Queriniana: serietà del contenuto, novità, chiarezza di linguaggio
L’Editrice Queriniana si rifà, nel nome, ad Angelo Maria Querini, vescovo di Brescia e poi cardinale a capo della Biblioteca Vaticana.
Nel 1884 si apre a Brescia una tipografia che porta il nome di “Queriniana”: è il primo nucleo di quella che diventerà l’Editrice Queriniana. Nel 1886 questa tipografia viene trasferita in quella che attualmente è via Piamarta a Brescia e prende il nome di “Tipografia e Libreria Queriniana”. Da quel momento inizia una attività di pubblicazioni che la qualificano come l’unica editrice cattolica del capoluogo lombardo: tutta la stampa cattolica bresciana – Il cittadino di Brescia, La voce del popolo, Scuola italiana moderna, Il frustino, La madre cattolica ecc. – viene stampata in via Piamarta. Responsabile della Queriniana di quegli anni è padre Giovanni B. Piamarta (1841-1913), il fondatore della Congregazione religiosa della “Sacra Famiglia di Nazareth”. È a lui, oggi santo, che si deve il passaggio da una Queriniana semplice tipografia a una Queriniana editrice.
È con il 1965, anno della conclusione del concilio Vaticano II, che l’Editrice prende a caratterizzarsi per una spiccata nota di internazionalità. Tutto nasce dalla fondazione di Concilium, “Rivista internazionale di teologia” che raggruppa i più grandi teologi venuti a Roma per partecipare al concilio in qualità di periti. Essi volevano che la rivista Concilium fosse negli anni a venire “espressione della responsabilità della teologia cattolica di fronte ai problemi del mondo”. A partire da questo primo impulso decisivo, fin dagli anni Settanta l’Editrice inizia a pubblicare opere di altissimo profilo. Prendono forma due prestigiose collane – “Biblioteca di teologia contemporanea” e “Giornale di teologia” (entrambe dirette da Rosino Gibellini) – che ancora oggi rappresentano per l’Italia l’espressione più elevata della ricerca teologica. Sempre a partire dalla stagione conciliare, l’Editrice si specializza anche nel campo pastorale e della pedagogia religiosa con la pubblicazione di riviste specializzate – Servizio della parola, Religione & scuola, Rivista di pastorale liturgica – e frutto di ricerca e di sperimentazione. Nel 1996 lascia la sede storica di via Piamarta, per trasferirsi in via Ferri, in una nuova sede, più moderna, ampia e funzionale.
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L’aspetto più importante – e quasi obbligato – quando si incontra un editore, è collocarne il catalogo: linea editoriale, pubblico di riferimento, esperienze passate e ipotesi per l’immediato futuro. Come presenterebbe, per linee essenziali, la Vostra mission e la Vostra esperienza editoriale ai lettori di «Pensare i/n Libri»?
Parlare di “mission” editoriale è compito impegnativo. Per l’Editrice Queriniana la risposta si potrebbe articolare su diversi livelli:
– L’intenzione primaria fin dall’inizio, e soprattutto dalla ripresa dopo il concilio Vaticano II, è quella di segnare una “presenza qualificata” nella promozione di una “cultura religiosa”, sia specialistica sia a livello educativo: ovvero l’intenzione di cooperare a una diffusione della proposta cristiana per una elevazione della vita sociale e umana nel nostro paese. In particolare, dopo il concilio si trattò di una sfida per la diffusione degli orientamenti conciliari, per la corretta comprensione dei documenti e per una svolta significativa nella prassi delle comunità cristiane.
– In secondo luogo, proprio a partire dalla finalità indicata, l’Editrice Queriniana si è voluta caratterizzare per un visibile “internazionalismo”: in effetti essa ha svolto un ruolo rilevante nel marcare quella che è stata definita “l’età delle traduzioni”. L’apertura alle pubblicazioni europee e internazionali ha risposto all’esigenza di favorire lo scambio delle idee, il dibattito e il dialogo tra le diverse posizioni in campo, a vantaggio di una migliore e più diffusa “competenza” da parte di tutti i cristiani. A dimostrarlo basta uno sguardo panoramico al catalogo, dove è possibile trovare libri che raccolgono i frutti della ricerca personale e accademica in campo biblico, teologico, pastorale, spirituale ecc.; manuali completi per lo studio delle materie sopra accennate e per uno svecchiamento e un rinnovamento della ricerca teologica sia nei contenuti che nei metodi; inoltre, collane che hanno come scopo un “aggiornamento” permanente sia per professionisti di materie religiose sia per un pubblico più ampio ad esse interessato; e anche libri e saggi per la riflessione (meditazione) personale e per dare un aiuto ad un corretto uso delle fonti e un orientamento nelle scelte pastorali, ad esempio per il rinnovamento della catechesi e, più in generale, per una rinnovata educazione umana e cristiana.
