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Lettere per pensare. In dialogo con i classici sui grandi «perché».

Titolo: Lettere per pensare. In dialogo con i classici sui grandi «perché».

Autore: Raspi, Luca; Gava, Paolo

Editore: Edizioni San Lorenzo

Luogo di edizione: Reggio Emilia

Data di pubblicazione: 19 / 11 / 2021

Stato editoriale: Attivo

Prezzo: € 14.99

EAN: 9788880712701

Il testo cerca di offrire una riflessione sulle grandi domande dell’esistenza, che hanno mosso l’intelligenza e che continuano ad essere presenti nell’interiorità dell’uomo. Gli autori hanno focalizzato una serie di importanti temi mettendosi in dialogo con i grandi classici del pensiero filosofico, religioso e teologico, con particolare attenzione per i pensatori che hanno influito maggiormente sulla tradizione culturale dell’Occidente, a partire dai primi filosofi greci fino ai grandi pensatori del Novecento europeo. Questa scelta è motivata dalla convinzione che in tali “classici” del pensiero si trovino una serie di concezioni “esistenziali”, valide in ogni tempo e per ogni persona che voglia capire il senso di ciò che la riguarda, della propria storia e del contesto nel quale si trova a vivere. La grande tradizione filosofica, religiosa e teologica dell’Occidente ci ha messo a disposizione un vero e proprio tesoro di classici, sui quali si deve fondare una “sapienza” contemporanea seria, ricca di valori autentici e non semplicisticamente negativa e negatrice di ogni valore e di ogni sostegno etico all’esistenza umana. Gli interrogativi che ogni persona pone a se stessa in ogni momento della propria “avventura” umana, costituiscono il volano principale per compiere nel modo migliore la ricerca del senso complessivo dell’essere, proprio e altrui, attraverso episodi diversi e magari apparentemente distanti, ma tutti convergenti verso l’acquisizione di sempre più autentiche esperienze esistenziali.

Altri autori:Piccolo, Gaetano (Prefazione di)

Lingua: Italiano (Lingua del testo)

