Il rapporto Istat sugli obiettivi di sviluppo sostenibile
Un commento e un percorso di lettura
L’Istat ha presentato la seconda edizione del Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) adottati con l’Agenda 2030 il 25 settembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. I 17 Sdgs stabiliscono dunque l’agenda fissata dalla comunità globale per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e assicurare prosperità a tutti entro il 2030 e si articolano in 169 sotto-obiettivi che fanno riferimento a diversi domini dello sviluppo relativi a tematiche di ordine ambientale, sociale, economico e istituzionale.
Più di 17 milioni di italiani sono a rischio povertà ed esclusione sociale. Inclusi quelli che un lavoro ce l’hanno, visto che gli occupati che non hanno un reddito sufficiente sono il 12,2%. E oltre 5 milioni sono in povertà assoluta, con una forte incidenza (12%) tra i bambini. È il dato più allarmante che emerge dal Rapporto Istat Sdgs (Sustainable Development Goals) sugli indicatori di sviluppo sostenibile, ovvero i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu finalizzati al l’eliminazione della povertà, alla protezione del pianeta e al raggiungimento di una prosperità diffusa. La situazione italiana vede progressi sull’istruzione di qualità, parità di genere, industria e innovazione, energia sostenibile e giustizia. Ma sul fronte delle condizioni sociali la situazione peggiora: restano alte povertà e disuguaglianze, non migliorano lavoro, condizioni delle città e alimentazione. Con differenze notevoli tra le regioni: la situazione peggiore si vede in Sicilia, Calabria e Campania.
La fotografia che emerge dal rapporto è quella di un Paese “insostenibile”, bocciato sul fronte delle disuguaglianze. Con le condizioni della popolazione a più basso reddito che continuano a peggiorare. Tra 2016 e 2017 la povertà o esclusione sociale risulta in calo, ma coinvolge ancora il 28,9% della popolazione, circa 17 milioni e 407mila persone. In questo insieme si trovano gli italiani con povertà di reddito, che riguarda il 20,3% della popolazione. Il 10%, poi, è in condizione di grave deprivazione materiale e l’11,8% vive in famiglie a bassa intensità lavorativa.
L’Italia è invece una delle nazioni con i migliori risultati in termini di salute anche considerando gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) fissati dall’Onu. Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi proposti nell’Agenda 2030 richiede adeguate politiche, sia di tipo sanitario, attraverso la responsabilizzazione dei cittadini nei confronti della salvaguardia della propria salute, sia di tipo non sanitario, attraverso il contrasto alle disuguaglianze sociali e territoriali.