– In terzo luogo, l’Editrice Queriniana ha voluto contribuire, con il suo lavoro, ad una immagine di chiesa presente nei mutamenti sociali e culturali in atto, di una chiesa “capace di pensare” e in grado di fornire orientamenti costruttivi, una chiesa che potesse diventare punto di riferimento credibile per tutto il paese nel suo sviluppo storico: un pensare cristiano che si fa interprete delle trasformazioni a diversi livelli. Si comprende in questa cornice il ruolo delle aree privilegiate a livello editoriale, quali: Bibbia, Teologia, Spiritualità, Liturgia, Storia, Saggistica e numerose altre.
Quali sono le vostre pubblicazioni “storiche” e quali quelle in preparazione?
Per quanto riguarda le pubblicazioni “storiche” il catalogo Queriniana è una miniera in cui si possono trovare le opere più significative che hanno contribuito all’aggiornamento della teologia in Italia in questi 50 anni del dopo-concilio.
Si può qui fornire solo un accenno indicativo all’ampio settore denominato «Grandi opere», e alle due collane più conosciute: «Biblioteca di Teologia Contemporanea» (giunta al n. 188) e «Giornale di teologia» (giunto al n. 407).
Tra le «Grandi Opere» è giusto almeno segnalare il Corso di dogmatica “Mysterium Salutis”, in 12 volumi, che è stata l’opera di formazione teologica postconciliare più importante.
Nell’ambito della formazione teologica specialistica (in tutti i suoi diversi campi: teologia fondamentale, dogmatica, morale, liturgica e pastorale) l’Editrice si è distinta per i numerosi “corsi”, fino all’ultima proposta prevista in 15 volumi e non ancora completata, del «Nuovo corso di teologia sistematica».
Degni di menzione sono anche:
– il Dizionario Teologico, in 3 volumi, poi ripreso e aggiornato come Enciclopedia Teologica (1989, 19902) e, completamento rielaborato e ampliato, nei 4 volumi dei Concetti fondamentali della teologia (in BTC, 2008);
– il Nuovo Grande Commentario biblico (con Cd-rom interattivo) e vari altri Commentari biblici;
– la Storia ecumenica della Chiesa (nuova edizione aggiornata: 2009-2010), insieme ad altre edizioni di Storia della Chiesa;
– i Concetti fondamentali di filosofia, in 3 volumi (1982).
– il Compendio delle parabole di Gesù (2011) e il Compendio dei miracoli di Gesù (2018).
E inoltre numerosi altri Lessici, Dizionari, Introduzioni e Commentari nel campo biblico, teologico, storico e pratico.
Questo ampio settore editoriale rimane anche oggi aperto a continui aggiornamenti e a proposte provenienti sia dall’Italia che dall’estero.
Qual è il rapporto tra la produzione editoriale strettamente legata alla teologia e quella – destinata al più ampio pubblico – che si occupa di pastorale e pedagogia religiosa?
L’intenzione dell’Editrice è sempre stata di tenere uniti i due ambiti di destinazione: da una parte una produzione più specialistica (e professionale), destinata ad ambienti della formazione, come ad esempio, i diversi “Corsi” di teologia e i “Commentari”, intesi come contributo soprattutto alla predicazione; dall’altra parte, una produzione destinata ad un pubblico più ampio, ossia a tutti gli interessati al discorso religioso (storico, biblico, teologico, spirituale…) e ad una riflessione personale in questo orizzonte. Rientrano in quest’area le collane di “saggi”, di “spiritualità” e “meditazione”.
