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Digital mind: lettura e digitale

Su Avvenire, l'intervista di Alessandro Zaccuri allo psichiatra Manfred Spitzer

Tedesco di nascita e formazione, visiting professor ad Harvard e oggi direttore del Centro per le neuroscienze e l’apprendimento dell’Univesità di Ulm, Manfred Spitzer è stato chiamato a tenere uno degli interventi principali del XXXIV seminario di perfezionamento della Scuola per librai “Umberto ed Elisabetta Mauri”, nell’ambito della quale parlerà degli effetti collaterali delle nuove tecnologie dell’informazione. Compresi gli e-book, che dopo l’exploit iniziale negli Usa e, in misura minore, nella stessa Germania, segnano ora una battuta d’arresto.

Chi conosce i libri dello psichiatra Manfred Spitzer lo sa: l’autore di Demenza digitale, edito in Italia nel 2013, e del più recente Solitudine digitale (pubblicato come il precedente da Corbaccio, traduzione di Claudia Tatasciore, pagine 430, euro 19,90) non è soltanto uno studioso affermato e combattivo, ma anche un uomo molto spiritoso. Una dote, questa, che gli sta tornando molto utile per rispondere alle critiche, spesso feroci, rivolte alla sua analisi dei rischi derivanti dalla digitalizzazione. «Mettiamola così – esemplifica Spitzer –. Se volesse sapere quali sono le conseguenze delle caramelle per la salute, lei a chi si rivolgerebbe? A un medico oppure a un bambino di tre anni?».

 

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