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Intervista a Edizioni Sanpino

di Rebeccalibri

La casa editrice Sanpino (eS) nasce nel 2021 nel silenzio della pandemia. Un anno, quindi, indimenticabile, che già in sé manifesta la passione che ha spinto Cristina Florio, sua fondatrice, a intraprendere una nuova avventura editoriale. 

La Sanpino si pone l’obiettivo di provocare pensieri ed emozioni con particolare attenzione alla cultura contemporanea e ai segni dei tempi. Intende riproporli con una produzione di alta qualità. Per questo motivo dedica una cura particolare alla selezione degli autori, alla ricerca di testi adatti ad un pubblico ampio per una vasta divulgazione e al “packaging” delle idee in una elegante veste editoriale corredata da immagini originali.

Per passione e prossimità geografica, l’editrice è particolarmente attenta alla cultura transalpina e, oltre ad un costante monitoraggio del panorama culturale nazionale, dedica interesse agli autori stranieri che coniugano letteratura e ricerca spirituale di ispirazione cristiana.

INTERVISTA EDIZIONI SANPINO

  1. La storia di Edizioni Sanpino si intreccia con un periodo storico unico e, potremmo definire, drammatico, quale quello della pandemia. Qual è stata la genesi di questa scelta e come avete affrontato le difficoltà certamente presenti in simile circostanza?

Il tempo della pandemia è stato sicuramente drammatico, uno “stop” mondiale che ha colto tutti impreparati e disarmati… In attesa che passasse quello tsunami mondiale, forte della mia passione per i libri, ho cercato di dare uno scossone a quel “fermo obbligato” coinvolgendo alcuni amici autori ed esperti di letteratura.

Con una serie di videochiamate, come il tempo ci imponeva, ho coinvolto alcuni amici e insieme abbiamo maturato l’idea, sicuramente temeraria, di avviare una nuova casa editrice. Al mio fianco ho: don Valerio Bocci, autore di numerose pubblicazioni ed esperto di editoria, Bruno Barberis, sindonologo e conferenziere di fama mondiale, l’evergreen don Pino Pellegrino che ha firmato centinaia di bestseller educativi e catechistici, don Emanuele Borsotti, esperto di liturgia e attento al dialogo fra teologia, spiritualità e discipline umanistiche. È stata la nostra risposta a quel bisogno di svolta e di un nuovo cammino di cui sentivamo l’urgenza e il desiderio. 

Qualcuno ci ha preso per folli pensando all’aria che tira nel settore dell’editoria. E un po’ lo siamo stati, anche se preferirei parlare piuttosto di coraggio. Un ingrediente indispensabile, soprattutto in questo tempo, unito con il confronto quotidiano, in cui condividiamo le idee e le linee di lavoro, ognuno con la propria specificità. 

  1. Da dove nasce il nome della casa editrice?

In un primo tempo è nato per gioco, ispirati dal nostro “istigatore” come lo chiamiamo noi, don Pino Pellegrino, che per oltre un anno, ogni giorno mi invitava a intraprendere la strada di una nuova editrice. Poi ci siamo talmente affezionati al nome che lo abbiamo scelto.

Quando lo proponevamo, come una specie di test, ai familiari e agli amici, come risposta ricevevamo facce perplesse. Tanti si aspettavano un nome più classico, o che prendesse forma dal mio cognome, ma nessun’altra proposta ha battuto mai il nomignolo iniziale, breve e facile da memorizzare. Sarà stato un caso, ma i primi ragionamenti sulla casa editrice hanno avuto inizio proprio sotto le luci di un albero di Natale e così… Da qui l’albero nostro logo.

  1. Quando si incontra una giovane casa editrice, viene spontaneo classificarla nel panorama editoriale attuale e in una qualche “famiglia” culturale. Dove ritenete di collocarvi? Vi riconoscete in un filone definito?

Siamo certamente ancora in una fase di rodaggio che ci aiuta a focalizzare sempre meglio il nostro “DNA”. Ma da come risulta dal nostro catalogo la matrice è certa: religiosa ma in modo trasversale, che permette di attraversare il sociale, l’etico, lo storico e il catechistico.

 

  1. L’aspetto più importante strettamente connesso alla vostra collocazione editoriale e culturale riguarda il catalogo: linea editoriale, pubblico di riferimento, esperienze passate e ipotesi per l’immediato futuro. Come presenterebbe, per linee essenziali, la mission e l’esperienza editoriale di Edizioni Sanpino ai lettori di «Pensare i/n Libri»?