In tempi recenti, proprio nell’intenzione di favorire il dialogo con tutti coloro che sono interessati a temi relativi a religione, teologia, cristianesimo… e cercano soprattutto strumenti e orientamenti per la loro crescita culturale e di fede, è stata pensata la nuova collana denominata «Books». Non a caso essa è iniziata con la nuova traduzione della nota e preziosa opera di Joseph Ratzinger/papa Benedetto XVI, Introduzione al Cristianesimo, e registra tra i suoi primi numeri i bestseller Storia della Chiesa di A. Franzen e il Gesù di K. Berger, opere che hanno conosciuto una larga diffusione.
Oltre all’alto livello teologico del vs catalogo, è evidente come ci sia da parte vs un’attenzione anche alla divulgazione. In che modo è possibile, secondo Lei, coniugarla con la ricerca teologica? Quali errori non bisognerebbe commettere?
Un proverbio cinese recita: «Un libro è un giardino che puoi custodire in tasca»! L’analogia del giardino è azzeccata per dire che cosa è un “libro”, o meglio per descrivere i benefici della lettura: un’attività decisamente “umana” e “umanizzante” che educa all’attenzione contro la “distrazione”, alla concentrazione contro la “dissipazione”, che porta ad acquisire le strutture fondamentali della razionalità umana.
In questo senso ricerca teologica e divulgazione non sono attività antagoniste, ma piuttosto complementari. La ricerca teologica raggiunge il suo obiettivo se diventa lettura: allora è stimolo efficace della mente, che può aprire ad orizzonti sempre nuovi in quanto attività interiore più completa. Tale lettura istruisce, orienta, migliora la persona nel profondo, amplia le conoscenze, forma il pensiero conducendo dalle nozioni ai significati, in una rete sempre più complessa di competenze. Dalle parole si può passare così al mondo della sapienza: sàpere, infatti, non equivale solo a scire, ma allude al sapore che le cose stesse del mondo possono assumere. E in tal mondo la “teoria” cessa di essere opposta alla “prassi”, poiché non c’è prassi umana senza idee, nessuna conquista dell’uomo e nessuna sua produzione è possibile senza le “idee”.
Ecco il significato della metafora del “giardino”: rappresenta il simbolo per eccellenza di questo luogo dove poter sostare per riprendere energia interiore e per imparare ogni volta ad essere più umani.
Con quali criteri avviene la scelta dei titoli da pubblicare? Avete dei consulenti esterni oppure le scelte sono frutto della progettazione editoriale della redazione?
Recentemente l’Editrice Queriniana ha costituito un “gruppo di programmazione editoriale” che opera come punto di riferimento per le sue scelte editoriali. Sia per le opere straniere da tradurre, sia per le proposte provenienti da persone o istituzioni italiane il gruppo si attiene ad alcuni criteri condivisi:
– Serietà del contenuto: validità del tema e della sua trattazione, organicità nello sviluppo, rispondenza agli orientamenti dell’Editrice, inseribilità nelle collane da incentivare…
– Carattere di novità: sia nel senso di “attualità” e “interesse” del tema, sia nelle modalità di presentare gli argomenti, sia in particolare rispetto al contesto italiano…
– Chiarezza di linguaggio: pur nella specificità del linguaggio in rapporto all’opera e alla natura della collana (BTC, GdT, Grandi opere, Spiritualità, Meditazioni…), è determinante l’attenzione alla comprensibilità rispetto ad un eccessivo linguaggio tecnico/specialistico.
La vostra produzione è storicamente ricca di riviste prestigiose e specializzate. È fuori di dubbio che in generale e in questo contesto storico la rivista come strumento di formazione culturale e di aggiornamento, sia esso su supporto cartaceo sia su digitale, viva una fase di grande sofferenza. Le stesse proiezioni sul futuro non sono affatto confortanti. Come vi attrezzate e confrontate con queste difficoltà?
Le riviste sono state per l’Editrice Queriniana strumenti divulgativi in cui ha profuso il suo impegno per una formazione culturale e di base a diversi livelli:
– La rivista internazionale Concilium è stata, fin dal suo inizio, strumento di aggiornamento nel campo della teologia secondo lo spirito e gli orientamenti del concilio Vaticano II. Nata dalla iniziativa di un gruppo di teologi partecipanti al concilio, ha interpretato nel tempo successivo l’evolversi della ricerca e della riflessione teologica a livello internazionale. In tal modo ha cercato di dare risposte al mutare dei climi culturali e delle nuove problematiche emergenti. Nello stesso intento continua anche oggi a interpretare difficoltà e sviluppi del mondo attuale.
