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L’uomo che disse no a Hitler (Francesco Comina, il Margine 2014)
11 Aprile 2017, ore 22:30
“Se nessuno avrà mai il coraggio di contrastare il nazionalsocialismo, questo sistema non crollerà mai!”. È il 4 ottobre del 1944 e la giovane recluta delle SS, il sudtirolese Josef Mayr-Nusser, ha appena gridato la sua obiezione di coscienza di cristiano alla dittatura: “Signor maresciallo maggiore, io non posso giurare a Hitler”.
I compagni tentano di convincerlo a tornare sui suoi passi e a salvarsi la vita. Niente da fare: “Intorno a noi c’è il buio, aveva scritto già alla metà degli anni Trenta, il buio della miscredenza, dell’indifferenza, del disprezzo e della persecuzione. Dare testimonianza oggi è la nostra unica arma efficace”.
Il padre di famiglia e presidente della sezione giovanile dell’Azione cattolica di Bolzano viene arrestato, e nel febbraio del ’45 sarà condannato a morte e avviato a Dachau. Ma non ci arriverà mai. Il treno della morte è costretto a stazionare a Erlangen a causa di un bombardamento alleato. Josef, stremato per le privazioni e per un edema polmonare, il 24 febbraio 1945 muore sul carro bestiame con in mano il vangelo e il messale.