Music Box.

Mike Laszlo, americano di origine ungherese, è al centro di un processo di estradizione per crimini di guerra commessi in Ungheria durante il periodo nazista. Lo difende la figlia Ann, avvocato penalista, convinta dell’innocenza di quell’ottimo lavoratore e capofamiglia, ex combattente nel Vietnam padre e nonno esemplari. Ma le prove e le testimonianze addotte dal procuratore distrettuale insinuano i primi dubbi. L’escussione di un vecchio teste che vive a Budapest è determinante per l’assoluzione di Laszo. Concluso il processo, Ann ritira in un banco di pegni, con una polizza avuta da una donna conosciuta a Budapest, un vecchio carillon (il muxic box che da il titolo al film) che rimette tutto in gioco … La critica Costa Gavras dà un esempio classico di fiction di sinistra, un film d’impegno politico ben fatto e ben recitato … Lietta Tornabuoni – La Stampa “ …opera d'impianto classico che all'insegna del monito «Non si può cambiare il passato ma bisogna ricordarlo» conferma la vocazione di Costa-Gavras allo spettacolo mordente” Giovanni Grazzini – Il Messaggero “… deriva al film un agghiacciante senso di verità, che ricorda il tono teso e solenne di un dramma come L'istruttoria di Peter Weiss” Tullio Kezich 1990 ORSO D’ORO festival di Berlino