– La rivista Servizio della Parola, concepita come strumento per la comunicazione di fede nelle assemblee liturgiche, ha come destinatari soprattutto animatori pastorali nelle parrocchie e ha conservato nel tempo il suo obiettivo: offrire materiali e spunti per una continua rivitalizzazione della predicazione e della animazione liturgica, specialmente attraverso una corretta e stimolante interpretazione della Scrittura in rapporto alle situazioni delle comunità cristiane.
– La Rivista di Pastorale Liturgica si affianca alla precedente nel proporre analisi, studi e riflessioni per una sempre più consapevole prassi liturgica, rispondendo in tal modo alla esplicita esigenza conciliare di una formazione liturgica permanente.
– La rivista Religione e Scuola, pensata e attiva per molti anni come strumento per gli Insegnanti di Religione Cattolica nella scuola italiana, ha offerto contenuti e contribuiti metodologici per la didattica, per una crescita culturale e professionale dei suoi destinatari. È l’unica rivista che ha dovuto rinunciare alla sua pubblicazione a motivo delle forti difficoltà incontrate, per i mutamenti sopravvenuti nel complesso panorama scolastico.
– Recentemente la Queriniana si è fatta carico della continuazione della rivista Parole di Vita, nella quale investe il suo sforzo per una adeguata formazione biblica.
Un editore vende un prodotto: esiste una definizione di “prodotto culturale” nella quale vi riconoscete di più? Che cosa intendete proporre soprattutto al nuovo pubblico?
Il concetto di “prodotto culturale” non è di facile definizione. Bisognerebbe almeno intendersi su ciò che si pensa sotto il termine “cultura”, poiché le interpretazioni qui possono essere anche molto divergenti e contrastanti. Intendiamo per “cultura” solo un complesso di idee? Oppure anche abitudini, usanze e costumi popolari, modi e tecniche di organizzazione della vita personale e sociale?
E se si parla di “prodotto culturale” di una casa editrice “cattolica”, molti potrebbero chiedersi se esiste una “cultura cattolica”. E di fatto sia in passato sia anche nell’oggi, in Italia, molti hanno negato e continuano a negare l’esistenza di una cultura cattolica.
Per rispondere a questa domanda, perciò, proviamo a partire dalla convinzione che “cultura” possa indicare i segni dell’uomo e della sua intelligente riflessione, e dallo sforzo umano per rendere la natura e la storia sempre più “umanizzate”, ossia per un’azione volta alla promozione dell’umano.
Questo sforzo “culturale” implica una “visione” dell’uomo e del mondo, una visione da cui dipendono orientamenti e scelte, nel tentativo di realizzare i “valori” in cui si crede.
In questo senso, allora, possiamo parlare anche di “culture cristiane”, intendendo non tanto il folclore di alcune manifestazioni, ma piuttosto la traduzione in forme concrete di vita (e anche in forme istituzionalizzate) della visione orientata dalla fede cristiana.
Ma parliamo allora di “culture” al plurale e, se si vuole, di “prodotti culturali” differenziati, perché l’esperienza cristiana è anzitutto fede e come tale non può esaurirsi in un’unica “cultura” (e nelle sue espressioni), ma può tradurre la sua ricchezza di visione cristiana della vita nella animazione di diverse forme culturali, in tutti i tempi e in ogni luogo.
Torniamo all’Italia: oggi, da noi, i cristiani sembrano tornare ad essere “minoranza”, ma proprio per questo sono chiamati a diventare seme e segno di un “mondo nuovo” ispirato dalla fede cristiana e sempre possibile, perciò possibile anche all’interno delle tante nostre posizioni culturali.
In questo senso l’Editrice Queriniana, in quanto nata dalla matrice cristiana cattolica, intende i suoi “prodotti culturali”: nella sua “politica culturale”, accanto ad altre editrici di ispirazione cristiana, intende proporre la visione cristiana dell’uomo e del mondo, senza alcuna pretesa di egemonizzare la cultura italiana, ma consapevolmente nello sforzo di umanizzarla (in senso cristiano) per quanto possibile.
Quante novità e ristampe pubblicate ogni anno?
