È morto Jean Vanier

Nel 1964 ha avviato la Comunità dell’Arca (Arche)

Pubblicato il 07 Maggio 2019

Percorsi di lettura

Accogliere non è per prima cosa aprire la porta della propria casa, ma aprire le porte del proprio cuore e perciò diventare vulnerabili. È uno spirito, un atteggiamento interiore. È prendere l’altro all’interno di sé, anche se è sempre un rischio che disturba e toglie sicurezza: è preoccuparsi di lui, essere attenti, aiutarlo a trovare il suo posto…

Dare la vita significa essere colmi di sacro stupore e di profondo rispetto davanti al mistero della persona; significa vedere al di là di tutto quello che è spezzato… Ciò che conta è l’incontro con le persone, l’ascolto, la condivisione; tutto ciò, insomma, che si chiama misericordia: dare la libertà alle persone grazie alla qualità del nostro ascolto e della nostra attenzione, far loro sentire che sono importanti… E così si diventa uomini di pace, operatori di pace.

Jean Vanier, vincitore del Premio Templeton nel 2015, è stato filosofo, scrittore, leader religioso e morale e fondatore di due grandi organizzazioni internazionali basate sullo spirito comunitario, «L’Arca» e «Fede e Luce», che si dedicano in particolare ai disabili mentali. Le 135 comunità de L’Arca diffuse in 33 Paesi e le oltre 1.600 comunità Fede e Luce in 81 Paesi sono laboratori viventi di trasformazione umana. Dentro e fuori queste organizzazioni, Vanier ha dedicato più di quattro decenni in veste di deciso sostenitore dei poveri e dei deboli nella nostra società.