L’editoria religiosa in Italia è quasi un atto di fede
È il 9 per cento della produzione libraria italiana, ma fatica a rendersi riconoscibile. E spera nel Giubileo del 2025.
Qualunque cosa sia, «l’algoritmo» ci ha ormai abituati a tutto. Vai su internet a cercare i libri del Papa e Amazon ti spalanca una pagina con tutti i libri di Ron Hubbard, il delirante fondatore di Scientology. Eppure da qui si capisce quanto possa essere sfuggente la definizione di «editoria religiosa». Nelle librerie generaliste la sezione apposita, quando ce ne sia una, propone surreali convivenze tra le Encicliche del papa e le interviste esistenziali a Fabrizio De André, tra la sociopolitica del presbitero Don Luigi Ciotti e le teorie desacralizzanti e paleoastronautiche di Mauro Biglino.
Per capirci qualcosa, nella definizione di editoria religiosa andrebbero fatti rientrare solo «i libri che formano allo studio e alla conoscenza delle religioni», come ci spiega Giuliano Vigini, docente di Editoria all’università Cattolica di Milano, tra i massimi esperti italiani anche di numeri e di statistiche della carta stampata. Parliamo di mercato.
«L’editoria religiosa – continua Vigini – non è un mercato, ma un insieme di mercati. In Italia le case editrici cattoliche dirigono la loro produzione verso le librerie specializzate, non potendo affrontare i costi d’ingresso in quelle di catena. D’altra parte, gli editori laici generano da soli il 30 per cento dell’editoria religiosa, basti pensare ai libri con il marchio Piemme, a quelli della Mondadori, adesso anche di Solferino, e anche di Einaudi che, per esempio, sta per far uscire un’edizione della Bibbia».
La domanda di volumi intorno alla fede subisce vampate e momenti di recessione, né più né meno che come gli altri campi. Qualcuno ricorderà la deflagrazione di Varcare la soglia della speranza (Mondadori) che innalzò papa Giovanni Paolo II agli onori delle vetrine e delle classifiche.
Roberto Carnero, che insegna Letteratura italiana all’università di Bologna (campus di Forlì), mette in guardia dal «pregiudizio che l’editoria cattolica faccia solo libri di argomento religioso, quando invece, per esempio, le Edizioni San Paolo parlano di tutto, dalla storia alla psicologia, dall’antropologia alla letteratura. C’erano anche collane di testi letterari però ecco, mi pare che quelle siano state soppresse. Ma comunque i media stessi ghettizzano il genere; lo stesso titolo pubblicato da un editore laico viene preso più in considerazione che se esce con un editore considerato di settore. È una disattenzione per inerzia».
La sensazione di marginalità è però visibile, per esempio nel fatto che ogni anno il Festival dell’editoria cattolica, promosso dall’Unione cattolica della stampa italiana, si tenga ai primi di ottobre, solo in coda al festival Pordenonelegge. E dire che i volumi a carattere religioso pesano comunque almeno per il 9 per cento sul totale della produzione libraria italiana, che gli editori a essi deputati sono 185 e che sono ben 631 quelli laici che producono libri sul tema (quasi il 30 per cento di quel mercato). Solo i libri di papa Francesco escono ogni anno in novanta edizioni diverse, e Fratelli tutti o la lettera apostolica su Dante, Candor lucis aeternae, hanno venduto oltre 300mila copie a due mesi dall’uscita.
Non dimentichiamoci però che esiste anche un’editoria di approfondimento sull’ebraismo (La Giuntina di Firenze è la più importante). O quella protestante; poco più di un anno fa ne è mancato il principale animatore, Carlo Papini (valdese), che fin dagli anni ’50 con la sua Claudiana ha diffuso il pensiero della Riforma.
Secondo gli studi dell’Associazione italiana editori l’intero settore ha sofferto un arretramento a metà degli anni Dieci, un passivo mai colmato, e dovuto anche a indulgenze autoreferenziali. Proprio mentre sono in crescita, fra i lettori di editoria religiosa, i non credenti, ormai quasi il 40 per cento. Si va più in libreria che in chiesa.
«I sacerdoti ultimamente considerano un lusso il tempo dedicato alla lettura e alla meditazione, presi come sono da altri problemi», spiega ancora Vigini. «Non c’è spazio per la carità dell’intelligenza».
Sono privilegiati gli autori che non hanno timidezze nel promuovere se stessi, come il cardinale Gianfranco Ravasi e Enzo Bianchi, già priore della comunità di Bose, quasi sempre in classifica e sempre presenti nelle centinaia di punti vendita di Mondadori, Feltrinelli, Giunti. Perciò, e per non perdere terreno, persino la Libreria editrice vaticana è passata al distributore Byblos, e non è escluso che arrivi negli autogrill.
Il sondaggista Nando Pagnoncelli, studiando la popolazione dei lettori di editoria religiosa, ha trovato «donne, laureati, residenti nelle regioni del centro, cattolici praticanti impegnati nelle organizzazioni religiose o fedeli di altre religioni».
Tornando a parlare di mercato, però, tocca ricordare che nella sola provincia di Milano vengono vendute tante copie quante in 8 regioni del Sud, Lazio compreso. Esclusa Roma, dove gli addetti guardano al Giubileo del 2025 come a un’imperdibile occasione.
Le immagini che corredano gli articoli del Pensare i/n Libri sono immagini già pubblicate su internet. Qualora si riscontrasse l'utilizzo di immagini protette da copyright o aventi diritti di proprietà vi invitiamo a comunicarlo a info@rebeccalibri.it, provvederemo immediatamente alla rimozione.