Sui romanzi che tutte pensano parlino del grande amore
Se lo avesse saputo, la signorina Austen, che i suoi romanzi fortemente sociali sarebbero stati trasformati in fari per tutte le donne single a caccia di un fidanzato appena decente, probabilmente se ne sarebbe rimasta buona buona nel suo cottage nell’Hampshire a suonare e ricamare (sì, era brava anche in questo).
E invece Jane Austen scriveva (secondo me, bene come nessun’altra dopo di lei) e scriveva soprattutto della sua società, della rigidità dei rapporti e dell’incomunicabilità.
Questa incomunicabilità, per quanto possa sconvolgere le affezionate lettrici, non era affatto data dall’essere orgogliosi o pieni di pregiudizi, simpatici o antipatici, ma dall’avere o meno soldi.
Ecco, non voglio dire che Jane Austen scrivesse solo del vile denaro, ma in buona parte sì. Parlava proprio di soldi.
Passata l’epoca in cui potevi a malapena ballare con un uomo che aveva una rendita sproporzionata alla tua dote, i romanzi della Austen si sono trasformati in fulgidi esempi di puro romanticismo, dove la fermezza morale, l’intelligenza e il carattere servono solo ad accalappiare l’uomo giusto, vincere il suo orgoglio, i tuoi pregiudizi, e sposartelo velocemente.
Se lo avesse saputo, la signorina Austen, che i suoi libri sarebbero diventati manuali di psicologia per coppie male assortite si sarebbe chiusa nella sua stanza e avrebbe dato fuoco alle carte.
Il culto che si è creato intorno alla Austen, dunque, sembra dimenticare del forte valore sociale dei suoi romanzi per concentrarsi su una sotto-produzione di film e libri che pretendono di spiegarti, molto seriamente, come risolvere la vita ad esempio delle eroine di fine ’700 (e della scrittrice stessa).
Alcuni esempi:
Come trovare l’uomo giusto secondo Jane Austen di Lauren Henderson (La Tartaruga 2006). Oltre alla trama avvincente, ai personaggi accattivanti e allo splendido stile, i libri di Jane Austen nascondono anche un segreto manuale per chi vuole trovare un partner duraturo, una persona vera, un compagno in cui aver fiducia, l’uomo giusto insomma. Le eroine di Jane Austen esprimono una saggezza antica che ancor oggi, nonostante i tempi siano cambiati, funziona benissimo. Basta osservare bene come Elizabeth in Orgoglio e pregiudizio riesce a conquistare il suo Darcy nonostante il carattere altezzoso e scostante di lui…
Il diario perduto di Jane Austen di James Syries (Piemme 2010). “Quelli che leggono i miei romanzi potrebbero chiedersi come può una donna, che nella sua vita non è mai stata nemmeno corteggiata e che non ha mai provato la meravigliosa sintonia di anima e corpo che unisce due persone, pretendere di scrivere sull’amore. […] La verità è che ho conosciuto un uomo che mi ha fatto provare realmente le profonde emozioni che descrivevo nei miei libri, che ha risvegliato la mia anima, da lungo tempo ormai sopita.”
In viaggio con Jane Austen di Laurie Rigler (Sperling & Kupfer 2011). Inghilterra, 1813. Jane Mansfield odia le rigide convenzioni che la sua vita da nobildonna le impone e sogna spesso di fuggire il più lontano possibile da tutto e da tutti. Ma risvegliarsi nella Los Angeles del XXI secolo, dopo una rovinosa caduta da cavallo, non era esattamente nei suoi progetti! All’improvviso, Jane si trova catapultata nel corpo di Courtney, a mettere ordine in un’esistenza a dir poco incasinata, senza avere la minima idea di come ci si comporta al giorno d’oggi. Riuscirà una timida signorina della Reggenza, inguaribile romantica e fervida lettrice di Jane Austen, a sopravvivere in un mondo in cui le regole sociali sono completamente stravolte?