Quando un lettore avrà tra le mani un libro di edizioni Sanpino (eS) dovrà avere immediatamente chiaro il fatto che sta per sfogliare un testo che parla di fede, osservata da ogni punto di vista, compreso anche quello della “mancanza di fede”. Credo sia fondamentale oggi scandagliare l’humus in cui ogni religione muove i suoi passi. In modo critico e sincero. Il crollo delle vocazioni religiose, i mutamenti antropologici culturali e del comportamento, l’analfabetismo morale… a che punto hanno condotto la fede? Noi proveremo a trovare delle risposte.

  1. Quali nuovi progetti editoriali in preparazione?

Stiamo inaugurando la nuova collana “Racconti”, che punterà molto sull’educazione del rispetto della vita, in ogni sua forma. Presto andranno in stampa testi sull’ambiente e stiamo fortemente valutando alcuni temi di analisi critica riguardanti il mondo della finanza. Inoltre, per una serie di proposte che ci sono giunte da diversi autori, stiamo studiando come dare spazio anche al mondo della poesia. Eugenio Montale, nel suo discorso per il Nobel, si domandava quale posto può avere nel mondo di oggi la poesia, che delle arti definisce “la più discreta”. Oggi possiamo trovare delle splendide poesie anche in un post su un social, dentro alcune canzoni o in brevi messaggi.

  1. Quante novità pubblicate ogni anno?

La edizioni Sanpino è nata l’8 febbraio del 2021 e conta già 11 collane e oltre 20 titoli stampati. Il primo di questi (giugno 2021), Benedetto XVI. La vita e le sfide, di Luca Caruso, si è aggiudicato il 2° premio della X edizione del Concorso Letterario “Cardinale Michele Giordano”. Sono inoltre in fase di pubblicazione tanti altri titoli di autori stimati, come Giuliano Vigini, Luigino Bruni, Luciano Moia, Lucio Brunelli, Domenico Quirico, Mons. Vincenzo Paglia. Siamo intorno alle 40 novità. Considerando quanto siamo “giovani” direi che il coraggio con cui siamo partiti ci stia premiando.

  1. Quale valore aggiunto e quali prospettive offrono le nuove tecnologie nel campo della comunicazione e dell’editoria pensando anche alla vostra specificità? Pensiamo per esempio alla scelta del blog creato sul vostro sito, ma non solo…

Oggi siti e social hanno un valore non trascurabile, soprattutto per gli ultimi arrivati come siamo noi. È una strada faticosa ma irrinunciabile. Il nostro sito riceve molte visualizzazioni e stiamo lavorando per tenerlo sempre aggiornato. Un passo alla volta.

Quanto all’editoria digitale, ne avverto l’importanza e la incrementeremo sicuramente, però per me il libro rimane un tesoro “da tenere in mano”, a cui riservo sempre una particolare attenzione al suo contenuto, ma anche alla sua veste grafica: la scelta del font, la grafica della copertina, il tipo di carta… il suo profumo. 

  1. Sul vostro sito è presente una sezione interamente dedicata a Manuel, un bambino che definiremmo “speciale”. Come nasce questa attenzione particolare e come si colloca nell’attività editoriale?

È una scelta dettata da una particolare attenzione ai testimoni del nostro tempo. Possono essere gli adulti, ma anche i piccoli come appunto Manuel Foderà. Un bambino di 9 anni che ha lottato contro il tumore con un coraggio e una serenità che hanno dell’incredibile, come testimonia la sua biografia scritta da don Valerio Bocci.

I suoi genitori sono stati invitati a parlarne nel recente Congresso Eucaristico di Matera a cui ha partecipato anche Papa Francesco.

Il suo nome, e soprattutto il suo messaggio, hanno superato i nostri confini e hanno raggiunto Paesi come il Messico, la Spagna, l’Indonesia fino a Papua Nuova Guinea. 

Chi legge gli episodi di cui Manuel è stato protagonista, le sue preghiere, le sue lettere, i suoi racconti ne rimane catturato. E, a volte, cambia anche stile di vita.

  1. Per un osservatore esterno vi è quasi sempre la tendenza a soffermarsi sulle affinità anziché sulle differenze, e quindi immaginare il pubblico dell’editoria religiosa come omogeneo. Quale è la sua opinione in proposito?

Io sogno un pubblico variegato, un insieme di culture che si incontrano e si riconoscano nei sani princìpi, seppure in forme diverse. Per questo motivo riserveremo un’attenzione particolare ai testi che arrivano da ogni parte del mondo proprio per far parlare il patrimonio della diversità culturale che va diffuso in quanto le culture sono il frutto della libertà di un popolo, o della sua privazione. Puntiamo, perciò, a un catalogo che parli di valori comuni in forme diverse. Il Vangelo è l’esempio di cosa voglio dire: nasce in un determinato contesto storico ma supera tutti i confini culturali e temporali. Ed è sempre attuale.

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