«Il mondo prigioniero, prigioniero degli artigli della morte, si dimenava impotente e mesto. E scendevano lacrime di infinita pietà... Scendevano ad una ad una dagli occhi del Padre Celeste, perché Egli amava il mondo come solo Dio può amarlo» Dopo oltre cinquant’anni di oblio, l’opera di Florenskij è stata progressivamente riscoperta in Russia e in gran parte d’Europa. In questo volume compaiono alcuni scritti inediti tra i più significativi di quelli dedicati alla mistica. Sono scritti che, nella loro pluralità di approccio, testimoniano il suo indomito ardore filosofico e spirituale nel voler riportare il pensiero a esprimere la pienezza della vita. Essi abbracciano le tematiche più importanti della sua vita, quali la spiritualità, la preghiera, l’interpretazione della Bibbia, la dimensione estetica, le icone, la storia spirituale della Russia. Il volume si apre con un ampio e documentato saggio introduttivo di Natalino Valentini, il più insigne studioso italiano dell’opera di Florenskij, con una aggiornata nota bibliografica. Le note ai saggi che compongono il testo sono di Lubomir Zak, professore di teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense e riconosciuto esperto internazionale dell’opera di Pavel Florenskij. Pavel Florenskij è stato paragonato più volte a Leonardo da Vinci o a Blaise Pascal per la sua intelligenza straordinaria, in grado di unire le più alte speculazioni metafisiche con la matematica e l’ingegneria, la storia dell’arte e la chimica. Dottore in matematica all’università di Mosca a 22 anni, rifiuta la cattedra universitaria e studia teologia. Si sposa, viene ordinato presbitero ortodosso, ha cinque figli. Docente di filosofia presso l’Accademia Teologica moscovita, svolge un’attività sia filosofico-teologica sia scientifica di primissimo livello, fino a che il potere comunista, mal sopportando che quella intelligenza superiore potesse conciliarsi con l’essere cristiano e prete (Florenskij si presentava agli incontri accademici e scientifici in abito talare) lo rinchiude nel famigerato lager delle isole Solovki all’estremo nord del paese. Dopo anni di prigionia e di lavori forzati, l’8 dicembre 1937 nei pressi di Leningrado, all’età di 55 anni, gli viene tolta la vita mediante fucilazione. Il luogo della sepoltura è rimasto sconosciuto, anche se nel luglio 1997 sono state scoperte delle fosse comuni di prigionieri delle Solovki nelle quali sono probabilmente disperse le sue spoglie. Tra le sue opere finora apparse in traduzione italiana: La colonna e il fondamento della verità (Rusconi 1974), Le porte regali (Adelphi 1977), Lo spazio e il tempo nell’arte (Adelphi 1995), Il significato dell’idealismo (Rusconi 1999), Non dimenticatemi (Mondadori 2000), Ai miei figli (Mondadori 2003).