Prospettive. I personaggi biblici.

Si è parlato di demitizzazione biblica con un certo sospetto, si vocifera con paura di desacralizzare; le parole sono carboni ardenti che vanno presi con le pinze e solo per spostarli da un posto all’altro, possibilmente in fretta altrimenti ci si scotta. Devono servire per accendere, scaldare, cuocere, portare vita: non durano per sempre. Tutti vediamo il mondo dalla nostra prospettiva, e quella di ciascuno è modellata dalla propria storia. Quando ci accostiamo ai personaggi biblici cerchiamo di guadagnare questa prospettiva, ma speso abbiamo l’impressione di non trovarla o di perderla in fretta per quel bisogno di concludere e portarci a casa “un’idea, un pensiero o un comportamento”. Sappiamo bene che la vita è fatta di tanti ingredienti che sono gli affetti, i sogni, i desideri, le delusioni, le relazioni, il rapporto con le cose, con il lavoro e tanto altro. Tante volte di fronte a noi stessi come nella lettura dei personaggi biblici, siamo stati portati a ridurre le tante prospettive vitali a quella morale e così abbiamo appiattito l’orizzonte e tolto gusto all’incontro. Così, ho sentito il desiderio di immaginarmi il loro vissuto, a partire da quei bisogni del cuore che ci vedono tutti connessi ad un livello profondo e reale. Il bisogno di mettermi nei loro panni e di provare a immaginare quel movimento dello spirito umano che nel corpo si dispiega, si racconta, canta e fiorisce. Vorrei mostrare come il nostro vissuto è ricco di prospettive che possono allargare la portata di luce e di speranza che offre l’incontro con questi testi e personaggi. Tento di mostrarlo attraverso dei racconti, come fossero esperimenti, attingendo dagli studi pregressi e dall’immaginazione come da un pozzo profondo, strumento così caro alla tradizione gesuitica. Cerco di mettermi nei loro panni e di dare loro voce, come se fossero loro a raccontarsi in prima persona, narrando come si è dispiegata la loro vita. La speranza è anche quella di aiutare il lettore a capire meglio il come e il perché, la loro storia, si è cristallizzata nel testo biblico in quella forma, che al nostro primo approccio, facilmente, disorienta. Una forma ritenuta canonica ma pur sempre una forma, alleluia. (dall’introduzione dell’autore). Introduzione di Matteo Maria Zuppi.