Il Vangelo secondo Matteo è stato scritto in greco probabilmente intorno all’anno 80 in Siria o in Fenicia, due zone dove i cristiani provenivano in gran parte dal giudaismo. Il testo non dice nulla a proposito dell’autore, ma il suo nome compare nel racconto della chiamata di un funzionario che riscuote le imposte a Cafarnao e nell’elenco dei dodici apostoli, dove è accompagnato dal soprannome «il pubblicano». Nel testo sono riconoscibili situazioni, problemi, residui di tradizioni e preoccupazioni che rivelano un ambiente e un’origine giudaici. È evidente tuttavia che i destinatari del Vangelo secondo Matteo non sono giudei, ma cristiani che hanno bisogno di una«catechesi» per consolidare la fede in Gesù e per affrontare problemi sul piano dell’organizzazione, della vita morale, della preghiera e della pratica sacramentale. L’autore del primo Vangelo redige il suo testo dando un’interpretazione nuova a tradizioni preesistenti. Cura attentamente lo stile, è chiaro e preciso nelle espressioni, usa un linguaggio raffinato, non trascura i particolari e li inserisce armoniosamente all’interno dei blocchi dottrinali. L’intero racconto si regge su due idee-chiave: Gesù è il Messia atteso da Israele, ma in seno al suo popolo questa verità non è stata riconosciuta; egli fonda una nuova comunità e la chiama Chiesa, depositaria delle promesse di Dio e incaricata di annunciare a tutti i popoli il regno dei cieli. Il Cristo del Vangelo di Matteo è il Maestro per eccellenza, che vive in mezzo alla comunità, insegna la nuova «giustizia» e interpreta la Legge con autorità e in maniera definitiva. Egli è inoltre il Signore onnipotente, un titolo che nel testo viene ripetuto ottanta volte ed equivale all’affermazione che Gesù è Dio, vive nella sua Chiesa e agisce inessa. Del Vangelo di Matteo il volume propone: il testo della Bibbia CEI 2008 con introduzione e note dalla Bibbia di Gerusalemme; il testo greco tratto dall’edizione interconfessionale TheGreek New Testament (GNT), basato prevalentemente sul codice manoscritto B(Vaticano), risalente al IV secolo; la versione interlineare in lingua italiana eseguita a calco, che cerca di privilegiare il più possibile gli aspetti morfologico-sintattici del testo greco, anche a scapito, in alcuni casi, della semantica. Lo strumento consente anche a chi non conosce o conosce solo parzialmente la lingua antica di coglierne le specificità e il ritmo, per una fruizione più piena di un contenuto che non è solo testo sacro ma anche opera letteraria. Come per tutti gli altri testi della stessa collana, anche questo è adatto anche a un pubblico laico.