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Viva il lettore: 100 anni di Vita e Pensiero

di Rebeccalibri

Vita e Pensiero, casa editrice dell’Università Cattolica, è la più antica university press italiana. La sua storia affonda le radici nel pensiero del fondatore dell’Ateneo, padre Agostino Gemelli, che scriveva: “Non è concepibile una Università la quale limiti la propria attività al suo insegnamento. Essa è anche un focolaio di studi, ricerche. A render possibile tutto questo vive la Società editrice Vita e Pensiero. […] Così i professori hanno modo di far conoscere il loro pensiero; gli allievi di pubblicare i loro lavori, e l’Università esercita quell’attività culturale che è uno dei suoi precipui compiti”.

Risponde alle nostre domande Aurelio Mottola, direttore editoriale

1. L’aspetto più importante – e quasi obbligato – quando si incontra un editore, è collocarne il catalogo: linea editoriale, pubblico di riferimento, esperienze passate e ipotesi per l’immediato futuro. Come presenterebbe, per linee essenziali, la vs mission e la vs esperienza editoriale ai lettori di «Pensare i/n Libri»?

Il pensiero nasce dalla vita e alla vita è destinato. Direi che la nostra mission è insita nel nostro nome, scelto da Ludovico Necchi più di un secolo fa, già per la rivista Vita e Pensiero. In un secolo di libri abbiamo sempre cercato di mantenere questa promessa così che la nostra esperienza editoriale, molto variegata com’è normale che sia in un tempo così lungo, ha sempre mirato da un lato alla formazione del sapere dei cattolici italiani e dall’altro a un dialogo proficuo con tutto il mondo culturale, universitario e non. La missione di ogni editore in fondo è aiutare i lettori a riflettere, ad approfondire, ad aprirsi al pensiero altrui.

2. Quali sono le vs pubblicazioni “storiche” e quali quelle in preparazione?

Sfogliando il catalogo storico che abbiamo recentemente pubblicato, Vita e Pensiero: cento anni di editoria 1918-2017 si vedono molte foto e copertine che raccontano alcune pietre miliari del nostro percorso. Dal primo libro, Carlo Marx di Francesco Olgiati, alla trilogia di Romano Guardini, iniziata con Il Signore, a L’Annunzio a Maria di Paul Claudel ai libri di De Gasperi, Dossetti, La Pira, Maritain. Tra le curiosità il libro Cattolicesimo e protestantesimo di Fanfani, che ispirò un giovane Kennedy a scendere in politica. Tra i best seller Segno di contraddizione di papa Giovanni Paolo II, allora ancora arcivescovo di Cracovia o L’economia a servizio dell’uomo di Francesco Vito. Tra gli autori più recenti mi piace sottolineare l’apertura a nuove voci europee del mondo teologico e filosofico: José Tolentino Mendonça, Pablo d’Ors, Josep Maria Esquirol, Byung Chul-Han… Tra i titoli appena usciti fondamentale è Lettore, vieni a casa di Maryanne Wolf, che ha ispirato le celebrazioni del centenario confluite nella rassegna Viva il lettore (www.vivaillettore.it ) e la nuova traduzione di Northrop Frye Il grande codice. Bibbia e letteratura con la prefazione di Piero Boitani. Tra quelli in uscita, che sono moltissimi, segnalo Rembrandt a Emmaus di Max Milner.

3. Qual è il rapporto tra la produzione editoriale strettamente universitaria e quella legata alla “vita cristiana”?

Sono due filoni che da sempre hanno caratterizzato la casa editrice e sono quindi strettamente connessi. La ricerca ha bisogno di un orizzonte culturale più vasto per non essere autoreferenziale e i cattolici sono e devono essere sempre in dialogo. Non a caso tra le collane accademiche la più recenti si intitola “Teologia e saperi” in ottica interdisciplinare.

4. V&P è la prima university press nata in Italia e quest’anno ricorrono 100 anni dalla sua fondazione. Come si costruisce un’esperienza editoriale di successo?

Con un lavoro costante e accurato. Bisogna poi rimarcare una linea editoriale ben identificabile con un’attenzione fondamentale ai requisiti di un’impresa ben gestita.

5. Con quali criteri avviene la scelta dei titoli da pubblicare? Avete dei consulenti esterni oppure le scelte sono frutto della progettazione editoriale della redazione?

