Con un valore economico delle vendite di 3,338 miliardi di euro l’anno, l’editoria italiana oggi è la quarta per dimensione in Europa e occupa oltre 70mila addetti in una filiera che spazia dalle case editrici al mondo degli autori, traduttori e illustratori, passando per agenti letterari, librai, bibliotecari, organizzatori di eventi come Fiere e Festival e molto altro ancora. Nel Paese è la prima industria culturale per acquisti dei consumatori, davanti a pay tv e televisione generalista, videogiochi, stampa quotidiana e periodica, musica e cinema. Sono dati che testimoniano una centralità che va al di là dei numeri: il libro è al centro della creazione degli universi narrativi che diventano film, videogiochi e serie tv, è al centro del dibattito pubblico che si nutre della produzione saggistica, ma anche al centro della formazione dei giovani, attraverso i testi scolastici, della ricerca e didattica universitaria, dell’aggiornamento professionale.
Rispetto al 1988, quando l’Italia era come oggi Paese Ospite d’Onore a Francoforte, il mercato nazionale è raddoppiato di valore, al netto dell’inflazione (vedi tabella nella terza pagina). Nel 1988 si vendevano nelle librerie e nei supermercati circa 50 milioni di libri ogni anno, nel 2023 (nel frattempo si sono aggiunte le librerie online) le copie vendute sono state 112 milioni, al netto dei libri scolastici, dell’editoria accademica e professionale, dei libri in formato digitale. Significativo è stato inoltre il balzo dal periodo prepandemia a oggi: rispetto al 2019, nel 2023 si sono vendute 12,5 milioni di copie in più, un balzo di quasi il 13% che ha visto protagonisti nuovi pubblici giovanili che si informano su nuovi mezzi e trainano la crescita di nuovi generi come il fumetto e il romance.
L’editoria italiana ha accompagnato e stimolato la modernizzazione del Paese aumentando contemporaneamente la sua visibilità fuori dai confini nazionali: nel 2022 (ultimi dati disponibili) sono stati venduti all’estero 7.889 diritti di traduzione di opere edite in Italia, più di quattro volte i 1.800 del 2001, quando sono state avviate le rilevazioni. Il sistema Paese si avvale di sostegni alle traduzioni da parte del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Centro per il libro e la lettura pari a circa un milione di euro l’anno. La visibilità all’estero è supportata attraverso un piano annuale sviluppato da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con AIE, che include partecipazioni a Fiere estere e azioni di incoming alle principali manifestazioni fieristiche italiane. Ulteriori occasioni di promozione sono le partecipazioni alle Fiere internazionali come Ospiti d’Onore. Ultime in ordine di tempo prima di Francoforte: Parigi, Bucarest, Tunisi e Varsavia. Strumenti come Newitalianbooks, infine, potenziano la visibilità dei libri e degli autori italiani all’estero.
Al cuore della crescita dell’industria libraria fuori e dentro il Paese c’è un sistema pluralistico alimentato da oltre 750 marchi di case editrici con vendite annue a prezzo di copertina nei canali trade sopra i 100mila euro. Conteggiando anche le imprese sotto questa soglia, si arriva a una galassia di oltre 5mila editori. Ogni anno vengono pubblicati circa 84mila nuovi titoli a stampa, che alimentano e arricchiscono un catalogo commercialmente vivo composto da 1,4 milioni di referenze. Le vendite del mercato trade sono divise a metà tra quattro grandi gruppi di proprietà italiana da una parte – Gruppo Mondadori, Gruppo editoriale Mauri Spagnol, Gruppo Feltrinelli, Gruppo Giunti – e marchi e case editrici medie e piccole dall’altra. Ma il pluralismo italiano è assicurato anche da un sistema di canali di vendita che bilancia online (una quota del 41%), supermercati (4%) e oltre tremila librerie su tutto il territorio nazionale, da cui passano il 55% degli acquisti.
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