Rebecca libri

Il bibliopatologo risponde

Su Internazionale, una rubrica di posta divertente sulle "perversioni culturali"

Guido Vitiello, insegnante e saggista, dalle colonne di Internazionale si diverte ad analizzare le lettere personaggi affetti da “gravi bibliopatologie”.

La psicopatologia della vita intellettuale è un campo ancora avvolto dall’ombra e dalla discrezione, ed è tempo di raccogliere i dati per un primo rapporto Kinsey sulle perversioni culturali. Di qui la necessità di una rubrica delle lettere. Molti di noi fanno o vedono fare cose piuttosto strane con libri, film, opere d’arte, o si comportano in modi inquietanti in occasioni come i festival, i premi, le presentazioni, che sono di per sé un focolaio di agenti patogeni di varia gravità.

Ci sono gli annusatori di carta, che sono un po’ come gli abbracciatori di alberi con l’aggravante della necrofilia; c’è chi nasconde in seconda fila manuali di autostima, trattati di ufologia, libri di Brosio; c’è chi usa i romanzi di autori detestati per stabilizzare tavoli traballanti (io uso Erri De Luca e Amélie Nothomb, ma solo perché hanno lo spessore ideale) o per inscenare pratiche erotiche surreali, e non chiedetemi altro perché sono vincolato al segreto del confessionale; c’è chi non resiste al sex-appeal delle bibliotecarie o dei bibliotecari; chi ha l’oscura compulsione a rivedere mille volte film che trova orribili; chi escogita piccoli rituali nevrotici di lettura o di scrittura; chi annota i libri seguendo un suo cifrario idiosincratico; chi elabora ingegnose teorie del complotto intorno a un libro o a un insieme di libri senza nesso apparente l’uno con l’altro misteriosamente smarriti durante un trasloco.

 

Il bibliopatologo risponde – rubrica a cura di G. Vitiello, Internazionale

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