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Le affinità elettive: consigli per lettori curiosi

I suggerimenti della redazione di Rebeccalibri

un viaggio che non promettiamo breveUn viaggio che non promettiamo breve. Venticinque anni di lotte No TAV, Wu Ming 1, Einaudi 2016, 21.00 €, pp. 651

http://www.einaudi.it/libri/libro/wu-ming-1/un-viaggio-che-non-promettiamo-breve/978880622564

C’è ancora qualcuno in Italia che con onestà intellettuale può di negare che il TAV Torino – Lione sia un’opera inutile? Ecco il libro che fa per lui. Una narrazione certamente partigiana, nel senso alto del termine, quella di Wu Ming, ma certamente avvincente: si passa dal romanzo di non-fiction alla chanson des gestes, dall’inchiesta serrata alla saga popolare di ispirazione latinoamericana, con omaggi a Gabriel García Márquez e al “Ciclo andino” di Manuel Scorza. Tecnicamente si tratta di un oggetto letterario non identificato, dove dati scientifici, numeri, analisi economiche, trend e documenti ufficiali si mescolano alle interviste a personaggi reali, alle battaglie epiche, agli aneddoti pieni di pathos.

«Il narratore che si sposta nel tempo e nello spazio, accentuando l’effetto dirompente del confronto tra promesse e (non)realizzazioni, ottiene un gioco argomentativo schiacciante, in cui la sproporzione tra la documentazione e gli argomenti del No e la genericità del Sì diventa persino grottesca. La «narrazione tossica» delle Grandi Opere si sbriciola come un castello di tufo all’incedere, incalzante, della narrazione non-fiction dell’opera.»

Insomma, narrazione e argomentazioni si intrecciano vorticosamente nelle oltre 600 pagine, sempre in bilico tra realtà e invenzione letteraria. Ma non spaventatevi, queste pagine si leggono tutte d’un fiato.

 

babilonia Babilonia, Yasmina Reza, Adelphi 2017, 17.00 €, pp. 157, tr. it. Maurizia Balmelli

https://www.adelphi.it/libro/9788845931758

A Deuil-l’Alouette, un posto qualunque nella periferia di Parigi, una donna qualunque, con un buon lavoro, un marito, un figlio, una sorella e dei vicini di casa, si lascia coinvolgere, nel corso di una strana notte di quasi primavera, in una faccenda che potrebbe costarle assai cara. Per affettuosa solidarietà con un uomo di cui non sa molto, tranne che è solo, profondamente solo. O forse perché, di colpo, ha voglia, foss’anche per un’ora, di respirare fuori dalla soffocante banalità del quotidiano, di farsi un giro «on the wild side» – di immergersi in una «dimensione di tenebra».

Tirando con la consueta, stupefacente maestria le fila di una vicenda in cui il comico e il tragico si mescolano in maniera inestricabile come in una sorta di perverso vaudeville, Yasmina Reza dà voce alle angosce più segrete, e mette in scena il suo beffardo teatrino della crudeltà scavando ancora una volta in quello spazio di connivenze e mostruosità che può diventare la coppia; e ci ricorda che – non diversamente dagli ebrei, che «sulle rive dei fiumi di Babilonia» sedevano e piangevano «al ricordo di Sion» – ciascuno vive in esilio: da se stesso, da ciò che avrebbe voluto essere, e dagli altri.

 

eredità avorio ambraUn’eredità di avorio e ambra, Edmund de Waal, Bollati Boringhieri 2011, 18.00 €, pp. 397, tr. it. Carlo Prosperi

http://www.bollatiboringhieri.it/libri/edmund-de-waal-uneredita-di-avorio-e-ambra-9788833922348/

«Il modo in cui gli oggetti vengono tramandati è pura narrazione. Ti lascio questo perché ti voglio bene. Oppure perché qualcun altro lo ha lasciato a me. Perché l’ho comprato in un luogo speciale. Perché te ne prenderai cura. Perché ti complicherà la vita. Perché farà schiattare d’invidia il tale o tal altro. Le eredità non sono mai banali. Che cosa viene ricordato e cosa dimenticato, nel passaggio? L’oblio può perpetuarsi, i possessori di un tempo esser via via cancellati, ma può anche verificarsi l’opposto, una lenta accumulazione di storie.»

L’«eredità di avorio e ambra» che dà il titolo al romanzo/memoir del ceramista Edmund de Waal è una collezione di duecentosessantaquattro netsuke appartenente da generazioni alla sua famiglia: minuscole sculture giapponesi, delle dimensioni di una scatola di fiammiferi, in avorio o legno, talora decorate con ambra, raffiguranti animali, piante, figure umane, divinità.

Affascinato dall’eleganza, dalla precisione, dalle straordinarie qualità tattili delle sculture, l’autore decide di ricostruire la storia dei loro passaggi da una città all’altra, da un palazzo all’altro, da una vetrina all’altra. Ricostruisce così anche la storia della sua famiglia, «trasfigurandone i successi, le sfortune, i rovesci e le resurrezioni attraverso le vicende avventurose di quello zoo in miniatura, passato di mano in mano e oggi miracolosamente ancora intonso».

 

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