La progettazione editoriale è un lavoro complesso, di cui mi occupo in prima persona insieme ai miei collaboratori. A volte sono idee che si sviluppano insieme ad autori già consolidati, altre arrivano, altre si fiutano tra viaggi, incontri e cataloghi editoriali stranieri. Traduciamo dal tedesco, molto dal francese, dall’inglese, dal ceco, ecc. C’è anche un apporto di consulenze esterne, è un cerchio aperto.

6. Che peso hanno le riviste nella vs produzione?

Molto importante, abbiamo ben 15 riviste, la maggior parte accademiche e tutte aggiornate ai nuovi standard richiesti dall’Anvur. È inoltre cominciato un grande lavoro di digitalizzazione che permetterà agli studiosi di consultare online non solo le annate in corso, ma anche tutto il pregresso storico. Un lavoro già concluso con la rivista Vita e Pensiero, sfogliabile dal 1914 ad oggi con ricerca per parola chiave e autore.

7. Quante novità e ristampe pubblicate ogni anno?

Di media circa un centinaio di novità all’anno e una trentina di ristampe.

8. Ultimamente si parla spesso e volentieri di editoria digitale: qual è la vostra posizione di fronte alle “nuove tecnologie”?

L’editoria è ormai tutta digitale nella produzione, sarebbe stupido negarlo e questo offre grandi vantaggi. Il problema non è il supporto in quanto tale, ebook o libro. Quello che è fondamentale è come è cambiato il lettore nella società digitale e quale lettore avremo nel futuro. Lo spiega bene Maryanne Wolf nel suo saggio: l’immersione nel mondo digitale sta cambiando radicalmente il nostro modo di leggere e quindi di pensare. È il futuro del lettore in gioco.

9. Sul vostro sito è presente una libreria on line, specchio della libreria fisica di Largo Gemelli. Oltre alla scelta di essere presenti sul portale Rebeccalibri.it avete in programma altre iniziative di marketing on line?

Dal 2014, da quando è online il nuovo sito, abbiamo una newsletter bimestrale di approfondimento molto apprezzata dagli utenti. Negli ultimi anni abbiamo anche iniziato a inviare newsletter profilate per interesse con ottimi risultati. C’è poi tutta la parte di promozione social: siamo presenti ogni giorno su facebook, twitter, instagram e abbiamo un canale youtube attivo. La comunità che ci segue cresce costantemente con ottimi risultati. Siamo felici della fiducia e dell’interesse che ci riservano tanti lettori.

10. Il 2018 ha segnato un punto di svolta organizzativa per il circuito virtuoso dell’editoria cattolica: la filiera verticale che legava editori, distributori e librerie religiosi parrebbe sulla via del tramonto. È un modello superato o ci sono possibilità di recupero in futuro?

Credo che il cambiamento a cui accenna sia riferibile a tutto il mondo culturale, non solo quello cattolico. La domanda è come reagiremo noi cattolici: quali sono i modelli culturali che vogliamo diffondere. Con il ciclo Sapienza dell’umano (www.vivaillettore.it/sapienza ), pensato sempre in rapporto al nostro centenario insieme all’Arcidiocesi di Milano, siamo andati nelle basiliche a parlare di cultura. I lettori non mancano ma anche il nostro mondo si è impigrito, si può fare molto di più.

11. Per un osservatore esterno vi è quasi sempre la tendenza a soffermarsi sulle affinità anziché sulle differenze, e quindi immaginare il pubblico dell’editoria religiosa come omogeneo. Quale è la sua opinione in proposito?

Noi siamo una university press nata prima dell’università, un’eccezione alla regola, e la più antica d’Italia. Rimarchiamo la nostra identità, che è quella di un’editrice umanistica in dialogo con la cultura tout court, che ama il dibattito, che cerca di interpretare la realtà in continuo mutamento in sintonia con i valori di cui siamo espressione. Su una bella pagina di recensione che è uscita in questi mesi di celebrazione hanno scritto «c’è un dato che accomuna questi 100 anni … quella tendenza a occupare uno spazio nel campo della militanza, a essere – come viene chiesto nel Vangelo – lievito e sale della terra». Direi che è un bel complimento a cui speriamo di tener sempre fede.

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