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È morto Raffaele Crovi

Con lui scompare un altro protagonista del “lavoro culturale”

Raffaele Crovi è morto nel primo pomeriggio di giovedì 30 agosto: romanziere, saggista, editorialista, consulente editoriale, operatore culturale, uomo curioso e intelligente. Vicedirettore editoriale della Mondadori (1960-1966), responsabile dei programmi culturali della RAI a Milano (1967-1977), direttore editoriale della Rusconi Libri (1978-1980), direttore editoriale del gruppo Bompiani-Sonzogno-Etas-Fabbri Libri (1981-1983), nel 1984 fondatore della casa editrice Camunia (Gruppo Giunti), cominciò alla Einaudi come assistente di Elio Vittoriani, impegnato nella collana «I Gettoni» e nella rivista «il menabò». È stato collaboratore di quotidiani e periodici, tra i quali «Avvenire», «Corriere della Sera», «Il Giorno». Tra le varie esperienze si segnala un commento ai Vangeli festivi: anno C curato con Gianfranco Ravasi e uscito come supplemento a «Famiglia Cristiana» nel 1991. Con lui scompare un altro protagonista del “lavoro culturale”, tra i personaggi della Milano editoriale degli anni ’60 alla quale oggi si guarda come ad una stagione forse irripetibile.

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