C'era l'odore della legna bruciata.

Il libro ci propone uno scorcio di vita e di storia (dall’inizio del Novecento fino agli anni Settanta), in cui osserviamo la graduale scomparsa del mondo contadino e delle sue tradizioni, in un’Italia rurale che diventa sempre più industriale. Allora ci si accontentava di poco. Ai bambini bastavano i racconti davanti al camino e i giochi in soffitta... Ai grandi il lavoro dei campi, la vendemmia, la raccolta delle castagne e dei funghi... Leggendo queste pagine, i giovanissimi conosceranno un mondo ancora vicino, ma ormai perduto, e gli adulti rivivranno, forse con un po’ di nostalgia, episodi ed esperienze di vita vissuta. Anna Maria Di Massimo, nata a Roma, si è laureata alla Sapienza in Letterature Straniere. Attualmente si dedica alla narrativa, alla saggistica anglo-sassone e alla poesia. Ha pubblicato con Marna, nel 2005, "C’era l’odore della legna bruciata" (questa è una edizione riveduta) e successivamente, nel 2008, "Scuola... volti che parlano" (esperienza di un trentennio di insegnamento). Altre sue opere sono: "Thomas Gray e le mitologie nordiche", uno studio sul Preromanticismo inglese e la poesia sepolcrale, e la raccolta di liriche "Pensieri sparsi". Nel 1995 ha ottenuto un riconoscimento speciale nel XX Premio Nazionale Casentino per la narrativa. Nel 1998 le è stato assegnato il primo Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “Cinque Terre”, La Spezia, per "E d’inverno c’era l’odore della legna bruciata", pubblicato da Maioli Editore nel 1996.