Cristiani e Indù in difesa dei vulnerabili della società
Un percorso di lettura in concomitanza della festa di Deepavali
La festa di Diwali è celebrata da tutti gli Indù ed è conosciuta come Deepavali ossia “fila di lampade ad olio”. Simbolicamente fondata su un’antica mitologia, essa rappresenta la vittoria della verità sulla menzogna, della luce sulle tenebre, della vita sulla morte, del bene sul male. La celebrazione vera e propria dura tre giorni segnando l’inizio di un nuovo anno, la riconciliazione familiare, specialmente tra fratelli e sorelle, e l’adorazione a Dio. Quest’anno la festa sarà celebrata da molti indù il 7 novembre.
Per l’occasione il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato loro un messaggio dal tema: Cristiani e Indù: in difesa dei vulnerabili della società.
Cari amici induisti,
Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso vi invia i più cordiali saluti e preghiere per la festività di Deepavali, che quest’anno festeggerete il 7 novembre. Possano le celebrazioni di questa festa rafforzare lo spirito di amicizia e fraternità tra voi, e portare più pace e gioia alle vostre famiglie e comunità!
Dai notiziari e dal web, e per esperienza diretta, siamo a conoscenza delle prove quotidiane che devono subire i membri vulnerabili della nostra società: poveri, infermi, anziani, disabili, indigenti, abbandonati, migranti; emarginati ed esclusi da un punto di vista sociale, religioso, culturale e linguistico; e le vittime di abuso e violenza, specialmente donne e bambini. In gran parte privi d’aiuto e indifesi, scartati e ignorati da una società sempre più indifferente e perfino insensibile ai bisogni e alle sofferenze umane, dappertutto oggi i vulnerabili soffrono moltissimo. In questo contesto inquietante vogliamo condividere con voi una riflessione su come noi, induisti e cristiani insieme, possiamo impegnarci in sforzi per difendere, proteggere e assistere queste persone.
Il dovere morale di prendersi cura dei vulnerabili scaturisce dalla nostra credenza condivisa che siamo tutti creature di Dio e, di conseguenza, fratelli e sorelle, uguali per dignità, e reciprocamente responsabili, ma tale dovere nasce anche dall’esperienza della nostra stessa vulnerabilità, quando a volte cerchiamo qualcuno che ci aiuti. Una sana consapevolezza della nostra comune condizione umana e del nostro dovere morale verso gli altri ci spinge a perorare la loro causa facendo tutto il possibile per alleviare le loro sofferenze, difendere i loro diritti e ridare loro dignità.
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