“Gomorra” di Saviano (Mondadori), il nuovo Moccia (“Cercasi Niki disperatamente”, Rizzoli), Veronesi (“Caos calmo e Brucia Troia”, Bompiani), Camilleri (“Le pecore e il pastore”, Sellerio, “Le inchieste del commissario Collura”, Mondadori)), Carofiglio (“Testimone inconsapevole”), sono alcuni tra i dieci romanzieri italiani più venduti nella settimana rilevata. Le scelte del pubblico, poco varie, sembrano orientate verso prodotti che si rivelano già nelle premesse, come “Uliwood party” di Travaglio (Garzanti), o la prova letteraria di Gianni Mura (“Giallo su giallo”, Feltrinelli) o ancora Magdi Allam (“Viva Israele”): libri il cui acquisto può essere influenzato dalla notorietà dell’autore. Resta da verificare in quale percentuale. Quello delle classifiche che stentano a muoversi è un problema rilevato da più parti. Non è nuovo, ma stupisce (o sconcerta) ogni volta che si ripresenta. Sembra che i lettori, la moltitudine che crea un bestseller, siano distanti da scelte coraggiose e originali, finendo per premiare un lotto ristretto di nomi (o un marchio di fabbrica). Fonte della classifica: “Tuttolibri-La Stampa”.

• Marco Travaglio, “Uliwood party” (Garzanti)
• Gianni Mura, “Giallo su giallo”, Feltrinelli