Eclissi (Andrea Dall’Asta, San Paolo 2016)

Da più di un secolo il filo che legava arte e fede sembra spezzato. Uno scollamento si è scavato tra l’arte cosiddetta “profana”, facente parte dei circuiti ufficiali del mondo artistico, con i propri interlocutori, come gallerie d’arte o musei, e l’arte sacra, che si presenta secondo caratteristiche di grande frammentarietà e amatorialità. Priva di qualunque ufficialità, senza contorni precisi, si presenta oggi come una realtà parallela a quella artistica. Tuttavia, tra queste diverse espressioni figurative, esiste un comune denominatore: lo sguardo rivolto al passato.

Abbiamo infatti la sensazione che non sia in questo caso un’ispirazione, un rispetto della tradizione, ma un’immersione, un tuffo in un mondo antico, con il rischio di cadere in una sorta di regressione. La cultura e la spiritualità del proprio tempo sembrano cancellate, dimenticate, obliterate. Che cosa si nasconde dietro questo desiderio di rinchiudersi in un mondo che probabilmente non è mai esistito? Non è che gli stilemi di ieri ci aiutano a non riconoscere il vero problema, e cioè che non ci stiamo più interrogando sul serio sul senso più profondo della nostra fede?

Attraverso casi concreti, senza alcuna pretesa di esaustività, il libro conduce la prima analisi sull’arte sacra contemporanea in Italia con lo scopo di riprendere il dialogo tra arte e Chiesa.