Tipo di prodotto: Libro

Numero edizione: 1

Pagine: 160

Prezzo: € 14,99

IVA: IVA assolta dall'editore ART 74,1C

Stato editoriale: Attivo

Stato distributore: Disponibile

Classificazione Dewey: ESPERIENZA, PRATICA E VITA CRISTIANA. Sec. 20

Argomenti: Riflessioni

Note: Luca Raspi, laureato in Filosofia, in Psicologia e in Scienze Religiose. È psicologo libero professionista e sociologo iscritto all’ASI. Collabora con l’Ufficio Diocesano Educazione e Scuola di Genova ed è “formatore dei formatori”. Autore di diversi saggi, in ambito filosofico (Rileggersi e narrarsi. L’esperienza nelle Confessioni di Sant’Agostino, Erga, Genova 2017; Rimettersi in gioco con la Bellezza. In cammino con Sant’Agostino al tempo del covid-19, San Lorenzo, Reggio Emilia 2020), in ambito psicologico (Che Dio mi aiuti. Superare lo stress nell’insegnamento della religione, Elledici, Torino 2019), in ambito pedagogico (Pedagogia e didattica dell’insegnare religione, San Paolo, Milano 2020) e di legislazione scolastica (Legislazione scolastica e Insegnamento della Religione, Glossa, Milano 2020). Paolo Gava laureato in Filosofia dal 1998 al 2010 ha collaborato con il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Genova nello sviluppo di diversi progetti scientifici, con particolare riferimento al pensiero filosofico italiano dell’Ottocento. Dal 2000 collabora con diverse riviste specialistiche di filosofia. Prefazione di p. Gaetano Piccolo s.j. Leggendo il testo di Luca e Paolo, mi sono accorto di quante domande ho messo da parte nella mia vita. Quando siamo adolescenti, il nostro cuore brulica di interrogativi, eppure molte volte ci sentiamo costretti a farli morire: ci sembrano insensati, inopportuni, goffi. Soprattutto ci sentiamo soli, ci sembra che quelle domande tormentino solo noi. Con il tempo, poi, quei dubbi, paradossalmente così profondi, vengono scalzati dall’urgenza delle questioni pratiche e dall’incombenza delle responsabilità. Non c’è più tempo per pensare. Se questo era vero un tempo, ancor di più lo è oggi: non solo per un misconoscimento sempre più fiero di tutto quello che riguarda la mera speculazione, relegata a roba da salotto chic, ma anche perché la modalità della riflessione attuale, estremamente rapida, superficiale e macinata nel tritacarne mediatico, non consente di stare sulle cose inutili. Questo testo è una sfida controcorrente, dal momento che ruota intorno a tre termini considerati desueti: la lettera, i classici, la filosofia. L’espediente della corrispondenza epistolare, che ha reso celebri numerosi romanzi di formazione, è la strategia letteraria usata dagli autori. Lettere pensate in maniera personale: rispondendo a te, ti chiamo per nome. Non si tratta di un messaggio offerto al pubblico dei social, ma una risposta all’interrogativo di una persona. Non perché quella risposta vada bene solo per lei, ma perché gli autori sono giustamente convinti che quegli interrogativi sono anche di altri, anzi di molti. E forse uno studente potrà sentirsi meno solo, meno incompreso, rivedendosi nelle domande e nei dilemmi interiori di un suo coetaneo. La lettera è qualcosa d’altri tempi perché richiede tempo: nella preparazione, nella spedizione, nella lettura. Se poi immaginiamo che una volta le lettere erano scritte a mano, capiamo quanto sia intima e personale una relazione epistolare. Nella scrittura c’è veramente la persona. La persona si consegna, anche perché la lettera può essere conservata, diventa memoria da custodire, un pezzo dell’altro donato a me. Mi auguro perciò che questa scelta degli autori possa essere in se stessa un messaggio su cui i più giovani possono riflettere. Ci sono poi i classici, i classici della filosofia o più in generale del pensiero occidentale, scelti come interlocutori. Cosa c’è di più anacronistico che proporre dei classici, cioè dei testi vecchi, a dei giovanissimi? A dire il vero, quando ho letto questa proposta di Luca e Paolo, mi sono immediatamente ricordato di quel testo di Italo calvino, pubblicato postumo nel 1991, che fin dal titolo si chiedeva Perché leggere classici? E i tempi di Calvino non erano ancora i nostri. In quel testo l’autore rimandava ai classici intesi come quei libri che non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire! Si tratta appunto delle domande che non hanno mai smesso di abitare il cuore umano. Occorre partire infatti proprio da questa constatazione: perché, nonostante i risultati delle scienze, le domande fondamentali che ci stanno a cuore non cambiano? E perché non troviamo risposte esaustive, definitive? Forse perché si tratta di domande che non chiedono risposte, ma che chiedono solo il permesso di inquietarci. Lasciarci interrogare ci fa crescere. Sono appunto le domande intorno a cui ruota la filosofia. Ecco dunque il terzo termine desueto: oggi parlare di filosofia vuol dire perdere tempo. La filosofia non serve a niente. Ma, come sappiamo, sta proprio in questa inutilità la sua nobiltà. Possiamo infatti trovare, qualora fosse possibile, tutte le risposte ai fenomeni del mondo o anche costruire tutto quello che ci permette una vita più confortevole, eppure il nostro cuore resterebbe inquieto. La filosofia non ci regala soluzioni, ma ci permette di raccogliere questa inquietudine, di darle un senso e di smettere di subirla passivamente. È la filosofia che ci permette perciò di diventare pienamente umani. Quale migliore regalo avrebbero potuto fare perciò dei giovani professori ai loro studenti? Il mio ringraziamento allora per questo testo che può diventare anche un’introduzione alla filosofia da dare in mano a un ragazzo, ma che è certamente uno strumento che può aiutare gli insegnanti e chiunque sia impegnato nella crescita dei giovani, sviluppando occasioni di ricerca e di confronto insieme.

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