Il film Becoming Jane, con la bella e pure brava Anne Hathaway, che però si dimentica di dirti la cosa fondamentale: Tom non la mollò per l’onore, ma sempre per i pochi soldi di lei (però l’onore al cinema funziona meglio).
Seguono numerosissimi altri titoli, tra cui: La ragazza che voleva essere Jane Austen, Come Jane Austen mi ha rubato il fidanzato, Jane Austen book club, tutta la serie de Le indagini di Jane Austen di Stephanie Barron (questi però sembrano divertenti, con la Austen che si trasforma nella signora Fletcher) e l’immancabile Orgoglio e pregiudizio e zombie (anche questo però sembra divertente, come tutte le cose che si prendono poco sul serio).
Tornando a noi, ecco qualche informazione per le moderne e poco attente lettrici di Jane.
Tra i romanzi della Austen quello di maggior successo (complici i molteplici adattamenti cinematografici e televisivi) è sicuramente Orgoglio e pregiudizio.
Elizabeth Bennet è il primo esempio di donna outsider, nume tutelare delle donne che rifiutano proposte di matrimonio e di corteggiamento pur sperando nel lieto fine. Elizabeth Bennet, Lizzy per gli amici, era senza dubbio intelligente, come la sua creatrice, e più di ogni cosa non sopportava i buffoni, le persone snob e stupide, come la sua creatrice. E, sempre come la sua creatrice, era senza un soldo.
Dati alla mano:
Fitzwilliam Darcy godeva “della sua rendita di diecimila sterline l’anno”, che sarebbero tante pure adesso, quindi è meglio non fare i conti. Mentre le sorelle Bennett avevano in dote mille sterline a testa “che non saranno vostre fino alla dipartita di vostra madre”.
Il signor Bingley pure se la cavava bene: “uno scapolo con ampia fortuna, quattro o cinquemila l’anno”.
Superare questa differenza di novemila sterline, come capite, era un problema più grosso del pregiudizio.
Ed è anche lì che si trova il vero coraggio dei personaggi (e della Austen stessa): non rompono delle barriere di incomunicabilità sentimentale ma delle barriere di stratificazione sociale. Peccato che questo venga spesso dimenticato.
Altri dati alla mano:
Le tre sorelle Dashwood se la dovevano cavare con gli interessi di settemila sterline, circa cinquanta sterline l’anno a testa. Se non sbaglio hanno dovuto cambiare casa e fare parecchi tagli sulla servitù.
Il signor Edward Ferras aveva solo “duemila sterline di suo”: si è beccata quasi tutto la sorella Fanny, ben diecimila sterline. Capirete ora l’insistenza per farlo sposare.
Il colonnello Brandon aveva “duemila sterline l’anno senza debiti o altri oneri”. Tutto sommato non male per un colonnello di campagna.
Potremmo continuare per parecchio: non c’è nessuna scrittrice che come la Austen presti attenzione alle proprietà, alle rendite e più in generale alla situazione economica dei suoi personaggi. La scrupolosità nel dare queste informazioni dà la misura di quanto il vile denaro contasse nella vita sociale dell’Hampshire (e non solo) alla fine del ’700.
Ecco, la capacità della Austen (“la scrittrice più perfetta tra le donne” secondo Virginia Woolf, che pure non scherzava) di indagare nei valori morali e nella complessità interiore degli uomini e delle donne del suo tempo non si ferma certo a un elenco di entrate e uscite; ma la prossima volta che leggete del ballo nel villaggio di Maryton, così atteso per parlare finalmente con qualcuno e magari trovare marito, fateci un pensiero.
Le immagini che corredano gli articoli del Pensare i/n Libri sono immagini già pubblicate su internet. Qualora si riscontrasse l'utilizzo di immagini protette da copyright o aventi diritti di proprietà vi invitiamo a comunicarlo a info@rebeccalibri.it, provvederemo immediatamente alla rimozione.