Rebecca libri

Luis Sepúlveda, cittadino e scrittore

Tra i suoi ricordi, riflessioni e il senso dell'impegno

Lo scrittore è colui che tiene <<gli occhi aperti, le orecchie pulite, il naso pronto a catturare gli aromi e il palato preparato ad accogliere tutti i sapori>>. Altro non fa, quindi, che lasciarsi cercare dalla storia che poi egli racconterà. Senza fretta, lasciando che la storia <<decanti>>, come il vino.

Così esordisce lo scrittore e poeta cileno Luis Sepulveda in un interessante articolo pubblicato nel 2011 dalla Rivista Vita e Pensiero in cui, a partire dallo spunto della vicenda dei 33 minatori rimasti intrappolati in una miniera cilena, parla del proprio rapporto con la scrittura, svincolandola dalla definizione di “impegnata”: << Preferisco pensare me stesso prima che come scrittore, come cittadino che ha con la società in cui vive un vincolo profondamente etico che lo porta a partecipare alla vita pubblica>>.

Mentre, prosegue, <<il mio impegno con la letteratura è puramente estetico. Penso di essere un creatore di bellezza, nelle mie storie c’è un fondo di bellezza molto forte, che mi piace preservare. Intendo gettare un ponte tra ciò che faccio come cittadino e ciò che faccio come scrittore. In questo modo conferisco alla mia letteratura la stessa carica etica con la quale mi confronto con la vita e, viceversa, conferisco alla vita la stessa carica estetica con la quale mi confronto con la letteratura>>.  Lo scrittore si trova nella condizione di fare emergere quella verità che è proprietà di tutti i cittadini, che non hanno la possibilità e i mezzi per esprimerla.

Invitiamo alla lettura dell’articolo completo, in Vita E Pensiero, Anno 2011, nr. 2

Prossimi eventi
Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter
Accesso utente