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Perché leggere Dostoevskij (Antonio Schlatter Navarro, Graphe.it, 2024)
8 Novembre, ore 17:00 - 18:30
Perché dovremmo leggere oggi Dostoevskij? La domanda fa alzare il sopracciglio, eppure siamo chiamati a essere onesti. Se siamo buoni conoscitori della letteratura russa, forse sappiamo intimamente, perché, ma siamo davvero in grado di fornire una risposta che vada al di là dell’indicazione dell’autore come “un grande” e della sua opera come “un classico”? Questo volume non solo fornisce risposte, ma ci mette di fronte alle domande giuste, uscendo dalla retorica un po’ supponente secondo cui tutti avrebbero letto Dostoevskij o tutti dovrebbero farlo. La prospettiva del saggio – almeno in parte – muove da una visione cristiana, infatti, la relazione con il peccato e il divino è senza dubbio un filone centrale nella poetica del romanziere. Ciò che rende avvincente quella che Schlatter Navarro chiama “indagine” è però il carattere misterioso che permea la riflessione dello scrittore: per lui «i rapporti fra Dio e l’uomo, il peccato e il male, la coscienza e la libertà non sono problemi, ma misteri». Ecco allora perché approcciarci a quelle intramontabili opere: per procurarsi forse la miglior chiave possibile per comprendere l’Uomo, e Dio, e quella indicibile misura di libertà che corre invisibile fra questi due poli. C’è però dell’altro: colui che scrisse I fratelli Karamazov mette soprattutto alla prova la nostra capacità di percepire il tempo a un ritmo commisurato all’umano, anziché accelerato, compresso e sacrificato, come spesso la contemporaneità ci impone di fare. Non possiamo leggere Dostoevskij in fretta; per questo, accettare la sfida sarà un’azione rivoluzionaria di cui mai potremmo pentirci.