Rebecca libri

La biblioteca va “in prigione”

Un'indagine sulle biblioteche carcerarie a partire dall'iniziativa - appena conclusasi - di "Liberi di leggere"

Stefano Rizzuti su “Lettera43” a partire dall’iniziativa di “Liberi di leggere” traccia un rapido profilo del valore e del ruolo delle biblioteche negli istituti penitenziari italiani.

“Un tempo era il ‘caffè sospeso’: quello che si pagava nei bar per un amico in arrivo o per un senzatetto in cerca di qualcosa di caldo da bere. Poi è diventato il ‘libro sospeso’: la pratica di comprare un volume in più per uno sconosciuto che lo ritira direttamente in cassa. Ora questa versione ha trovato una sua variante, nata con l’iniziativa ‘Liberi di leggere’: quello che si lascia in sospeso è sempre un libro, ma stavolta a riceverlo sono le biblioteche degli istituti carcerari italiani.”

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