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La battaglia dell’e-writing

Molti editori si stanno confrontando su questo terreno: non l’e-book inteso come l’equivalente elettronico del volume cartaceo, ma libri nati sulla rete e per la rete.

In genere hanno piccole dimensioni, riportati su carta corrisponderebbero a uno smilzo volumetto (considerazione che suscita proteste anche piuttosto aspre fra gli internauti) ma partono da un progetto diverso.
Quello di Einaudi immagina di arrivare anche allo «slow reading» (è in preparazione un volume dei «Quanti» dedicato a una sola poesia di Eugenio Montale “Proda di Versilia”, con un commento di Enrico Testa). Altri puntano sulla lettura multipla, come «Rizzoli First», collana dedicata a libri che escono prima in versione digitale e solo in un secondo momento, eventualmente, su carta; e per di più subito con la versione inglese, come è accaduto per “L’amore quando tutto crolla”, romanzo di Giulia Ottaviano molto ben accolto. Mondadori ha lanciato gli «XS», che possono sia inediti sia riprese di testi editi, Feltrinelli ha «Zoom», a 0,99 euro – proprio come i libri cartacei superscontati che stanno invadendo il mercato sotto le insegne della Newton Compton, anch’essa peraltro attiva in campo digitale. Gems propone con questo sistema ai lettori i finalisti del suo concorso «Ioscrittore», e sempre all’interno del gruppo milanese Chiarelettere punta invece sui classici della saggistica internazionale con «Instant Book».
Sarà questa la nuova faccia dell’e-book destinata ad affermarsi, o libri così «leggeri» finiranno col perdersi nel mare della rete, fra milioni di autopubblicati?
(Mario Baudino, 19 marzo 2013, La Stampa)

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