Da un lato ci sono i libri antichi, che custodiscono e tramandano la storia e la cultura del nostro Paese e che, conservati nelle biblioteche colpite dalla terribile alluvione rischiano di venire divorati dal fango, dall’altro ci sono le librerie disseminate sullo stesso territorio che cominciano a contare i danni e le enormi difficoltà di poter preservare e portare avanti la propria attività.

La scorsa settimana la Protezione civile ha iniziato le operazioni di svuotamento dall’acqua nella biblioteca del Seminario di via Lunga a Forlì, rimasto isolato e allagato durante l’alluvione come tutto il suo  quartiere. L’intento è quello di portare in salvo gli oltre mille volumi antichi, le Cinquecentine, risalenti al XVI secolo, conservati nei locali del Seminario. Si tratta di un vero e proprio patrimonio storico che dovrà essere recuperato, esaminato e restaurato, grazie anzitutto all’opera di tanti volontari che hanno estratto l’acqua dai locali per consentire il recupero dei volumi. Successivamente, la Soprintendenza Archeologia e Belle arti di Bologna, in quanto competente sui materiali archivistici del Seminario, coordina le operazioni di recupero attraverso il coinvolgimento dei propri funzionari e di bibliotecari volontari. Sicuramente sarà un lavoro molto lungo e delicato, che vede anche, per esempio, la collaborazione e la generosità di alcune aziende del comparto alimentare che hanno prestato le proprie celle frigorifere per preservare dalla rovina i libri del ‘500. 

Nel contempo sul fronte librerie, ALI, l’Associazione Librai Italiani, ha sollecitato le Associazioni che rappresentano gli editori (Aie e Adei) nell’individuare e attivare alcune azioni di sostegno ai librai colpiti dall’alluvione. Contestualmente è stata avviata una mappatura delle librerie, grazie alla messa online di un form, disponibile sul sito dell’associazione, che permetta di capire la reale situazione che stanno vivendo le librerie sul territorio alluvionato.