Settanta volte sette. Una storia di delitto e di perdono
Un romanzo ricostruisce la vicenda di Paula Cooper, prima adolescente condannata a morte negli Usa e poi graziata
Nel 1985 nello Stato dell’Indiana, nel Midwest degli Stati Uniti, sarebbe stato possibile mandare alla sedia elettrica un bambino di 10 anni. Nella primavera dello stesso anno, nella città di Gary, in un pomeriggio di noia, quattro ragazzine tra i 14 e i 16 anni entrarono in casa di Ruth Pelke, un’anziana insegnante di scuola domenicale della Chiesa battista del quartiere. La rapina si trasformò in tragedia: con una violenza inaudita la quindicenne Paula Cooper uccise Ruth, una donna che aveva dedicato tutta la vita alla formazione spirituale dei giovani in uno dei sobborghi più disagiati e degradati degli Stati Uniti. Le ragazze furono catturate e Paula Cooper fu la prima adolescente a essere condannata a morte negli Usa.
Da poche settimane è ora disponibile in Italia, grazie all’editrice Il Pellegrino, Settanta volte sette. Quanto siamo disposti a perdonare?*, il libro che la scrittrice americana Alex Mar ha dedicato alla storia di Paula Cooper, portando alla luce alcuni aspetti sorprendenti. Il più importante di tutti è il ruolo giocato da Bill Pelke, uno dei nipoti di Ruth. Operaio di una acciaieria, già soldato in Vietnam, studente “tardivo” di teologia pratica, come tutta la cittadinanza e i più stretti familiari di Ruth, Bill condivide e si aspetta la ineluttabile applicazione della legge dell’Indiana: la morte per chi ha tolto la vita a sua nonna.
Ma le pagine di Alex Mar introducono chi legge nel complesso mondo interiore di Bill: la sua rabbia non gli impedisce di ascoltare le parole di Paula nel processo. Una frattura di senso rompe il muro delle certezze. Nessuno mette in discussione la sedia elettrica nell’Indiana. Bill inizia ad avere dei dubbi. Si confronta con la Bibbia. Rimane colpito dalle parole del Vangelo secondo Matteo: «Fino a settanta volte sette», dice Gesù a Pietro che gli chiede quante volte dovrà perdonare. Bill si interrogò a fondo sul senso della fede in Gesù Cristo testimoniata per tutta la vita da sua nonna Ruth. Scrive a Paula Cooper. Si scambiano centinaia di lettere. La vita di Paula Cooper appare in tutta la sua drammaticità: cresciuta con un patrigno violento, segnata dall’abbandono della madre e dall’indifferenza dei Servizi sociali.
Finché Bill prende una decisione: dichiara pubblicamente sul Post Tribune di aver perdonato Paula Cooper. Farà anche il passo di superare la frontiera “razziale” andando a parlare con il nonno di Paula, il vecchio Abraham che aveva visto piangere durante il processo alla nipote.
Il gesto pubblico di Bill, se da un lato scatena l’avversità della sua famiglia e della sua comunità, dall’altro, diventerà la prima manifestazione di una compassione possibile, il primo passo di un movimento che diventerà internazionale a sostegno della sospensione dell’esecuzione della pena per Paula Cooper e di condanna del ricorso alla pena capitale: soltanto in Italia furono raccolte 2.000.000 firme per chiedere clemenza.
Ci sono altri spunti su cui il lavoro di Alex Mar richiama l’attenzione. Il ruolo della stampa europea nella presa di coscienza da parte di settori dell’opinione pubblica americana: furono due giornalisti italiani, inviati del Messaggero e de La Nazione a fare i primi reportage da Gary sul caso Paula Cooper. Attuale anche il nodo del rapporto tra la politica (la ricerca del consenso elettorale) e il diritto penale: la stretta relazione tra le due sfere nel sistema giuridico è foriera di storture e ingiustizie. Infine, la necessità di un diritto capace di vedere in profondità i bisogni dell’essere umano, come di recente ha scritto Tommaso Greco nel suo Curare il mondo con Simone Weil (Laterza): «Nei tribunali la giustizia è rappresentata bendata, in una mano una spada e nell’altra una bilancia. Non è forse giunto il tempo di provare a togliere la benda che rende cieca la giustizia?». Si tratta cioè di andare verso «una giustizia capace di vedere l’altro da sé, di rinunciare alla spada in favore della mitezza e di correggere gli equilibri ingiusti».
Alex Mar | Settanta volte sette | Il pellegrino | 2024 | pagine 496 | euro 19,00
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