operare in una sorta di un campanilismo autarchico. Proprio assieme agli altri editori della famiglia francescana stiamo cercando di lavorare più di concerto, condividendo le esperienze (in questo senso il nostro recente ingresso nel Consorzio EFR) e sperimentando nuovi progetti editoriali. Una bella iniziativa, legata alle iniziative legate all’imminente ottocentenario francescano, ci vedrà partner con Edizioni Porziuncola e Casa Editrice Francescana Assisi (del Sacro Convento) con una serie di piccole pubblicazioni sull’attualità di Francesco. A giugno la prima uscita.

 

Come si riflettono il carisma francescano e l’attività caritativa di Frate Indovino nelle scelte editoriali? Quale il legame tra l’operato solidale e l’attività editoriale?

Nella società contemporanea cresce l’esigenza di trasparenza e accountability, intesa soprattutto nel dar conto all’esterno del corretto utilizzo delle risorse e di come i risultati siano in linea con gli scopi istituzionali. Per questo è vitale il nostro legame con la Fondazione Assisi Missio ETS, che è in un certo senso il nostro braccio operativo. Recentissime le iniziative legate al sostegno di quanti soffrono per la guerra in Ucraina, che ci hanno visto coinvolgere in attività di raccolta fondi e generi di prima necessità, oltre i nostri sostenitori, anche altre realtà del Terzo settore e dell’imprenditoria del nostro territorio. E sempre rimboccandoci le maniche, abbiamo attivato un progetto di volontariato d’impresa con la Caritas diocesana per la gestione degli empori, della mensa per i poveri e altri microprogetti. Ma il nostro sostegno negli anni è andato soprattutto alle opere sociali dei frati cappuccini nelle terre di missione, e tra queste mi piace sottolineare la missione nel cuore dell’Amazzonia, lungo i 1.200 km del Rio Solimões, esperienza che è divenuta simbolo nelle campagne di sensibilizzazione per la cura del Creato.

 

A fianco del marchio editoriale Frate Indovino, è nata anche Edizioni Francescane Italiane. Cosa vi ha spinto a questa scelta e cosa distingue e caratterizza questo secondo marchio editoriale?

In realtà il marchio Edizioni Francescane Italiane esiste fin dagli anni ’70: da qualche tempo però giaceva nel cassetto e l’abbiamo rivitalizzato suddividendo le linee editoriali tra i due marchi. Com’è facile vedere l’acronimo è sempre EFI ma gli ambiti saranno diversi: per le Edizioni Frate Indovino abbiamo pensato gli approfondimenti del Calendario e le tematiche legate alle tradizioni dei conventi (settore peraltro dove siamo un po’ il marchio capofila); per le Edizioni Francescane Italiane stiamo lavorando ad alcune linee di saggistica, sempre con l’anima divulgativa, dedicate all’approfondimento di alcune aree di attualità centrate su temi decisivi, come la cura del creato, l’economia solidale e la reciprocità.

 

Come concepite e come vivete la forte spinta dei cambiamenti tecnologici anche in ambio editoriale? Ritenete abbiano un valore aggiunto e quali sono le prospettive che esse offrono, pensando anche alla vostra specificità?

Su questo ritengo che ancora non abbiamo trovato la nostra via: assistiamo a questa grande (e rapida) evoluzione ma forse un po’ da spettatori, ancora incerti sulla via da prendere. Abbiamo fatto delle esperienze in qualche modo obbligatorie se si vuole dire qualcosa con i social media, puntando ad una grande commistione tra carta e video, girando ad esempio alcuni book trailer, oppure interagendo su diverse piattaforme diversificando i formati (tutti i nostri libri escono contemporaneamente nella versione carta+ePub) ma probabilmente dovremmo fare di più. Non solo le nuove generazioni frequentano il mondo digitale…

 

Per un osservatore esterno vi è quasi sempre la tendenza a soffermarsi sulle affinità anziché sulle differenze, e quindi immaginare il pubblico dell’editoria religiosa come omogeneo. Quale è la sua opinione in proposito?

Questione annosa… e pericolosa! A mio avviso se si pensa al “pubblico dell’editoria religiosa” come ad un ambiente nettamente circoscritto, una sorta di circolo culturale, si è fuori strada. Penso invece che, pur con la necessità di mantenere la propria identità (come si può dialogare altrimenti?), si debba lavorare a 360 gradi, per arrivare a tutti. Guardare quindi ad un ideale “nostro” pubblico equivale già a chiudersi, rinunciando ad ogni dialogo culturale.

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