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E poi libri, e ancora libri (Federico Garcia Lorca, Lindau 2017)
30 Luglio 2017, ore 21:00
Nel 1986 è stato pubblicato in Spagna per la prima volta il Discorso al paese di Fuente Vaqueros. Proviene dall’Archivio García Lorca e contiene il testo che il poeta lesse a voce alta, davanti ai propri concittadini, in occasione dell’inaugurazione della biblioteca comunale.
Quando nel settembre del 1931 Federico García Lorca pronunciò queste parole, in Spagna, la Repubblica aveva trionfato da pochi mesi e la libertà faceva di nuovo la sua comparsa in un Paese a lungo oppresso dalla dittatura. Il poeta sosteneva che il motto di una Repubblica avrebbe dovuto essere: «Cultura!», poiché solo questa rappresenta la luce che può guidare un popolo nella costruzione di una società democratica e pacifica.
Ed è dal discorso del grande poeta che Lucilio Santoni muove per porre una questione difficile e sempre attuale: perché quella passione che García Lorca mostra per la costituzione di una biblioteca viene spenta nel sangue (insieme alla sua stessa vita) solo cinque anni dopo? Perché i libri, che il poeta pone al centro della nuova vita del Paese, non hanno impedito l’ascesa di una nuova dittatura? La riflessione di Santoni prende nutrimento, ancora, dai libri, dalla poesia, dalla vita, e approda a una risposta che è un verso poetico posto a titolo del suo saggio: E nell’anima aprire biblioteche.