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Le affinità elettive: consigli per lettori curiosi

Ogni mese su Rebeccalibri cinque libri suggeriti da lettori forti

Il sentimento che si muove sottotraccia nei cinque libri consigliati questo mese è il coraggio. Che si tratti di osare una fotografia o di svelare l’angoscia di un campione, ciò che emerge è la necessità di un’inversione di rotta, per non scadere nella “tirannia”, perché l’imperativo è “affrontare la vita”.

 

220 immagini fotografiche rigorosamente in bianco e nero alternano scatti a personaggi famosi con soggetti sconosciuti, alla ricerca dei segni e delle tracce umane, anche nel cogliere istantaneamente la natura o gli animali. Sempre con una vena umoristica, spesso con il gusto dell’inverosimile. E dietro l’apparente normalità dei soggetti il grande fotografo statunitense racconta politicamente le molteplici contraddizioni della società opulenta.

I più ardimentosi potranno ammirare questi scatti – in mostra fino all’11 ottobre – inerpicandosi sulle ripide scale della Torre appena restaurata del Castello del Vescovo di Castelnuovo Magra. Saranno ripagati dalle splendide immagini di Erwitt e dalla splendida vista panoramica.

Giorgio Raccis, direttore CEC – Scatti personali, Elliott Erwitt, Mondadori Electa 2015, 49,90 €, pp. 255

 

Diciamocela tutta. Di solito le autobiografie dei campioni di ogni sport rappresentano una delusione per gli appassionati del genere narrativa sportiva, curiosi di carpire racconti di vita sincera dei loro campioni preferiti e invece costretti a sorbirsi storie autoelogiative utili solo ad incrementare i conti in banca dei loro beniamini. Non così per Open, affresco a tinte forti della parabola tennistica e privata di un grande protagonista del tennis mondiale degli anni ‘90 raccontato in forma romanzata dal giornalista premio Pulitzer Moehringer. Niente da dire: è crudo, è incredibilmente sincero, è OPEN!

Antonio Pianigiani, Responsabile Risorse Umane e Organizzazione – Open. La mia storia, Andrea Agassi, Einaudi 2011, 14,00 €, pp. 504

 

Per María Zambrano, una delle più grandi filosofe del Novecento, i sentimenti hanno una propria storia, che ha l’ardire di essere personale e universale e che è necessario scrivere: «Che ne sarebbe dell’essere umano, se fosse possibile estirparvi il sentire?». A questo è teso tutto il suo lavoro: affermare l’unità tra il pensiero e la passione, la vita della mente e quella dello spirito. Una vera trasgressione, negli anni in cui scriveva (per di più donna) e oggi: l’esperienza di un pensiero appassionato che nasce dal compito di affrontare la vita. Pagine sul tempo, l’amore, la nascita e la pietà in un’essenziale autobiografia filosofica, scandita da tre saggi inediti della maturità (risalgono agli anni Ottanta).

Alessandra Stoppa, giornalista, Tracce – Sentimenti per un’autobiografia. Nascita, amore, pietà, Marìa Zambrano, a cura di Samantha Maruzzella, Mimesis 2011 , 10,00 €, pp. 78

 

L’antica Atene che siamo abituati a pensare come un luogo algido era in realtà molto diversa. I suoi templi erano colorati, le vie brulicanti di vita, di intrighi e di violenza. La città, nel romanzo, è percorsa da un fremito reazionario che rischia di uccidere la democrazia. Tuttavia l’irriverente Lisistrata di Aristofane, con le sue donne in rivolta contro la brutalità, diventano il simbolo della pace e della vita contro i cultori della morte. Il libro, mentre ci mostra il trionfo delle donne sul palco è costretto però anche a narrarci della brutalità e della violenza contro due fanciulle nella realtà. Tuttavia, il male, per quanto forte, non sempre ha la meglio. Sarà il coraggio di una donna a salvare le ragazze dalla fine e probabilmente anche la città dal naufragio autoritario.

Eleonora Tassoni, libraia, Libreria Rinascita – Le Ateniesi, Alessandro Barbero, Mondadori 2015 , 19,00 €, pp. 216

 

”Il miglior antidoto all’emergenza educativa è la presenza costante e avvertita della famiglia: sopratutto nel momento cruciale della prima infanzia”. Questa la via d’uscita, proposta dall’autrice, a questa crisi educazionale che sembra inarrestabile. La nota, molto interessante, che emerge da varie statistiche riportate nel volume è che nemmeno i genitori, e le mamme in particolare, siano soddisfatti di delegare ad altri la prima educazione da dare ai propri figli. La maggior parte delle madri non vorrebbero privarsi del loro ruolo, ma ahimè sono costrette a farlo per motivi di forza maggiore (economici).

Ma chi è allora che spinge per questo meccanismo che si è innescato negli anni, ovvero delegare l’educazione, anche dei più piccoli ad altri? Lo Stato in ultima analisi. Come conclude l’autrice: ”Fare un figlio significa molto di più che mettere al mondo un nuovo individuo, trasmetterli il cognome, allattarlo a oltranza, magari per poi affidarlo alle puericultrici di Stato. Così come fare un padre o una madre significa molto di più che spingerli a procreare, tra una timbratura di cartellino e l’altra, magari assicurando loro che potranno contare su una rete capillare di asili nido pubblici. […] Genitori si diventa realizzando che i figli sono affare proprio: un affare impossibile da delegare, da accantonare, da far passare in secondo piano”.

Serve davvero invertire una rotta, e questo volume può dare buoni spunti.

Filippo Pini, dir. ed., BE Edizioni – Contro gli asili nido. Politiche di conciliazione e libertà di educazione, Paola Liberace, Rubbettino 2009, 10,00 €, pp. 82

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