Urbaniana University Journal. Euntes Docete LXVIII/1 2015: Focus - Liturgia: rito e vita.

Editoriale LITURGIA E SENSO DELLA VITA Quale compito può avere la liturgia nella realtà contemporanea? L’interrogativo non è affatto scontato, soprattutto se si osserva il cambiamento che l’esperienza religiosa sta sperimentando oggi. Le analisi socioculturali convergono nel rilevare l’accresciuta domanda di spiritualità che segnala un bisogno profondo di ritrovare spazi di silenzio, di riflessione, di meditazione. Ma anche l’esigenza di condivisione di esperienze, di valori e di relazioni che caratterizzano quella che Z. Bauman chiama “voglia di comunità”. Tale orizzonte interpretativo non può non impegnare la liturgia in una riflessione sulla sua possibilità e responsabilità nel connettere fede e senso della vita. Il motivo è inerente al ruolo della liturgia nei processi di iniziazione cristiana. Vale a dire, nell’inserirsi nella progettualità dell’esistenza, implementando una fede che si fa stile di vita per un modo diverso di essere donne e uomini, in una realtà complessa dal punto di vista dei sistemi di riferimento. Questo è un nodo cruciale, un dato che attraversa l’intera storia dell’evangelizzazione, nel momento in cui l’iniziare alla vita cristiana significa dare forma ad un volto di umanità inedito. Lo annota E. Bianchi: In questi decenni si è taciuto troppo sull’importanza del contesto liturgico come luogo di evangelizzazione: eppure proprio nella liturgia Cristo, il Kyrios, è presente, vivente e “parla”, consegna la buona notizia. C’è una capacità evangelizzatrice della liturgia che va assolutamente riscoperta e riconfermata. Richiamare l’importanza evangelizzatrice della liturgia significa coglierne il significato educativo per l’umano nella sua ricerca d’identità. A maggior ragione se l’azione liturgica esprime il valore simbolico del messaggio cristiano in grado di intercettare le domande di senso e di spiritualità, perché nella sua ritualità si possa far dialogare la fede con i valori che alimentano la condizione umana, attraverso l’introduzione e decodifica dei linguaggi della vita. Si comprende, dunque, quanto importante sia la liturgia per la sua capacità di far immaginare diversamente la realtà, l’umano, il religioso. Sta qui la sua provocazione culturale: nel dire che l’esistenza è attesa e disponibilità all’accoglienza di Dio e degli altri, lascia intravedere un tempo e uno spazio segnato dal processo di liberazione. Essa è anticipazione della qualità etica del quotidiano, perché immette il principio della speranza e la logica dell’amore come basi per una storia di riconciliazione e di solidarietà. In definitiva, la scommessa educativa della liturgia si colloca sul piano culturale di un incremento valoriale dell’esistenza, perché nella sua forma simbolica l’ecologico, l’economico, lo spirituale, entrano nell’avventura della costruzione e coltivazione della realtà come spazio di autentica umanizzazione. In definitiva, se la liturgia proclama una pienezza di vita e se contribuisce all’educazione di un credente appassionato per la liberazione di tutti e per il bene comune, è perché vive il compito di essere mistagogia del quotidiano, in un equilibrio non facile, ma necessario, tra linguaggio celebrativo e scelte di ogni giorno. Diversamente, diventerebbe spazio di una proiezione religiosa o, comunque, di un modo di vivere la lex orandi senza il paradigma della lex credendi: Gesù Cristo. Era quanto indicava in un saggio di alcuni anni or sono K. Rahner: La liturgia della Chiesa è la rappresentazione simbolica della liturgia del mondo [...] Nel culto divino non si verifica perciò qualcosa che altrimenti non si verificherebbe nel mondo o che non si è verificato in maniera durevole, bensì si celebra, si dice e si accetta espressamente ciò che nel mondo avviene sempre e dappertutto. CARMELO DOTOLO