La media degli ultimi anni – in cui abbiamo scelto di diminuire un poco il numero delle novità annuali proposte – è di circa 40 novità e 50 ristampe (ovviamente, riviste escluse). Il numero delle novità/ristampe, nel nostro caso, ha un valore che giudichiamo relativo; ciò che vale è la consistenza dei volumi (per esempio, abbiamo appena dato alle stampe un Compendio di 1.472 pagine a cura di R. Zimmermann), avendo noi la tipologia di libri già menzionata.
Un altro dato significativo che emerge, a nostro avviso, è nuovamente la qualità e la longevità del nostro catalogo (con un 70/80% dei titoli attivi e in commercio): 30% novità, 70% catalogo è la media del nostro venduto.
Ultimamente si parla spesso e volentieri di editoria digitale: qual è la vostra posizione di fronte alle “nuove tecnologie”?
Da alcuni anni abbiamo reso disponibili alcuni nostri volumi in formato eBook, collaborando con la piattaforma di Libreria del Santo. Non ci sembra per ora di osservare un risultato particolarmente significativo per le vendite di libri in formato elettronico. Per quanto riguarda invece le nostre riviste, vengono vendute anche in versione elettronica, e con un buon risultato (soprattutto «Servizio della Parola» e «Concilium»).
Sul vostro sito è presente uno shop on line per l’acquisto dei vostri libri. Oltre alla scelta di essere presenti sul portale Rebeccalibri.it avete in programma altre iniziative di marketing on line?
Da qualche tempo abbiamo deciso di investire parte del nostro budget pubblicitario non più unicamente sul canale tradizionale della pubblicità su riviste cartacee, ma anche online (rinnovando il nostro sito web, ottimizzando la pagina Facebook ufficiale dell’Editrice, ecc.). Stiamo valutando di ampliare l’investimento anche attraverso altri canali; ad esempio, inizieremo a breve una collaborazione con IBS per la promozione dei nostri volumi.
Il 2018 ha segnato un punto di svolta organizzativa per il circuito virtuoso dell’editoria cattolica: la filiera verticale che legava editori, distributori e librerie religiosi parrebbe sulla via del tramonto. È un modello superato o ci sono possibilità di recupero in futuro?
Queriniana, da gennaio 2018, ha intrapreso un nuovo rapporto di distribuzione e promozione con la DiSP, per una collaborazione non solo “di lavoro”, ma “di spirito”, vedendo unite le nostre due realtà nel servizio alla chiesa italiana e all’evangelizzazione. Nell’attuale clima d’incertezza e frammentazione, sia Queriniana sia DiSP vogliono proporre un progetto di stabilità e di unità, a supporto anche delle librerie religiose, che negli ultimi anni hanno subito un drastico calo (40%). Chiaramente il canale di vendita online in questi ultimi anni ha avuto un importante incremento anche per quanto ci riguarda, ma restiamo convinti dell’importanza della funzione svolta dalle librerie sul territorio.
Per un osservatore esterno vi è quasi sempre la tendenza a soffermarsi sulle affinità anziché sulle differenze, e quindi immaginare il pubblico dell’editoria religiosa come omogeneo. Quale è la sua opinione in proposito?
Pensare il pubblico dell’editoria religiosa come omogeneo è, a nostro parere, un grave errore di prospettiva perché significa pensarlo come “massa” anonima e indifferenziata. La massa anonima, però, non pensa, bensì al massimo esegue, spesso manipolata e etero-diretta dall’esterno.
L’editoria religiosa, se autentica, si rivolge a “persone” nella loro individualità: ognuno con la propria esperienza, passata e presente, e con le proprie aspirazioni ed esigenze. Ciò che guida la ricerca e la domanda di un libro “religioso” non è, di norma, la moda corrente, ma piuttosto uno stimolo interiore che chiede pensiero e criteri di orientamento. Il “noi” comunitario, nell’esperienza religiosa, non surclassa mai l’“io” individuale, bensì lo sprona a ritrovare se stesso. Il bisogno che regge ogni forma di “spiritualità”, o di “ricerca”, in questo orizzonte di pensiero è la legge interiore che governa gli interrogativi umani più esistenziali: chi sono?, da dove vengo?, dove vado? O, kantianamente: che cosa posso sapere?, come devo agire?, in che cosa posso sperare?
Questi interrogativi personali, o simili, sono la base anche dei “prodotti culturali” nati da un lavoro editoriale ad ispirazione cristiana.
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